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Lo strano caso del Draft NBA

Do The Right Thing

Lo strano caso del Draft NBA Do The Right Thing

Agli occhi di un osservatore esterno, il draft è sicuramente il più interessante dei meccanismi utilizzati negli sport americani. L’NBA non fa eccezione, anzi. Il funzionamento del draft è meno complesso di qello che possa sembrare. Le 14 squadre che non sono andate ai Playoff ricevono un numero di palline (che verranno poi estratte da un’urna) che sono inversamente  proporzionali alla posizione raggiunta dalla franchigia durante la stagione regolare. Per intenderci: quella con il peggiore record avrà più palline, e quindi più possibilità di vedersi attribuire la prima scelta assoluta. 
Quest’anno è toccato ancora una volta a Cleveland e, al netto dei teorici del complotto pro-LeBron, il caso ha divertito molti. Infatti alcune squadre, partite senza nessuna ambizione, hanno deliberatamente perso (tanking) per ottenere una scelta migliore per quello che si prospetta essere uno dei migliori draft di sempre, insieme a quello di LBJ, Carmelo Antonhy etc. e dove i nomi di Wiggins, Parker ed Embiid sembrerebbero accontentare un po tutti alla fine, più fortunati e non.
 Ok, quindi è facile: ho la prima scelta quindi prendo quello più forte no? Potrebbe non essere andata sempre cosi.
 Riassumiamo qui, le 5 peggiori e migliori chiamate al draft (ci limiteremo ad anni più o meno recenti, coinvolgendo solo giocatori in attività, o da poco ritiratisi). Mi raccomando, niente lacrime ne tantomeno imprecazioni.

FLOP

1-Kwame Brown



Kwame, scelto da Washington nel 2001 con la prima scelta assoluta, è stato addirittura la prima prima scelta (scusate il gioco di parole) ad arrivare in NBA direttamente dall’high school (dal 2007 non si può più fare). Un talento non certo cristallino, anche se poi non cosi malaccio. Il suo vero problema era (ed è) la sua naturale propensione a cacciarsi nei guai. Ai tempi dei Lakers (si perché Kwane ha giocato praticamente con 20 delle 30 squadra NBA) colpì un uomo, scappo con la sua limo, salvo poi invitarlo per un banchetto allo Staples. Eh, quel gran furbone di un Kwame.



2- Darko Milicic



Nella vita purtroppo ci vuole anche fortuna. Dico purtroppo perché c’è chi, come Darko Milicic, nella fortuna è stato più che sfortunato. Ottimo talento di scuola serba, arriva al draft del 2003 ossigenato e pieno di belle speranze. Speranze che si concretizzato: Darko viene scelto con la numero 2 dai Pistons. Tuttavia, il draft del 2003 passerà alla storia come quello più ricco di talento forse di sempre. Ci sono ovviamente Lebron, Wade, Bosh, Carmelo, e ci fermiamo qui per carità cristiana. Ahia Darko, ahia.

3-Greg Oden



Le motivazioni per cui una prima scelta si rivela un fiasco possono essere molteplici. Caratteriali, motivazionali, tecniche e chi più ne ha più ne metta. Nel caso di Oden invece, possono essere ricondotte semplicemente ad un aspetto: quello fisico. Oden, scelto nel 2007 alla numero uno, fino a quest’anno non ha giocato praticamente un singolo minuto di NBA vera. Dominatore assoluto in NCAA, e ritenuto da tutti pronto per essere il nuovo Shaq o giù di li, la carriera di Greg ha subito un brusco shock. Sta recuperando, pian piano, ora gioca (si e no) agli Heat, e forse vincerà anche un titolo. Qualche settimana fa però, lo sfogo: quando Oden diventò prima scelta, al numero 2 gli allora Seattle Sonics scelsero un certo Kevin Durant. Si, quel Kevin Durant. Oden allora ha violentemente inveito contro se stesso, auto accusandosi di essere il più grande bidone di sempre. Nessuno la pensa così, certo quel giorno la storia NBA è cambiata, e non poco.

4-Hasheem Thabeet



Come sopra, il vero problema del draft (se gia tu non sei un granchè) è chi ti viene scelto alla spalle. Nel 2009 a Mamphis serviva palesemente un centro, ed un centro hanno preso. Il tanzaniano Thabeet. 2 metri e 20 d’uomo con la sfortuna di essersi trovato nel momento sbagliato al posto sbagliato. Il numero 1 fu Griffin, ma il “bello” viene dopo. I Grizzles avrebbero potuto prendere: Harden, Rubio, CURRY, DeRozan, Holiday, Lawson. E se proprio ti serviva un centro Taj Gibson. Oramai, che il draft non sia una scelta esatta, avreste dovuto afferrarlo.

5- Adam Morrison



Ho tanta simpatia per Morrison. Sarà stato il look da sceriffo del West, o il paio di mani tutt’altro che male, ma Adam mi ha sempre fatto simpatia. Scelto nel 2006 alla numero dai Bobcats di sua Maestà MJ, Morrison ha fatto un’ottima prima stagione, salvo poi sparire nell’anonimato in Europa. Colpa di un paio di infortuni che, associati al diabete di cui soffriva da bambino, non gli hanno mai permesso di tornare su livelli accettabili per l’NBA. Ha vinto anche due titoli, sedendo in panchina ai Lakers di Gasol e Bryant. Ecco, provate ad immaginare quei Lakers con Rondo al posto di Fisher. Si, poteva essere e non è stato. 

TOP 

1-Manu Ginobili



Non possono esserci dubbi, la migliore steal of the draft (giocatori forti scelti molto in basso) della storia dell’NBA moderna è Manu Ginobili. Nel 1999 El Contusion venne scelto alla numero 57 (cinquantasette) il che significa che stava per non essere scelto affatto. E’ strana la vita a volte. Un tre-volte campione NBA, nonché più forte giocatore della storia d’Argentina, scelto alla 57. Lunga vita a Manu, lunga vita al draft.

2-Kobe Bryant


Starete pensando ad un’errore. Uno dei 5 giocatori più forti di sempre della NBA deve esser stato scelto come 1,2, massimo 5. Andò diversamente nel 1996 quando, durante un discreto draft, dodici franchigie prima degli Hornets (che poi girarono ai Lakers) scelsero: Allen Iverson (e vabbe, vagli a dire di no), Marcus Camby, Marbury, Ray Allen, Walker, Dampier, Kittles ed addiritura POTAPENKO. Subito dopo di lui invece Steve Nash e Peja Stojakovic. Come a dire che a volte il meglio di trova nel mezzo. 

3-Tony Parker

Reputo Tony Parker uno dei 5 giocatori più forti della lega attualmente. Ebbene, Tonì nel 2001 venne scelto alla numero 28. Adesso, se tra le prime 3 steal draft ci sono per ben due volte i San Antonio Spurs qualcosa dovrà pur significare. Vogliamo tutti tanto bene alla fortuna, ma qui deve esserci qualcosa di più. Io opterei per la competenza. Quindi: Ginobili (alla 57), Parker (alla 28) e Duncan (alla 1 , e diamine) e benenuta legacy.

4- Marc Gasol



Per quanto il fratellino di Paul, sia adesso un fior fiore di ala grande/centro NBA, non tutti l'hanno sempre pensata cosi. Scelta 47 nel 2007.



5- Monta Ellis



Non dev’essere stato male prendere Monta Ellis nel 2005 alla numero 40. No, non male.