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NBA player's moms

Do The Right Thing

NBA player's moms Do The Right Thing

L'NBA è un posto meraviglioso anche perchè ci permette di guardare dentro il cuore dell'America, quella nera e multiraziale. E' da poco passata la festa della mamma, celebrata, e ci mancherebbe, anche negli USA. Soprattutto negli USA. Le storie delle madri NBA, cosi come quelle dei figli, sono le più disparate, e Do The Right Thing ne ha raccolte alcune.

 

Ci sono modi peggiori di fare gli auguri per il Mother’s Day, che dedicare alla propria mamma il titolo di MVP dell’NBA appena vinto. Kevin Durant lo ha fatto in occasione della sua premiazione, in quello che è gia stato definito il più bel discorso di ringraziamento di un’MVP.
Una scena toccante, un modo di dire grazie davvero genuino, che rappresenta al meglio tutta la sensibilità di cui KD35 è padrone.

Ma quella di Wanda Pratt e del piccolo Kevin, nonostante le peculiarità del caso, è una storia piuttosto comune nella NBA, è uno dei tanti meravigliosi aspetti dell’ “afroamericanità”. Con ordine: Kevin Durant è cresciuto praticamente senza padre, venuto su (benone direi) con l’affetto ed il lavoro di mamma e nonna (quella che gli dirà che l’altezza è solo una benedizione).



La stessa sorte è toccata al prescelto: LeBron James. Gloria James ha avuto LeBron a soli 16 anni. Una vita difficile, fatta di sacrifici e di pochi soldi. Poco importa, se questo è servito a tirar su uno dei 100 uomini più influenti al mondo, penso che il gioco sia valso la candela per mamma Gloria. Mamma Gloria che è anche titolare di una storia abbastanza “rocambolesca”. Pare che, ai tempi di Cleveland, abbia avuto una relazione con Delonte West, un playmaker tranquillone, e che per questo, West sia stato scambiato dai Cavs.



Diversa la storia di Javalone McGee. Figlio di una delle più grandi giocatrici femminili di basket diciamo di sempre, Pamela McGee, ha avuto un’infanzia più agiata, con un padre,Geroge Montgomery (anche lui professionista in Francia e Argentina) che non è stato comunque molto presente, per usare un eufemismo. Pam è un personaggio straordinario, che segue il suo ragazzone ovunque, che , di rimando, assomiglia a quello che si potrebbe definire un “mammone”. Much Love.





 

Johakim Noah ha due genitori abbastanza singolari. Il padre è un ex tennista e cantante francese, la madre è niente poco di che che una ex Miss Svezia. Cecilia Rhode è, come potrete facilmente immaginare, di una bellezza inebriante, mentre Joaquim (per cui abbiamo stima e simpatia infinite) non ha preso troppo dalla madre in quanto a grazia.





Dietro un grande uomo, c’è sempre una grande donna. E Lucille O’Neal è sicuramente una grande donna (in tutti i sensi che volete dargli). Abbandonata quand’era in cinta di un certo Shaquille, troverà un altro compagno, Phil Harrison, un ufficiale dell’esercito dal quale deriva la “rigida educazione militare di Shaq” (ah si? Dove di preciso?). Lucille darà il suo cognome a Shaquille, nel frattempo diventato un poderoso campione d’NBA, ed lo stesso Diesel rincarerà la dose verso il padre biologico nel testo rap "Biological Didn't Bother", dicendo chiaramente “Il mio vero padre è Phil”. Per la madre invece non abbiamo dubbi: Lucille.



 

Non deve essere male avere la propria madre come allenatore no? E’ esattamente quello che è accaduto al più grande tiratore di tre di sempre: Ray Allen. Sua madre Flora infatti era una discreta giocatrice, e curerà per tutta la vita l’aspetto fisico e mentale del ragazzo, fino a diventarne la sua più grande tifosa. La vedete sempre, a tutte le partite del figlio, con un look giovanile, e quella forza d’animo, tipica di tutte le mama’s afroamericane.



Ispirandosi al discorso di Durant, l'NBA (che in queste cose, diciamolo, ci sguazza) ha realizzato un video promo per il Mother's Day. Buone Lacrime a tutti.