Vedi tutti

Alley oop

Do the right thing

Alley oop Do the right thing

Sono i singoli gesti a rendere gli sport tanto speciali. C’è qualcosa di nobile in tutti questi gesti, fisici o tecnici che siano, qualcosa per cui vale davvero seguire questo o quell’evento. Poi ci sono le giocate per cui ti innamori di uno sport piuttosto che di un altro, quelle che lo rendono unico.

Prendi il basket e pensa al gesto più pazzesco e plateale che quegli uomini staordinari possono compiere. Molto probabilmente ti verrà in mente l’alley oop: ovvero quando un giocatore alza la palla e a te sembra verso il soffitto, ed un altro magari parecchio atletico la raccoglie dal cielo e la scaraventa nel canestro. Non c’è nulla di piu eccitante credo. L’alley-oop con il tempo si è affinato, gli atleti sono diventati semi-macchine in grado di far balzi spaventosi. Cosi magari si potrebbe pensare che il ruolo del passatore sia diminuito, o che sia più facile adesso. Magari si, magari anche io posso alzare una palla per Blake Griffin o per Howard, tanto la prendono comunque, ma allora andate a dirlo a Chris Paul o a James Harden che adesso darla via in volo è diventato più facile. 

Ci sono alcune coppie diventate storiche nei loro alley-oop, un’intesa che nasce automatica, quasi naturale, difficile da contrastare, efficace nonché stilisticamente perfetta. Ne ho selezionate cinque (non in ordine di preferenza), tra storia passata, presente, saltatori straordinari ed veri e propri scultori di meraviglie.

 

1. Stockton to Malone

Quasi scontato partire da qui, forse la miglior coppia dell’NBA, nell’accezione del termine in un cui uno migliora e completa l’altro. Merito diviso sempre al 50 e 50, mai una parola fuori posto ed un intesa difficilmente ritrovabile in qualsiasi sport professionistico americano.

2. Nash & Stoudemire

La spina dorsale della più bella e incompiuta macchina da basket degli ultimi 15 anni d’oltreoceano. I Phoenix Suns di Mike D’Antoni rivoluzionarono il gioco, salvo poi capire che in quella direzione non s’andava a vincere un titolo e smantellare tutto, un po come i rivoluzionari francesi che s’affidarono a Napoleone, bene ma non benissimo per la democrazia (parafrasando). Nash e Stud erano le stelle più brillanti, vuoi perché Nash ragiona più velocemente degli altri esseri umani, vuoi perche Amaree in quegli anni sembrava destinato a diventare un Hall of Fame e non la riserva di Bargnani.

3. Jason Kidd & Vince Carter

Mi sono appassionato al basket proprio mentre Jason alzava la palla per Vincanity, che la sciacchiava (spesso e volentieri all’indietro o dopo un 360) per poi cadere al suolo e mimare una moto con le braccia. Kidd aveva la chiave, e Carter il motore. Non potevi rimanere estasiato. Uno dei migliori passatori della storia recente NBA per il più creativo schiacciatore in assoluto sulla faccia della terra. Erano i New Jersey Nets, altri tempi.

4. Kobe & Shaq e Lebron & Wade

Basterebbero i loro nomi per farla finita in una sola riga. Nessuna della due una classica coppia da alley-oop perché non un play ed un lungo. Ma da una parte la più vicina rincarnazione di re Michael (almeno per carattere) so far, unita ad uno degli ultimi grandi centri di sempre. Dall’altra due (uno in particolare) che hanno cambiato definitivamente la distribuzione dei ruoli in campo, magari un 4 ed un 2, ma anche un 1 ed un 3, alla fine della fiera sono solo numeri.

5. Chris Paul e qualsiasi cosa sia in grado almeno di muoversi

Guardate Chris Paul muoversi , non dico giocare, ma semplicemente muoversi e capirete. Per chi ama l’arte, quella classica, è una visione. Ball handling con testa alta e due mani da pianista, capaci di mandare a schiacciare chiunque figurarsi DeAndre Jordan e/o Griffin. Prima o poi vincerà un anello, o forse no, ma importa poco sarà sempre e sempre una delle più perfette incarnazioni del playmaker viste accarezzare i parquet dell’NBA.