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Anche Mbappé avrà la sua The Decision

Il fuoriclasse del Paris Saint-Germain ha portato la player empowerment nel calcio

Anche Mbappé avrà la sua The Decision Il fuoriclasse del Paris Saint-Germain ha portato la player empowerment nel calcio

È stato un weekend piuttosto movimentato per il capitano della Nazionale francese, Kylian Mbappé, e per il suo Paris Saint-Germain. La squadra della capitale ha giocato domenica l’ultima partita stagionale davanti al proprio pubblico, contro il Tolosa: una sconfitta 1-3 maturata nonostante il vantaggio firmato proprio da Mbappé all’ottavo minuto, ma del tutto indolore per una squadra già certa aritmeticamente del titolo. A riempire le prime pagine dei giornali è stato ed è, invece, il contorno della sfida, che era l’ultima di Mbappè al Parco dei Principi. Così l’ha presentata la stessa stella del PSG, attraverso un video pubblicato sui suoi canali social in cui ha annunciato definitivamente l’addio al club parigino al termine della stagione. “Volevo parlare a tutti, ho sempre detto che al momento giusto avrei parlato”, spiega. “Questo è il mio ultimo anno qui: non rinnoverò il mio contratto, finirò tra poche settimane la mia esperienza al PSG”.

Il videoannuncio di Mbappé

La decisione “non ha sorpreso nessuno all’interno del club”, come ha confermato domenica Luis Enrique, e non è stata uno shock neppure per il pubblico, che anzi da tempo conta i giorni per il passaggio del francese al Real Madrid, dopo di anni di trattative e indiscrezioni. Non è un mistero che la sua prossima casa sarà il Santiago Bernabeu, anche se Mbappé non ha fatto alcun riferimento diretto nel video, e a fronte delle domande dei giornalisti ha risposto che “tutto ha un suo tempo, e il momento per annunciare la prossima squadra verrà più avanti” (secondo Fabrizio Romano, nel giro di qualche settimana e non di più). “Sono tante le emozioni”, continua Mbappé, “dopo anni in cui ho avuto la possibilità e l’onore di far parte del più grande club di Francia, che mi ha permesso di arrivare dove sono ora e crescere insieme a grandi campioni. Ora, dopo sette stagioni, ho bisogno di una nuova sfida”. Non prima, però, dell’ultimo impegno con il PSG: “dobbiamo alzare l'ultimo trofeo”, facendo riferimento alla finale di Coppa di Francia che lo attende a fine mese.

Con i miei pregi e i miei difetti, sapendo di non essere uno molto espansivo e forse di non aver dimostrato tutta la mia gratitudine per l’affetto ricevuto in questi anni”, Mbappé ha quindi ringraziato ogni singolo membro del club, presente e passato: oltre ai compagni di squadra, anche “Emery, Tuchel, Pochettino, Galtier e Luis Enrique” (gli allenatori di questi anni), “Leonardo e Luis Campos” (i direttori sportivi), e “chiunque lavori qui, anche chi non si vede”. Tutti insomma, ad eccezione del numero uno del Paris Saint-Germain, il presidente Nasser Al Khelaifi. Un’omissione clamorosa e che naturalmente, in un contesto simile, non può essere stata involontaria; soprattutto considerando i rapporti tra i due, incrinati già da un paio d’anni - nel 2022 le prime frizioni, con il Real Madrid perennemente sullo sfondo - e del tutto interrotti, secondo il quotidiano francese Le Parisien, da quattro mesi almeno.

La scelta di non menzionare il proprietario qatariota non è passata inosservata né ai media - il quotidiano madrileno Marca lo ha sottolineato quasi in tempo reale, ad esempio - né tantomeno allo stesso Al Khelaifi, che prima della partita di domenica avrebbe avuto, sempre secondo Le Parisien, un acceso confronto con Mbappé. “Tremavano i muri”, riferisce un membro del PSG che avrebbe assistito alla scena. La discussione non riguardava soltanto il video del giorno prima, ma anche questioni economiche legate ai bonus previsti dal contratto di Kylian, che lascerà il club a titolo gratuito dopo essere stato acquistato per 155 milioni di euro nel 2018. Un addio che, come spesso avviene in questi casi, ha creato una spaccatura dentro e fuori dal club, ben raffigurata dalla contrapposizione vista domenica al Parco dei Principi tra il tifo organizzato, che gli ha dedicato una bellissima coreografia durante il riscaldamento, e il resto dello stadio, da cui invece è arrivato più di qualche fischio.

Insomma, c’è tanta politica nel video pubblicato da Mbappé, anche se stavolta il presidente francese Emmanuel Macron non c’entra nulla (salvo la tempestiva richiesta di vedere il giocatore in campo nei prossimi Giochi Olimpici). Non solo per la rivincita personale nei confronti di Al Khelaifi, o per l’implicita conferma dello status del Real Madrid come perenne meta da sogno dei top player europei, anche di fronte all'agguerrita concorrenza saudita (nel dubbio l’Al-Hilal aveva messo sul piatto quasi 300 milioni per convincerlo l’estate scorsa); la scelta del capitano della Francia è anche un attestato di player empowerment, e forse dell’inizio di una nuova era nel mondo del calcio. Tanto per la decisione in senso stretto, quanto per come è maturata nel tempo e per come è stata comunicata dal giocatore. 

The Decision di LeBron James

Per certi versi è sembrato di tornare a quattordici anni fa, esattamente al luglio 2010, quando dall’altra parte dell’Oceano LeBron James, stella del basket NBA, fece un annuncio simile a quello di Mbappé. Contesti, contenuti e piattaforme diverse, certo, come inevitabile per la distanza temporale tra i due momenti: LeBron aveva confezionato insieme a ESPN uno show televisivo di quasi un’ora e mezza, “The Decision”, che viene ricordato per la camicia di dubbio gusto di James e soprattutto per il tanto atteso annuncio di “portare i suoi talenti a South Beach”, dunque ai Miami Heat; Mbappé ha scelto invece, oltre ad abiti e toni più sobri, una modalità concisa e poco spettacolarizzata, senza conduttori né attese televisive, in cui lo sfondo è casa sua, non il Boys and Girls Club (Greenwich, Connecticut) scelto da James nel 2010. C’è però un significativo punto di contatto tra due vicende di portata rivoluzionaria nei rispettivi ambienti, ovvero l’appropriazione da parte del giocatore del controllo sul proprio destino, sulla propria carriera e pure sulla narrativa che lo riguarda.

The Decision” aveva rappresentato un momento di rottura rispetto al flusso di informazioni, rumors, ufficiosità e ufficialità del mercato NBA, tradizionalmente nelle mani di insider come Adrian Wojnarowski (da cui le famigerate “Woj Bombs”) e non dei diretti interessati. In quell’occasione era stato LeBron stesso a svelare il proprio destino, davanti a 13 milioni circa di americani sintonizzati su ESPN. La sua scelta è stata un punto apicale del processo di player empowerment di cui James è stato un paladino. La tendenza a firmare contratti brevi, per tenere sempre il coltello dalla parte del manico, era destinata a fare scuola e diventare una prassi consolidata nel mondo NBA, e non solo. “LeBron James ha mostrato come avere un maggiore controllo del proprio destino, incoraggiando tanti atleti a pensare fuori dagli schemi convenzionali”, diceva ai tempi Anita Elberse, professoressa di Harvard specializzata in sport business. Tra chi sembra aver raccolto il testimone c’è proprio Kylian Mbappé: brevi estensioni (come quella biennale del 2022), con opzioni per l’allungamento del contratto, controllo per quanto possibile della narrazione (da cui le accuse al PSG di “parlare troppo con la stampa”), e soprattutto il trasferimento da “free agent”, cioè da svincolato, a titolo gratuito.

Se nelle leghe americane la free agency è un’istituzione fondamentale del mercato, nel contesto calcistico europeo firmare i “parametri zero” - come vengono definiti i giocatori acquisiti da svincolati - è una dinamica sempre più diffusa, ma ancora non completamente sdoganata. Soprattutto per calciatori di grande valore e ancora in giovane età, o comunque lontani da fine carriera. Casi come quelli di Donnarumma e Calhanoglu, per fare due esempi a noi vicini, sono stati infatti vissuti e raccontati come qualcosa di eccezionale, ma sembrano destinati a rientrare presto nell’ordinario. Il caso-Mbappé conferma e rafforza questo trend, con cui il pubblico europeo avrà presto familiarità. Del resto, scegliere da svincolati la squadra in cui trasferirsi è vantaggioso per tanti motivi, e non per niente è una prassi incentivata da procuratori e intermediari (non solo per tornaconto personale); consente infatti di estromettere dal discorso il club in possesso del cartellino, di allargare il ventaglio di possibili destinazioni e soprattutto di massimizzare il guadagno economico. Il tutto a discapito del club precedente e a beneficio del nuovo, con tutti gli ovvi vantaggi nella costruzione della rosa, e dunque competitivi, che ne conseguono.

Insomma, Mbappé ha annunciato al PSG, alla Francia e al Mondo intero di essere all’alba di una nuova avventura. Non ha fatto il nome del Real Madrid per ora, ma è solo una questione di tempo perché l’affare diventi di dominio pubblico. Con le sue scelte negli ultimi anni e con il video dei giorni scorsi, il capitano dei Bleus ha suggerito la transizione del calcio verso una nuova era. E se a dare l’esempio è il miglior giocatore in circolazione, come dimostrato a suo tempo da LeBron James, è facile immaginare che nei prossimi anni saranno in tanti a “pensare fuori dagli schemi convenzionali”.