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Le maglie rimborsate da club o calciatori

Quando numeri e nomi possono fare la differenza

Le maglie rimborsate da club o calciatori Quando numeri e nomi possono fare la differenza

I kit delle squadre non sono solo semplici maglie, sono simboli di passione e orgoglio sia per i supporter che per i giocatori stessi che le indossano. Ma oltre ai colori sociali, gli appassionati si identificano anche in un giocatore specifico del loro team acquistando le maglie personalizzate con nome e numero di quel calciatore, sfoggiandole con grande fierezza. Capita, però, che queste divise diventino oggetto di controversie e che i tifosi si ritrovino tra le mani un kit che, nel giro di pochi giorni, non rispecchi più la realtà. È il caso dei giocatori che nel corso del calciomercato cambino squadra, ma anche quando gli stessi calciatori decidono di cambiare numero rispetto a quello della precedente stagione. In questi casi, sono i club o proprio i calciatori a correre ai ripari andando in soccorso degli acquirenti e rimborsandoli di tasca propria. 

Nunez, Diaz e Coutinho: i casi al Liverpool

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In casa Liverpool questa pratica si è verificata in più di un’occasione e l’ultima in ordine di tempo riguarda Darwin Nunez. L’attaccante uruguaiano arrivato nell’estate 2022, infatti, nella sua prima stagione ad Anfield Road ha indossato la maglia numero 27, salvo poi cambiare in questa annata. Con l’addio di Roberto Firmino, arrivato alla scadenza del suo contratto con i Reds e trasferitosi in Arabia Saudita all’Al-Ahli, l’ex Benfica ha deciso di prenotare il numero 9, indossato quando giocava a Lisbona. E per non lasciare scontenti i tifosi del Liverpool che avevano già acquistato la sua maglia edizione 2023-2024 col numero 27, Nunez ha così deciso di rimborsare di tasca propria tutti coloro che avevano già acquistato le sue maglie.

Non solo Darwin Nunez, sempre questa estate anche Luis Diaz ha a sua volta approfittato dell’addio di James Milner, volato al Brighton di Roberto De Zerbi, per cambiare il suo numero di maglia da 23 a 7. Il colombiano, così come Darwin Nunez, ha rimborsato di tasca propria chi aveva avuto fiducia in lui. Nel gennaio 2018, invece, Philippe Coutinho lasciava il Liverpool per trasferirsi al Barcellona lasciando un enorme vuoto nei cuori dei tifosi inglesi. Le polemiche, al tempo, furono tante e per provare a placare almeno in parte gli animi il club decise di rimborsare coloro che avevano acquistato la maglia numero 10 del brasiliano della stagione 2017-2018 con un buono da 50 sterline (circa 60 euro) per poterne acquistare un’altra. 

Cavani e la 7 di Cristiano Ronaldo

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Nel corso del calciomercato estivo del 2021 la Serie A disse addio alla luminosa stella di Cristiano Ronaldo, che lasciò la Juventus per tornare al Manchester United. All'Old Trafford però c’era un problema: l'iconico numero 7 era sulle spalle di Edinson Cavani. Per non creare incomprensioni, il Matador decise di prendere la 21 lasciata libera da Daniel James, trasferitosi a sua volta al Leeds, e per venire incontro alle esigenze dei tifosi che avevano già acquistato la divisa del bomber uruguaiano, i Red Devils decisero di cambiare la maglia a tutti coloro che ne avrebbero mostrato la prova d’acquisto negli store ufficiali. 

Morata e il cambio numero per i figli

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Un cambio dettato da motivi completamente opposti, invece, è quello di Alvaro Morata al Chelsea. Il 29 luglio del 2018, infatti, l’attaccante spagnolo è diventato papà di due gemelli e questo lieto evento lo ha portato a scegliere un nuovo numero di maglia. Come dedica ai suoi figli, l’ex Juve decise allora di portare sulle spalle il 29 sostituendo l'iniziale numero 9. “È un giorno che non dimenticherò mai. Mi dispiace per i fan che potrebbero aver comprato già la numero 9 con il mio nome, ma spero che capiscano la mia scelta e che non sarà un problema prendere quella con il 29”, aveva dichiarato Morata. I Blues decisero di sostituire la maglia di Morata a chi l’aveva già acquistata, donando tutte le magliette restituite alla Fondazione Chelsea

L’Aston Villa e il “traditore” Grealish

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L’estate 2021 fu molto tumultuosa in casa Aston Villa, quando i Villans decisero di vendere la loro stelle Jack Grealish al Manchester City per 120 milioni di euro. I tifosi claret&blue consideravano Grealish una bandiera e si sentirono traditi dal suo addio. E per provare a mettere un freno al malumore dei suoi sostenitori, il club di Birmingham decise di cambiare la maglia numero 10 di Grealish con quella di qualsiasi altro calciatore in rosa, nome e numero compresi. 

I casi Bonucci e Cassano

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Un caso simile si era verificato anche nell’estate del 2017 in Serie A, quando Leonardo Bonucci si trasferì dalla Juventus al Milan, cogliendo di sorpresa la maggiori parte dei tifosi bianconeri. Il passaggio in rossonero fu un fulmine a ciel sereno, oltre che una beffa per tutti coloro che avevano aperto il loro portafoglio per portarsi a casa la divisa con nome e numero del difensore. A quel punto decise di intervenire il Codacons, con l’Associazione dei Consumatori che chiese alla Juventus di rimborsare chi avesse comprato la maglia di Bonucci. Appello, però, che non fu accolto dai bianconeri. 

Nella stessa estate, Antonio Cassano si trasferì al Verona ma la sua avventura con gli scaligeri durò solo poche settimane, salvo arrivare poi il ripensamento del calciatore che si era anche già mostrato con la sua nuova maglia 99. L’entusiasmo era tantissimo tra i tifosi dell’Hellas, con i tifosi che fecero a gara per acquistare la maglietta di Fant'Antonio. Poi ecco la beffa, con il Verona che dovette correre ai ripari proponendo un rimborso ai supporter che avevano comprato la divisa del talento di Bari Vecchia.