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"Sono come un artista astratto": intervista a Timothy Weah

Abbiamo incontrato il nuovo giocatore della Juventus in occasione del lancio delle sue New Balance 1906

Sono come un artista astratto: intervista a Timothy Weah  Abbiamo incontrato il nuovo giocatore della Juventus in occasione del lancio delle sue New Balance 1906

Timothy Weah è già nei cuori bianconeri, bastava osservare il pubblico presente all'incontro con il nuovo calciatore della Juventus in occasione della presentazione delle nuove New Balance 1906 al JD Store di Torino. E Weah si presta sorridente all'abbraccio dei suoi tifosi, regalando cappellini e risposte ad ogni domanda con la disponibilità e l'entusiasmo dei suoi ventidue anni. Lo incontriamo subito dopo l'evento per parlare della sua nuova avventura italiana, la sua relazione con New Balance e le sue passioni oltre il campo di gioco. "All'epoca in cui il New Balance venne da me, aveva appena ricominciato ad investire seriamente nel calcio firmando Sadio Mane e Bukayo Saka. Non ho mai avuto dubbi, New Balance è una famiglia. È la mia famiglia. Ci vogliamo tutti bene. Sono andato a Boston e ho visitato la sede centrale. I capi sono lì, ti invitano a parlare con te quindi ci si sente come in una famiglia. È sicuramente una delle scelte migliori che abbia fatto, ho molto controllo creativo su tutto ed è una cosa che adoro". 

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Infatti dopo il modello lifestyle New Balance 1906, Tim Weah ha realizzato anche un makeup per un paio di scarpe da calcio, le Tekela v4 "Queens Finest Edition", in uscita il 5 Settembre presso rivenditori selezionati. "Quando giocavo a FIFA, passavo un sacco di tempo nel creare i miei scarpini e i miei giocatori. Quindi per me è un sogno che si realizza e sono grato di avere l'opportunità e la piattaforma per farlo". Mentre mi racconta com'è nata la sua collaborazione con New Balance, iniziata quando era ancora al Lille, si illumina come un bambino alle giostre ma mantenendo quella sicurezza spavalda che mostra anche in campo."Sono una persona che sa bene in che direzione voglio andare. Così ho parlato con i ragazzi e abbiamo avuto una bella conversazione. Sono venuti, mi hanno portato il prodotto, un piccolo esempio di come fosse e sì, mi piaceva". Il risultato è un paio di scarpe da gioco che omaggiano le sue origini, il Borough di New York dov'è cresciuto sulla suola e le stelle della nazionale statunitense sul tallone. "È la mia prima signature e rappresenta uno dei vantaggi di lavorare con un grande marchio come New Balance. Realizzare la propria scarpa è qualcosa che ogni giocatore sogna".

Nonostante la sua giovane età Weah ha le idee molto chiare sul suo futuro, anche dopo e oltre il calcio giocato. "Il mio obiettivo principale è lavorare per New Balance dopo la mia carriera calcistica come direttore creativo. Se riuscissi a farlo, sarebbe fantastico. Quindi spero che nel mio prossimo contratto potrò firmare un contratto di 20 anni e rimanere per sempre con New Balance." Un progetto ambizioso che però nelle parole di Weah sembra così facile da realizzare. Infatti il calciatore della Juventus è molto attivo, dalla produzione musicale alla passione verso la moda che testimonia anche attraverso i suoi social. "È come se vestirmi fosse naturale per me. Non vado mai davanti al mio armadio e mi siedo lì a guardare i vestiti e a pensare: "Ok, devo abbinare questo a quest'altro. Sono un pittore astratto" dice ridendo quando gli chiedo di spiegarmi il suo stile, "Il mio stile è davvero casuale, dipende da come mi sento in quel giorno". Vedremo se ora in Italia il suo senso estetico cambierà, seguendo le mode e i trend che anche nel mondo del calcio si stanno facendo sempre più strada.

"Sono molto felice di vivere qui ora, sono fortunato di avere questa opportunità. Adoro il Paese, il cibo qui è fantastico e ogni città ha le sue piccole tradizioni. Spero di rimanere qui per un po' e di poter girare le diverse città. Già ora andiamo in trasferta e quindi mangiamo negli hotel, ma spero di poter visitare i ristoranti storici con più tranquillità." Weah è cresciuto a New York, nel Queens, ma la sua famiglia è strettamente legata all'Italia visto che suo padre George ha giocato a Milano per cinque stagioni segnando 46 gol con la maglia rossonera. "È buono, però. Non fraintendetemi. Penso che sia buono ma non è italiano, ma a New York il cibo italiano è buono. Certo non so quanto per voi sia accettabile mettere la Buffalo Sauce sulla pizza" mi racconta delle differenze tra il cibo con cui è cresciuto a New York e quello che sta provando ora a Torino. "Penso che, essendo di New York, abbia una sensibilità multiculturale ed abbia imparato ad adattarmi, tanto che qui ora mi sento a casa in Italia". L'inserimento di Weah infatti è avvenuto senza strappi, merito anche della presenza di un connazionale come Weston McKennie"Come ti ho detto, qui mi sento come a casa. Fin dal primo giorno, tutti sono stati calorosi e accoglienti. Credo che il fatto di avere qui Winston mi abbia reso meno nervoso per l'arrivo in una nuova squadra. Ma, sì, mi sto godendo ogni minuto qui."