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Guardare il Giro D'Italia attraverso gli occhiali Oakley

Abbiamo seguito l'ultima tappa della corsa rosa da una posizione privilegiata

Guardare il Giro D'Italia attraverso gli occhiali Oakley Abbiamo seguito l'ultima tappa della corsa rosa da una posizione privilegiata
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C’è una sensazione strana nell’aria di Roma quando arriva il Giro d’Italia, una conclusione inedita per la gara rosa che solitamente trova la sua fine naturale a Milano in Piazza Duomo. L’elettricità per le strade, l’attesa della volata finale a Piazza Venezia tra le due ali di folla che accompagnano il gruppo nell’ultima fatica in sella fa da contraltare alla scenografia monumentale del centro storico romano, impassibile di fronte alla fatica dei corridori. Un confronto impossibile quello che si snoda tra le vie di Roma, tra il Colosseo e San Pietro, tra il Circo Massimo e il Lungotevere, tra tradizione e la tecnica. Il ciclismo è da sempre uno sport in bilico tra l’estrema ricerca tecnologica, fatto di strumenti e attrezzature avveniristiche studiate per guadagnare ogni singolo decimo di secondo, e lo sforzo quasi primordiale, tormentato che spinge gli atleti a imprese oltre il loro fisico. 

Oakley

In questa affascinante contraddizione che vive l’aspetto più romantico del ciclismo, quello che raduna in questa domenica di sole migliaia di persone sul loro mezzo a due ruote in attesa della carovana rosa. Che siano le biciclette settate nella galleria del vento dei professionisti, quelle cigolanti dei cicloamatori e persino le e-bike di chi non ha voglia di tornare a casa totalmente sudato, tutti condividono la stessa esperienza di libertà e comunità. E poi ci sono io, che ho avuto la possibilità di seguire da vicinissimo l’ultima tappa del Giro d’Italia grazie ad uno dei main partner ufficiali di RCS Sport, Oakley. Talmente vicino da essere scosso dallo spostamento d’aria del gruppo lanciato a tutta velocità incurante sui sampietrini davanti al Colosseo, gli stessi sampietrini che invece qualche ora prima avevo percorso con molta più cautela quando siamo scesi in bici sullo stesso anello del percorso ufficiale. 

Poter pedalare qualche chilometro tra le bellezze mia città natale, su quelle strade che è praticamente impossibile non incontrare imbottigliate di macchine, è un’esperienza racconta quel senso di unicità e personalizzazione che anima da ormai cinquant’anni il brand californiano. Un brand che ha contraddistinto più che un singolo sport, un’idea di sport fatta di continua ricerca della perfezione e di piena espressione di sé. Mentre infatti nel ciclismo professionista gli atleti si sono trasformati in macchine perfette con l’occhio fisso sui watt espressi, sono pochi i dettagli che separano le velocissime macchie colorate che sfrecciano davanti agli occhi dei tifosi. Non ci sono più le bandane, i pizzetti e le capigliature al vento, sostituite da caschi levigati, maglie monocromatiche e gli ormai immancabili occhiali da sole a mascherare la fatica e le emozioni. 

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E proprio l’occhiale è diventato un modo per distinguersi, modellando le forme come acqua corrente sul volto dei corridori. Il vincitore della maglia rosa Primoz Roglic e tutta la sua squadra Jumbo Visma hanno usato i modelli Oakley più innovativi durante le 21 tappe che sono servite per arrivare a Roma con una manciata di secondi di vantaggio su Geraint Thomas, lo sfortunato fuoriclasse belga Remco Evenepoel, costretto al ritiro mentre era al comando del Giro, ha dominato le due cronometro con i suoi Sutro Lite Sweep customizzati con l’iride da campione del mondo. Ma soprattutto Mark Cavendish, uno degli sprinter più vincenti di tutti i tempi, che è da numerose stagioni ormai legato agli occhiali californiani e che per l’occasione del Giro ha debuttato un nuovo paio di Oakley Kato dorati della sua linea personale. E il finale su Via dei Fori Imperiali è stato proprio da film, con Cannonball che volava lungo le transenne vincendo per distacco la sua ultima tappa al Giro D’Italia con i suoi Kato griffati. 

Il lavoro di ricerca e sviluppo sulla tecnologia PhysioMorphic Geometry rendono i Kato un modello unico e innovativo persino tra gli occhiali da performance sportiva. Con la sua forma avvolgente e fluida, abbraccia l’intero volto mettendolo al sicuro da ogni possibile pericolo e permette all’occhio di spaziare in ogni direzione grazie alle lenti Prizm™, realizzate per migliorare il contrasto in qualsiasi condizione atmosferica e di luminosità. Indossandoli si viene teletrasportati qualche secolo in avanti, in un mondo futuristico in cui la forma è in perfetta armonia con la funzionalità. Davanti al Colosseo, il riflesso del sole sulle lenti bronzee è come una scintilla, circondato da monumenti che raccontano la memoria del mondo mi chiedo come sarebbe stato il passato se il futuro fosse arrivato prima.