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Come l'accordo con PUMA potrebbe rivoluzionare la Formula 1

Motivazioni, impatto e modelli di ispirazione di una partnership storica

Come l'accordo con PUMA potrebbe rivoluzionare la Formula 1 Motivazioni, impatto e modelli di ispirazione di una partnership storica

La Formula 1 ha scelto PUMA come nuovo fornitore ufficiale per le gare e per la produzione di capi d’abbigliamento, accessori e calzature. Il brand è da tempo attivo nel mondo delle corse automobilistiche e realizzerà l’equipaggiamento per il personale a bordo pista ed anche prodotti più orientati ad incontrare i gusti e i desideri delle diverse fasce di pubblico. Il contratto siglato recentemente, ma che entrerà in vigore a partire dal 2024, include il diritto alla vendita esclusiva, non solo dei prodotti brandizzati F1 ma, ed ecco un altro punto che merita risalto, di tutte le scuderie della categoria. Si tratta di una svolta epocale, non solo per l’importanza dell’accordo in sé, ma perché dietro quest’ultimo si cela la scelta forte di imboccare un progetto di unione totale condiviso da entrambe le parti, sul modello degli sport statunitensi, come fatto ad esempio dall'NBA con Nike ed dall'MLS con adidas.

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Ormai da diversi decenni, PUMA ha trovato nel motorsport uno dei suoi più importanti mercati di riferimento, in particolar modo con la realizzazione di attrezzature tecniche da gara come scarpe da corsa e tute ignifughe. Ma la presenza del brand bavarese nel mondo delle corse è ben più trasversale di così, avendo dato una vigorosa spinta anche sul piano del lifestyle del fashion e del fanwear in collaborazione con i team più prestigiosi della Formula 1. Del resto, a testimoniare la fede assoluta riposta in questo settore sono proprio le parole del CEO Arne Freundt, il quale ha delineato la figura di PUMA come il brand più credibile ed autentico del motorsport, proprio in ragione di un know-how maturato in anni ed anni di esperienza, il quale garantisce la miglior qualità possibile nella produzione destinata tanto ai piloti ed alle scuderie, quanto ai fan.

Con un occhio rivolto al passato e l’altro a brillare d’entusiasmo rivolto al futuro, Freundt ha voluto sottolineare come il recente accordo siglato sia un’occasione per esplorare nuovi orizzonti di questa compenetrazione tra moda e sport - più che ricorrente, quasi inevitabile nel contesto odierno - e tra lifestyle e Formula 1. I canoni della cultura sportiva possono essere così traslati fuori dal tracciato, su un piano esterno a quello delle corse, con gli articoli che saranno disponibili per l’acquisto sia sullo store ufficiale della F1, che su quello di PUMA, oltre che nei negozi che quest’ultima possiede in giro per il mondo.

Non dissimile è la prospettiva dell’altra parte dell’accordo, il direttivo della F1. Stefano Domenicali - Presidente e CEO della Formula 1 - ha accolto la firma del contratto con parole di fiducia verso il suo nuovo partner tecnico: “Mentre la F1 continua a crescere in tutto il mondo, abbiamo raggiunto nuovi fan attraverso collaborazioni entusiasmanti e stiamo vedendo lo sport entrare in aree della cultura mainstream mai viste prima, Puma ha una ricca storia negli sport motoristici, il che li rende perfetti per la F1, in quanto portiamo l’abbigliamento di questo sport a un livello superiore per i fan in strada, per i piloti nei paddock e tutto il resto”.

Non si scopre nulla di nuovo nell’evidenziare l’euforia attorno alle nuove prospettive condivise dai due attori sulla scena, quello che però merita di essere sottolineato, come si diceva in apertura, è come questa formula ricalchi i modelli già sperimentati oltre oceano da NBA ed MLS, rispettivamente con Nike ed adidas. La storia insegna che andare a braccetto in pianta stabile con leghe sportive aventi marchi così forti, essendo in genere specchio di un progetto a lungo termine (ed anche molto costoso) è una scelta che offre grosse opportunità, ma comporta anche dei grossi rischi.

Nel caso dell’NBA, ad esempio, prima adidas ha scelto di concludere il proprio accordo di sponsorizzazione con la lega americana non riuscendo ad ottenere i risultati previsti in termini economici e di posizionamento culturale. Quadro diverso quello di Nike, che per finalizzare il sodalizio con NBA superò la concorrenza di Under Armour, forte della connessione con la pallacanestro esplosa in maniera viscerale con Michael Jordan. In questo senso, il vento della storia soffia a favore del futuro binomio PUMA-F1, che entra a pieno titolo tra gli accordi di sponsorizzazione più importanti della storia dello sport.