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Joel Pohjanpalo, il nuovo bomber di provincia

Il capocannoniere della Serie B che si ferma a bere una birra a bordocampo è un tuffo nella nostalgia

Joel Pohjanpalo, il nuovo bomber di provincia Il capocannoniere della Serie B che si ferma a bere una birra a bordocampo è un tuffo nella nostalgia

C’è stata un’epoca nel calcio italiano, che ormai è nascosta in una nebbia di nostalgia, nella quale c’erano talmente tanti attaccanti fortissimi in giro che alcuni non arrivavano neanche alle grandi squadre e diventavano così dei fenomeni di provincia, figure mitologiche che sono diventate con il tempo più grandi della città stessa. Con il passare dei decenni il talento nel panorama calcistico italiano è andato via via diluendosi, lasciando quelle piazze orfane dei bomber che una volta terrorizzavano le reti avversarie. A volte però affiorano ancora calciatori in grado di invertire questa rotta, portando in città meno affermate calcisticamente dei giocatori fuori categoria, capaci di alzare improvvisamente il livello e stringere un rapporto fortissimo con i tifosi e la squadra. Non è un caso che l’ultimo arrivato in questa lunga genealogia sia emerso nella Laguna, dov’è diventato in brevissimo tempo capitano, trascinatore e anima del Venezia. Stiamo ovviamente parlando di Joel Pohjanpalo, diventato un’icona nello scorso weekend per aver tracannato una birra dopo aver segnato quattro gol nella gara casalinga di Serie B contro il Modena. 

Come un vero bomber di provincia infatti non bastano solo i gol, e Pohjanpalo ha appena raggiunto Lapadula in vetta alla classifica marcatori della serie cadetta, ma soprattutto l’attitudine, l’estetica. E da questo punto di vista l’attaccante finlandese ha davvero poco da far rimpiangere ai suoi celebri predecessori. Alto, biondo, con i capelli con la riga da attore consumato e la freddezza sottoporta di un fiordo, esotico il giusto in una città di mare, Pohjanpalo è immediatamente entrato in sintonia con la Serenissima. A differenza di molti altri suoi compagni arancioverdi ha scelto di vivere nel centro storico di Venezia, a contatto con i tifosi che incontra quando gira per calle e canali, regalandosi un cicchetto ai bacoli e un’ombra per festeggiare le vittorie. Durante la settimana è facile trovarlo seduto ai tavoli dei suoi ristoranti preferiti, sempre disponibile a rispondere in inglese alle richieste in veneziano di foto e autografi, sentendosi finalmente a casa dopo una carriera in giro per l'Europa. 

Ed è proprio questa simbiosi che ha stabilito con la città ad averlo reso un'icona, un finlandese trapiantato in quella che dopo la partita contro il Modena ha definito la città più bella al mondo. “Nessuna città può reggere il confronto con questa e me la godo. Mi piace segnare in casa per regalare gioia ai tifosi”, che grazie alle sue prodezze sottoporta hanno definitivamente abbandonato la zona retrocessione avvicinandosi sempre più a quella playoff. Un risultato che potrebbe davvero scolpire il profilo norreo di Pohjanpalo accanto a quello dei Dogi cittadini, magari insieme ad una pinta di birra, il dettaglio in grado di rendere un grande attaccante un vero bomber di provincia. Come le sigarette all'intervallo di Dario Hubner, il boccale di Pohjanpalo è il simbolo di un calcio che non si prende così tanto sul serio, meno perfetto e più umano, giocato dalle stesse persone che incontriamo al bar e non da alieni creati in laboratori segreti.