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La strana storia dello sponsor tecnico dell'Union Saint-Gilloise

Perché uno dei club più in ascesa ha deciso di realizzarsi le maglie da solo

La strana storia dello sponsor tecnico dell'Union Saint-Gilloise  Perché uno dei club più in ascesa ha deciso di realizzarsi le maglie da solo

L’anno scorso il Royale Union Saint-Gilloise ha rapidamente scalato le classifiche delle squadre più hipster del Vecchio Continente passando dalla seconda divisione belga alla quasi vittoria del titolo dopo oltre ottant’anni dall’ultimo campionato. In questa stagione però la squadra di Bruxelles ha alzato ulteriormente il tiro raggiungendo i quarti di finale di Europa League e il secondo posto in Jupiler League a pochi punti dal Genk capolista. Ma le particolarità di questa squadra storica non si fermano ovviamente ai semplici risultati di campo. Per questa stagione infatti i belgi, dopo aver appaltato negli anni le proprie maglie di gioco a sponsor importanti come Erreà, Joma e Le Coq Sportif, ha deciso di percorrere la strada dell’autoproduzione lanciando la propria linea sportiva. 

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Una soluzione quasi anacronistica, ma che ben testimonia l’approccio votato alla tradizione e alla comunità della squadra della capitale belga, che nonostante sia tornata da poco a livelli importanti può vantare una storia più che centenaria. Così quando è arrivato il momento di creare la linea sportiva del club, la scelta del nome è caduta su un soprannome iconico quanto oscuro. Sulle maglie gialle e blu dell’Union infatti è ora presente il logo di un fantomatico Union Soixante, poi inglesizzato in Union Sixty. Il riferimento è storia dell’altro secolo, tanto che la stagione attuale celebra il 125esimo anniversario del club belga, quando durante il triennio che va dal 1933 compreso sino al 1935 quando la squadra del piccolo paese vicino Bruxelles riuscì ad aggiudicarsi 3 titoli nazionali consecutivi mantenendo la propria imbattibilità per 60 partite di fila

Proprio quest’ultimo record realizzato dalla squadra capitanata allora da Jules Pappaert gli è valso il soprannome di Union Soixante, ovvero sessanta come le partite consecutive senza sconfitta. Così 90 anni dopo l’attuale presidente Tony Bloom, proprietario anche del Brighton ed esperto di scommesse, ha scelto di rilanciare la storia dell’Union risollevandola dalle serie minori e celebrando il suo trionfale passato. “Presidente, non perderemo più nessuna partita’, furono le parole che il capitano Jules Pappaert rivolse al presidente Joseph Mariën. Il resto fa parte della storia del calcio belga e internazionale. Come tributo alla nostra storia, stiamo lanciando il nostro marchio di abbigliamento, Union Sixty.” ha affermato proprio Bloom ad inizio stagione lanciando le nuove maglie della squadra.

Mentre quindi il mondo del calcio si sta sempre più uniformando verso gli stessi brand e estetiche comuni, il Royale Union Saint-Gilloise ha invece deciso di distinguersi addirittura tornando ad un’epoca quando le squadre realizzavano in-house i propri kit  e prima dell’avvento delle sponsorizzazioni milionarie. Ulteriore elemento ironico il main sponsor sulla maglia, quel Lotto che ha saputo disegnare l’estetica degli anni ‘90 e che ora è presente in Serie A solo sulle maglie del Monza, in un ribaltamento tra sponsor tecnico e quello commerciale. Se siete amanti del calcio con delle venature nostalgiche, della storia profonda che va oltre gli ultimi decenni e vi appassionano le squadre europee di campionati meno conosciuti l’Union potrebbe essere la vostra nuova fissa da tifare già giovedì nel ritorno di Europa League