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Le squadre inglesi stanno acquistando altre squadre in giro per il mondo

Il calciomercato è superato

Le squadre inglesi stanno acquistando altre squadre in giro per il mondo Il calciomercato è superato

Nonostante il Chelsea e in generale tutte le squadre di Premier League abbiano dominato il calciomercato con i loro colpi di mercato, acquistare i calciatori sembra essere qualcosa di superato per le squadre inglesi. Si, perché ormai tutti i club si stanno concentrando nell'acquisire altri club in giro per il mondo, una pratica non nuovissima ma che nelle ultime stagioni sta accadendo con più frequenza. L'ultima in ordine di tempo è stata l'Aston Villa, che ha acquistato la metà delle quote del Vitória Guimarães, assicurandosi così tutta l'esperienza e le risorse del club portoghese che negli ultimi anni è saltato alle cronache non solo per alcuni dei suoi talenti cresciuti in casa ma anche attraverso il suo scouting ben congegnato. Le acquisizioni multiple nel calcio sono ormai diventate cosa nota, in Italia l'anno scorso è arrivato 777 Partners acquistando il Genoa da Preziosi e quest'anno il celebre e chiacchierato City Group che ha messo le mani sul Palermo appena fallito e rifondato. 

Un trend che la UEFA e le altre istituzioni calcistiche stanno guardando con molta attenzione,  perché rischia di minare l'integrità delle competizioni stesse. Immaginate infatti che in Champions League si incontrino delle squadre con la stessa presidenza, come Watford e Udinese (per citarne due a caso), sicuramente creerebbe una situazione sospetta. Eppure la UEFA ha da tempo stabilito che due team del medesimo proprietario non possono competere nella stessa manifestazione, seguendo l'articolo 5 del “Regulations of the UEFA Champions League” che affronta questa eventualità: “nessun club che partecipa ad una competizione UEFA per club, può direttamente o indirettamente detenere o negoziare titoli o azioni di qualsiasi altro club che vi partecipi. Un membro di una Società che partecipa alle competizioni UEFA per club, non può essere allo stesso tempo coinvolto a qualsiasi titolo nella gestione, amministrazione o prestazione di qualsiasi altro club”. 

Ma nonostante questa regola che sembra chiara e rigida, senza nessuna possibilità di aggirarla, qualche anno fa si è creato un precedente importante che nel futuro potrà aiutare i gruppi di 777 Partners City Group, che sono quelli che detengono più squadre. La UEFA infatti ha autorizzato la partecipazione in Europa League di Lipsia e Salisburgo, entrambi di proprietà del gruppo Red Bull, visto che la seconda squadra citata ha solo un accordo di sponsorizzazione, anche se è in tutto e per tutto una squadra controllata dal celebre marchio di energy drink. Una decisione che a primo acchito appare inspiegabile e che come ribadito rischia di creare un precedente. In Italia situazioni simili si stanno per ripresentare, dopo il caso Salernitana - Lazio infatti molto presto ci sarà anche quello del Bari, qualora dovesse essere promosso, squadra che condivide la stessa presidenza del Napoli. Fino ad ora la Lega Serie A è stata molto cauta sulla comproprietà, la Figc ha deciso di posticipare la questione multiproprietà fino al 2028, quindi i De Laurentiis per ora possono tenere sia il Bari che il Napoli senza dover vendere. Anche questa una decisione strana che attesta come le multiproprietà siano ormai più che presenti nel mondo del calcio.

Ma ritornando nel territorio inglese, i club di Premier League e non solo, sono ormai protagonisti di questo strano calciomercato con acquisizioni record che ovviamente possono aiutare il club nel mandare giocatori in prestito, gestire al meglio le finanze e gli slot per gli extracomunitari, oltre che favorire determinati trasferimenti e cambi di squadra. Al momento questi infatti sono gli accordi presenti nel campionato inglese. Come ribadito il Manchester City è la squadra con il gruppo più grande, detenendo le quote di NY City, Melbourne City, Torque, Girona, Mumbay City, Lommel, Troyes e Palermo. L'attuale prima in classifica, l'Arsenal, condivide la stessa proprietà dei Colorado Rapids, squadra di MLS. Il Brighton invece ha puntato sull'Union SG, mentre il Brentford ha pescato nel Nord Europa con il Midtjylland e come detto in precedenza l'Aston Villa detiene la metà delle quote del Vitoria Guimares.

Ma non è finita qui, il Crystal Palace si è assicurata Botafoto, Molenbeek e il 40% delle quote del Lione, club satelliti niente male. La famiglia che gestisce il Leicester si è invece assicurata una squadra belga, Oud-Heverlee Leuven, andando in cerca di talenti in una nazione che non smette mai di sfornarli. Il Nottingham Forest ha deciso di puntare invece su un campionato che da tempo sembra aver perso il suo smalto ma che è comunque pronto a tornare in auge, condividendo la stessa presidenza dell'Olympiakos. Il Southampton ha invece puntato sul Goztepe mentre come ben sappiamo il Watford è ormai da tempo legato con l'Udinese, condividendo la stessa presidenza. Il Birmingham invece guarda in Australia con il Western Melbourne e lo Swansea si è rifugiato negli USA con il DC United, per ultimi invece non male gli accordi del Cardiff che negli si è assicurata Kortrijk, Sarajevo e LA FC

Insomma se oggi la Premier League è un campionato inarrivabile a livello di profitti, spese e di gioco, molto lo deve anche ai suoi proprietari che non smettono di investire anche nei club satelliti, generando nuove possibilità per i loro club, mentre in Italia la situazione è ancora ferma, attestando un momento di recessione che dura ormai da troppo tempo.