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In Premier League il mercato dei main sponsor sta entrando nel vivo

La prossima stagione ben dieci squadre inglesi dovranno cambiare lo sponsor sulla maglia

In Premier League il mercato dei main sponsor sta entrando nel vivo La prossima stagione ben dieci squadre inglesi dovranno cambiare lo sponsor sulla maglia

Dopo che si è appena conclusa la finestra di trasferimenti invernale, ecco che si è aperto un nuovo e fondamentale mercato che non sposterà giocatori da un campionato all’altro ma è forse ancora più importante nei bilanci delle squadre europee. Stiamo parlando del selvaggio e oscuro mercato della sponsorizzazione commerciale, quella che decide il costo di mettere un logo invece che un’altro al centro delle maglie e che è uno dei capitoli più importanti del bilancio annuale dei club. Specialmente sotto un regime di Fair Play finanziario, gli introiti legati alla sponsorizzazione sono diventati imprescindibili non solamente per il sostegno economico ma anche per non incorrere in sanzioni da parte della Uefa.

Come hanno dimostrato le recenti accuse rivolte al Manchester City, oltre 100 infrazioni che vanno dalla stagione 2009/10 a quella 2017/18, il tema delle sponsorizzazioni non ha solo un effetto economico o estetico, ma riguarda anche le regole e le programmazioni di ogni singolo club. Secondo un lungo pezzo di The Athletic, in Premier League si è già cominciato a contrattare i tanti nuovi main sponsor che vedremo dalla prossima stagione sulle maglie del più famoso campionato di calcio. Saranno molti infatti i cambiamenti, alcuni forzati, altri invece effettuati per aumentare sempre più le entrate, altri ancora per evitare le critiche dei propri tifosi, che riguarderanno la metà delle squadre impegnate nella massima divisione inglese. 

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Tra queste troviamo il Chelsea che, dopo il turbolento passaggio di proprietà da Roman Abramovich a quella di Todd Boehly, si è trovata ad affrontare anche il delicato caso del proprio main sponsor 3, che aveva chiesto senza fortuna di esser rimosso dalle maglie dei Blues una volta iniziata la guerra d’invasione russa in Ucraina. Ora finalmente l’azienda di telecomunicazioni dividerà il proprio brand da quello della squadra londinese, che a sua volta dovrà sostituire i 40 milioni di sterline che gli spettavano di contratto. Ai quali vanno sommati i 20 che invece erano pattuiti con la cryptocompany WhaleFin per lo sleeve sponsor, che ha scelto di chiudere dopo solo una stagione un contratto da cinque anni. Il Chelsea dovrà presto coprire questo buco nel bilancio, specialmente dopo aver speso oltre 400 milioni nel solo mercato di Gennaio, e non ha molto tempo per farlo visto le restrizioni del FFP. 

Anche il Manchester United si trova in una situazione simile a quella affrontata la scorsa stagione dal Chelsea, con i proprietari americani che sono alla ricerca di un acquirente ed un main sponsor, TeamViewer, che vorrebbe uscire il prima possibile dal suo contratto. Nonostante i Glazer preferirebbero affrontare una situazione alla volta e lasciare la ricerca di un nuovo sponsor di maglia alla proprietà che arriverà, da parte della società di software tedesca c’è la volontà di interrompere ora l’accordo destinato fino al 2026 e rimanere come sponsor minore nel club di Manchester. E se mentre le Big Six possono chiedere intorno ai 50 milioni di euro per ogni anno nel quale il logo dell’azienda è ben visibile al centro della maglia, diversa è la situazione per i club meno blasonati.

Il Newcastle United ad esempio, appena acquistato da una proprietà saudita e in lotta per un posto in Champions League, non vede l’ora di poter trovare un sostituto all’azienda di scommesse cinese Fun88, la quale secondo stime versava nelle casse dei Magpies solamente sette milioni di sterline a stagione. Avere come sponsor di maglia dei siti di scommesse è una pratica ancora molto usata tra i club nella parte bassa della Premier League, nonostante da tempo si dica come dovrebbero essere limitati, anche perché nel caso di tali squadre gli introiti legati all’azienda che pone il proprio nome al centro della maglia rappresentano oltre la metà di quelli complessivi. 

Questa dipendenza da fa sì che spesso i club passino da un affare all'altro cercando di massimizzare il valore ogni volta, aumentando così più la fluttuazione e la volatilità che il reale valore commerciale. Allo stesso tempo una regolazione più stringente, eliminando le aziende di betting e le criptovalute, se da un lato potrebbe solidificare il mercato dall’altro lato lo renderebbe meno dinamico e competitivo, diminuendo i potenziali guadagni dei club e le loro conseguenti possibilità di spesa.