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Perché si sta parlando della Kings League

E perché tutti si stanno chiedendo chi è un calciatore mascherato come un wrestler

Perché si sta parlando della Kings League E perché tutti si stanno chiedendo chi è un calciatore mascherato come un wrestler

Dopo aver lasciato la carriera professionistica alla fine dello scorso anno, Gerard Piqué ha già trovato una nuova occupazione nel mondo del calcio. Anche se forse calcio non è il miglior modo per definire la Kings League, una lega creata dal calciatore catalano e dallo streamer Ibai Llanos che ha avuto il primo Gennaio la sua giornata inaugurale, seguita da oltre 15 milioni di spettatori. Un numero sensazionale, che ha superato di cinque volte anche quello fatto ottenere dalla prima giornata de LaLiga, per un torneo da calcio a 7 formato da 12 squadre e che vede vecchie glorie del calcio iberico e mondiale sfidarsi con sconosciuti che si sono candidati on-line al Draft che si è svolto il 27 Dicembre. A queste squadre sono poi state aggiunti alcuni ex-professionisti come Iker Casillas, Joan Capdevila, il Chicharito Hernández e Javier Saviola

Ma a differenza dei tanti tornei per calciatori non più in attività, la Kings League ha introdotto delle regole rubate a altri sport e che lo rendono più simile ad uno show da appunto trasmettere su Twitch o Youtube piuttosto che a una partita di calcio. Così nella Kings League è possibile effettuare sostituzioni infinite come nel basket, il calcio d’inizio è come a pallanuoto con le due squadre che partono dalla linea di fondo, le chiamate del VAR sono “a chiamata” da parte delle squadre e i rigori si battono in stile hockey o in modo simile agli shoot-out del Trofeo Birra Moretti. La regola più strana della lega riguarda però 5 carte jolly, che ogni squadra pesca prima del fischio iniziale e che possono portare a bonus come avere un rigore, raddoppiare un gol o giocare in superiorità numerica.

Il lancio definitivo della Kings League però è arrivata grazie alla straordinaria mossa pubblicitaria di far giocare un calciatore mascherato come un lottatore messicano. Con una tuta a coprire i tatuaggi, il numero 69 stampato sulle spalle, Enigma è stata la superstar dell’ultimo turno della Kings League, tutti si sono chiesti chi ci fosse dietro la maschera da wrestler. C’è chi ha detto che fosse Isco, svincolato dopo aver rescisso il contratto con il Valencia lo scorso anno, Denis Suarez del Celta Vigo o Nano Mesa del Cadice. Sicuramente però è stata una grande trovata per rendere ancora più intrigante e misterioso il gioco, avvicinando il calcio ad uno sport scritto come appunto il wrestling. 

Il Presidente de LaLiga, Javier Tebas, lo ha definito un circo, commentando la natura spettacolare della Kings League. Alla quale Piqué ha risposto che “oggi il prodotto calcio è superato. Per attirare l’attenzione del pubblico giovane è necessario creare contenuti brevi e divertenti. 90 minuti sono un tempo eccessivo. Se non vogliamo i tempi, almeno introduciamo regole più stimolanti”. La questione di come cambiare il calcio per avvicinarsi alle nuove generazioni è sicuramente centrale e, se con molta probabilità la Kings League non sarà la risposta a tutti questi problemi, il suo approccio divertito e iconoclasta propone una novità. 

Ovviamente negli anni in molti hanno cercato di dare una veste più moderna al calcio, introducendo nuove regole o rendendolo più interattivo attraverso i social, e quella di Piqué e Ibai Llanos non sarà certo l'ultima. Ma il difensore del Barca ha dimostrato di sapersi muovere con grande abilità anche fuori dal campo - ricordiamo l'incredibile mondiale del palloncino dello scorso anno - e la Kings League potrebbe essere qualcosa di più di un semplice fenomeno virale.