Vedi tutti

Perché non esiste il Boxing Day in Serie A

E come invece la Serie B dimostra che sarebbe un successo

Perché non esiste il Boxing Day in Serie A E come invece la Serie B dimostra che sarebbe un successo

Si dice che la tradizione del Boxing Day risalga al periodo vittoriano, quando veniva concesso il giorno libero a tutti i dipendenti e dato loro un regalo per il lavoro svolto durante l’anno. In quella giornata libera si organizzavano quindi una o più partite di calcio, che proprio in quel periodo si stava affacciando al professionismo superando in popolarità il rugby. L’usanza di passare quindi il giorno dopo Natale allo stadio è entrato a pieno diritto nella cultura inglese, fino a rendere il 26 Dicembre la giornata dedicata al calcio nella quale mettere a calendario alcune delle sfide più attese dell’anno. Ieri sono infatti scese in campo dopo la pausa mondiale il Tottenham di Antonio Conte, l’Arsenal capolista e il Liverpool, che solo qualche giorno prima aveva dato vita ad uno spettacolare match di Carabao Cup con il Manchester City. Una festa per il calcio che dalla Premier League scende lungo tutte le altre categorie inglesi fino ai bordi del professionismo, unendo ogni appassionato di calcio in un simbolico abbraccio natalizio. 

E come ogni anno ci si interroga sul perché tale tradizione sia impermeabile alla Serie A, dove si tornerà a giocare con tutta calma il 4 Gennaio 2023, nonostante i club siano fermi ormai da oltre un mese e si sono dovuti inventare amichevoli e tournée in ogni angolo del pianeta. Neanche l’unicità di una Coppa del Mondo invernale in Qatar, nella quale l’Italia non è stata protagonista, ha smosso la Lega Calcio nel provare a sfruttare una data particolarmente proficua sia per gli spettatori che per i broadcaster. In realtà ci sono stati tentativi di introdurre il Boxing Day anche in Serie A, che però non hanno mai preso il giusto piede nonostante i risultati tutt'altro che trascurabili. Inizialmente si è cercato di usare Santo Stefano per dare rilievo ai quarti di finale di Coppa Italia 2017/18, con le sfide tra Lazio e Fiorentina il 26 e il giorno successivo tra Inter e Milan. Nella stagione 2018/19 poi per la prima volta dal 1971 la Serie A è tornata in campo dopo Natale, con una giornata interamente dedicata allo sport nazionale. Si è iniziato all’ora di pranzo con Frosinone-Milan, per poi continuare con altre cinque partite nella fascia pomeridiana e concludere la sera con il big match tra Inter e Napoli a San Siro.

Proprio quest’ultimo sarà uno dei motivi per il quale l’esperimento Boxing Day verrà presto accantonato dalla Lega Calcio. Prima del fischio d’inizio gruppi ultras di Inter, Varese e Nizza si sono ritrovati all'esterno dello stadio Meazza per tendere un agguato ai pullman che trasportavano i tifosi napoletani che si concluderà con la morte di Daniele Belardinelli, 35enne capo del gruppo ultrà Blood&Honour del Varese. E anche in campo la situazione si rivelerà immediatamente molto tesa a causa dei vergognosi fischi razzisti nei confronti di Kalidou Koulibaly, che verrà poi espulso dall’arbitro Mazzoleni in piena confusione. Quanto successo dentro e fuori San Siro però non ha condizionato la buona riuscita dell’esperimento, con stadi che hanno fatto registrare medie più alte di quelle stagionali e altrettanti spettatori davanti alla televisione ancora in digestione del pranzo di Natale. 254 mila spettatori si erano recati allo stadio per seguire gli incontri mentre i dati di SkySport hanno parlato di 5 milioni di spettatori medi sulla 18esima giornata, superiori ad ogni giornata nel girone d’andata.

I numeri però non sono bastati, e dopo un solo tentativo la Serie A è tornata in letargo saltando completamente la finestra natalizia. Non è mai stata data una reale motivazione, e le cause sono quindi da attribuire alla scarsa intenzione di rinnovare il calendario unita alla preferenza dei calciatori di spendere le proprie ferie natalizie in famiglia e agli obblighi sindacali delle categorie legate all’organizzazione e logistica di una partita di calcio. Anche il Presidente della Figc, Gabriele Gravina, è rimasto molto deluso dall’assenza del boxing day nel campionato di Serie A quando interpellato sull’argomento, ritenendo che “giocare durante il periodo natalizio sia l'occasione migliore per far vivere alle famiglie delle giornate di festa”.

L’ultima parola però spetta come sempre alla Lega Calcio, che finora non si è dimostrata interessata a sperimentare ulteriormente sul calendario della massima serie. E di conseguenza questa voglia di calcio durante le feste è stata accolta dalla Serie B, che negli ultimi anni ha realizzato il suo Boxing Day, inserendo partite di cartello e raccogliendo risultati di grande rilievo. Proprio ieri il big match tra Genoa e Bari ha raccolto al San Nicola oltre 50.000 spettatori, numeri record per la serie cadetta che testimoniano come non ci siano feste o parenti che tengano quando c’è da sostenere la propria squadra. 

Inoltre spalmare le partite nel Boxing Day e in generale nei giorni tra Natale e Capodanno eviterebbe almeno in parte di avere poi un turno ogni tre giorni a congestionare il calendario con relativi rischi di infortuni e stanchezza, in una stagione accorciata dai Mondiali. In qualche modo è come se la Lega Calcio abbia deciso di preferire un turno settimanale serale rispetto a un pomeridiano durante un giorno di festa, una scelta che sottolinea come nonostante i tanti e pretestuosi proclami di innovazione la Serie A resta ferma ai suoi vizi di forma. Senza considerare il modello Premier League o gli irraggiungibili sport americani, con NBA e NFL che scendono in campo anche a Natale, ma anche della stessa Serie B, che ieri ha nuovamente dimostrato che un altro calendario anche in Italia è possibile.