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Giocatori che si lamentano dei loro valori su FIFA

Siamo di nuovo in quel periodo dell'anno, quando il virtuale infastidisce il reale

Giocatori che si lamentano dei loro valori su FIFA  Siamo di nuovo in quel periodo dell'anno, quando il virtuale infastidisce il reale

È quel periodo dell'anno, quello in cui tutti i giocatori al mondo aspettano l'arrivo dei loro alter ego virtuali su FIFA per controllare quali sono i loro valori sul gioco di calcio più famoso al mondo. È un momento importante per ogni atleta, che dopo un'intera stagione ha modo di scoprire i progressi raggiunti nel mondo virtuale rispetto alla passata stagione e di capire la reale percezione che hanno avuto addetti ai lavori dei suoi miglioramenti. E ogni anno l'uscita del nuovo capitolo di FIFA coincide con le lamentele dei calciatori che, stanchi di vedere i loro sacrifici annuali resi vani dalle valutazioni, decidono di far la voce grossa attraverso i loro canali social contro le case di produzione, spesso proprio invocando anche i competitor. L'ultimo in ordine di tempo è stato Lorenzo Insigne, che insieme al Toronto molto ironicamente si è domandato il perché di certi valori, dimostrando invece di meritare qualche punto più.

Se Insigne e il Toronto l'hanno messa sul ridere, c'è anche chi l'ha preso proprio sul personale come Kylian Mbappé. L'attaccante francese uomo copertina della nuova edizione del gioco, durante una diretta sul canale YouTube del PSG ha criticato una sua statistica, dicendo: "So di non essere il migliore in difesa. Ma 36, dai. È come se non ci fossi quando difendiamo. Andrò a prendermi un caffè invece di pressare in partita". Anche Sergio Ramos, nella stessa live, non l'ha presa affatto bene, dicendo: "No non sono contento. Penso che sia un po' più alto il mio overall. Dovrebbe essere più alto. Devo allenarmi di più. Voglio che il mio punteggio sia più alto".

Ma prima di addentrarci in questo turbinio di recriminazioni e lamentele, scopriamo nel dettaglio come viene redatta "la carta del giocatore", l'oggetto della contesa che definisce i valori dell'alter ego virtuale di ogni singolo calciatore. Ovviamente tutto viene deciso attraverso strani e complessi algoritmi, per cui con buona pace dei giocatori, nessuno della EA Sports si riunisce a tavolino decidendo di favorire un giocatore piuttosto che un altro. L’overall, ovvero il punteggio totale di ogni atleta, si definisce in base in base a due fattori: il ruolo originario del giocatore e il ruolo utilizzato in game. 

Quindi ogni caratteristica specifica di un calciatore ha un valore differente rispetto alle altre, un qualcosa che consente al gioco di diversificare i vari punteggi e di rendere ogni statistica diversa anche a parità di overall. Quindi, come si evince da ogni manuale redatto da un pro player "ogni voce sulle carte di FUT, quindi, è un insieme di valori basati su un peso percentuale dei valori specifici in game, come una sorta di media ponderata sugli specifici attributi." Ma non finisce qui, ogni valore è influenzato inoltre dall'Overall International Reputation, ovvero un database che ordina i calciatori in base a quanto sono conosciuti a livello mondiale.

Algoritmi, valori e coolness che ogni anno causano problemi ai vertici di FIFA, cosciente del fatto che è impossibile accontentare sempre tutti i calciatori, che solitamente sono molto orgogliosi del proprio talento. Infatti se quest'anno è toccato a Kylian Mbappé, Sergio Ramos e ad Lorenzo Insigne, negli anni precedenti invece non sono mancate altre dispute. Una delle prime frecciate risale addirittura al 2013, quando l'attuale attaccante dell'Inter, Romelu Lukaku giocava ancora nell'Everton che esordì dicendo: "sono l'unico ad aver notato che non sono abbastanza veloce?". Una contestazione abbastanza forte, andata addirittura avanti per anni, nel 2020 è ritornato a lamentarsi: "75 di velocità? Forse vi siete dimenticati dei miei 36 km/h" - scrisse lo scorso anno per Fifa 20Lamentele andate a buon fine perché gli sviluppatori l'hanno ascoltato e nell'edizione successiva è salito a quota 81. Ma non è bastato questo però a placare la sua ira, nel 2021 il belga è tornato ancora a contestare i suoi valori, dicendo: "siamo onesti, Fifa crea caos con le valutazioni solo per suscitare queste reazioni e avere più fama, non ci sto". Insomma, è quasi impossibile accontentare l'attuale numero 90 dell'Inter.

Ma Romelu Lukaku non è il solo ad avere uno storico, come ribadito molti altri suoi illustri colleghi nel tempo si sono ritagliati un lasso del loro tempo per criticare aspramente la EA Sports e i suoi algoritmi. Uno di questi è Pierre-Emerick Aubameyang, che ai tempi dell'Arsenal, per due anni consecutivi su Instagram ha commentato negativamente il suo overall, giudicato fin troppo basso dall'attaccante gabonese. A dire il vero, il punteggio totale di Aubameyang non è mai stato così basso, la prima lamentela risale per un 87, mentre la seconda per un 88. Overall di tutto rispetto, considerando le altre statistiche, che facevano dell'attuale attaccante del Chelsea un giocatore imprendibile nel virtuale, o per usare un termine tecnico, "buggato". La velocità è un argomento che evidentemente interessa a tanti. Laporte, Dier, Reguillon e Tammy Abraham sono gli altri giocatori che nel tempo hanno avuto da ridire sui punteggi assegnati. Spesso addirittura in diretta, come i giocatori del Tottenham o come Abraham, non curandosi di mostrare al pubblico la propria reazione.

Ma un altro pomo della discordia riguarda i passaggi, altro grande punto di dibattito che ogni stagione fa alzare i giocatori dalla sedia. Sancho è stata una delle vittime illustri, lui che nella stagione prima ha confezionato ben 17 assist si chiede come possa avere un punteggio così basso. E in effetti, per una volta, qui dobbiamo dar ragione al giocatore, la stima cozza e non poco, con la realtà. 

Accontentare dunque i giocatori è probabilmente impossibile, ma speriamo vivamente che nonostante il gioco si interromperà dalla prossima stagione, questo infatti sarà l'ultimo titolo targato FIFA, i calciatori continuino a lamentarsi. Non perché siamo avvezzi alla polemica, ma perché è semplicemente divertente vedere quanto i giocatori siano ossessionati dalle statistiche virtuali redatte attraverso strani calcoli, come se queste potessero definire anche solo in minima parte le loro performance nel mondo reale. Una riprova di quanto ormai il virtuale riesca ad influenzare la realtà, sotto tutti i possibili aspetti, dal mercato delle maglie fino alla valutazione dei calciatori.