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Il nuovo corso di PUMA tra personalizzazione e performance

Il brand tedesco è quello che ha maggiormente puntato sulla diversità e sulle strategie social. Avrà pagato?

Il nuovo corso di PUMA tra personalizzazione e performance Il brand tedesco è quello che ha maggiormente puntato sulla diversità e sulle strategie social. Avrà pagato?

In questa stagione PUMA si è dimostrato uno dei brand più versatili e dinamici nel mixare insieme la spinta verso l’innovazione, marchio di fabbrica del felino rampante, e l’heritage delle squadre da lei sponsorizzate. In particolare è stato lo sponsor tecnico che maggiormente ha personalizzato le maglie per le proprie squadre di punta, non affidandosi ad un template unico come ha fatto Nike né spingendo sull’identità dei club come scelto da adidas. Rispetto ai due maggiori players nel mondo dei kit supplier, PUMA ha saputo ritagliarsi uno spazio importante e allargarlo ogni stagione di più, diventando non più solamente il terzo incomodo.

Forte dall’aver firmato con i due club vincitori dei campionati più competitivi in Europa, il Manchester City e il Milan, PUMA ha deciso di alzare la posta in gioco per la prossima stagione lavorando a stretto contatto con le squadre personalizzando sia l’offerta che il lancio del prodotto. Una cura nei dettagli che ha fatto la differenza e che, a prescindere dai risultati delle maglie in sé, testimonia come il brand tedesco in questo aspetto sia almeno per questa stagione davanti a tutti. Basti pensare al livello produttivo dei video realizzati per i lanci delle maglie del Manchester City, il primo girato nello Houston Space Center della NASA con Kyle Walker travestito da astronauta e il secondo in collaborazione proprio con il Milan in occasione del ritorno della maglia dei Citizen ispirata ai rossoneri. Il terzo kit invece è stato presentato addirittura su Roblox con un torneo dedicato, un’altra modalità creativa per non rendere noiosi i kit unveiling. 

Una modalità che PUMA non ha usato solamente per il proprio top team, ma che ha rappresentato parte integrante dell’estetica delle campagne di promozione, usando video virali e formati presi in prestito dai trend social. Uno sguardo all’esterno del calcio che ha fatto respirare un brand solitamente molto focalizzato sul materiale da performance, e che invece negli ultimi tempi sta sempre più aprendosi al mondo della moda e del lifestyle. Scelta che si comprende vedendo i photoshoot scattati per le maglie dei due club di Serie A, Milan e Sassuolo, nel quale i calciatori indossano la maglia come un capo di moda. Lo styling del Milan è virato sul classico, con pantaloni con le pence e dolcevita, mentre quello del Sassuolo inseguiva il trend bloke-core con jeans e hoodie sotto la maglietta neroverde. 

Scelte audaci e non prive di inciampi ma che ricalcano il processo dietro le scelte di PUMA anche per il design delle maglie, quelle che alla fine sono l’apice del lavoro di un brand sportivo. Per le due squadre italiane PUMA ha seguito lo stesso concept, usando un design simile ma con delle piccole differenze al modello definito dalle strisce verticali. Il più evidente è il punto nel quale le strisce finiscono, con quelle rossonere ad arrivare fin al collo creando così un grande pannello frontale, mentre quelle neroverdi si interrompono prima lasciando un tassello orizzontale nero sul quale si stagliano il logo dello sponsor tecnico e quello del club. Un modo per movimentare le strisce sulle maglie di squadre che da sempre usano questo modello, uno dei più antichi della storia del calcio, che rappresenta una costante sfida per i designers. 

Per la seconda maglia del Manchester City, PUMA ha scelto delle linee oblique per svecchiare un classico modello dei Citizens, mentre visto che non realizzava una maglia home per il Borussia con le strisce da oltre cinque stagioni, per quest’anno ha deciso di riproporre un look più classico con le barre verticali nere interrotte solo dallo sponsor al centro della maglia. Per il Valencia è tornato lo storico modello La Senyera, con le strisce dei colori della bandiera della Comunidad Valenciana fino al collo a V, seguendo un template usato anche per PSV e Rapid Vienna. Una varietà di approcci, stili e riferimenti che potrebbe confondere e disorientare il tifoso ma che racconta perfettamente il nuovo corso fuori le righe del brand tedesco.