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Il ritorno delle strisce nella nuova maglie dell'Inter

Ne abbiamo parlato con Nicolò Barella e Alice Regazzoli durante la presentazione della nuova maglia

Il ritorno delle strisce nella nuova maglie dell'Inter  Ne abbiamo parlato con Nicolò Barella e Alice Regazzoli durante la presentazione della nuova maglia

Nell'immaginario calcistico la prima maglia è quella sacra, qualcosa di intoccabile, non scindibile e che ogni anno è chiamata a rispettare tutti i cardini stilistici, tradizionali e storici che ogni squadra porta con sé. Ci sono ormai squadre che sono ormai riconoscibili per i loro design e pattern, squadre che pur senza vedere logo o altri elementi fondamentali è possibile intuirne l'origine, una di queste in Italia è sicuramente l'Inter, che fa parte di quella grande cerchia di squadre che fin dalla sua fondazione ha sempre avuto la prima casacca a strisce, rigorosamente nere e azzurre. Tutto parte da un gruppo di soci dissidenti del Milan, che il 9 marzo del 1908 decisero di dare vita all'Internazionale. Una squadra nata quasi per caso, creata per la forte volontà dei soci di accettare giocatori non solo italiani ma anche stranieri e di intraprendere inoltre anche strategie commerciali ben diverse da quelle dei cugini rossoneri. Le strisce nerazzurre a differenza di altre hanno sempre fatto parte della storia della squadra, fin dal primo momento e non sono state cambiate o sostituite se non in una sola occasione. 

Innovare una prima maglia infatti è sempre difficile per non dire proibitivo. Ci sono stati vari tentativi, molti dei quali però si sono scontrati con le spinte conservatrici dei tifosi. Nel 2019 la Juventus è stata una delle prime ad indossare una maglia senza le tradizionali righe verticali bianconere ma non fu un successo né di pubblico né di critica nonostante delle ottime vendite probabilmente grazie a Cristiano Ronaldo. Lo scorso anno invece è toccato al Paris Saint Germain insieme a Jordan, che presero ispirazione dalla storica jersey dei Chicago Bulls e abbandonando il design di Hechter, ma ​​la maglia scatenò solo le polemiche della frangia più conservatrice dei tifosi del club parigino. L'Inter a dire il vero ci ha provato la passata stagione, introducendo una trama a pelle di serpente, ma le strisce però non sono mai scomparse, anche se non erano così nette e distinte come lo sono sempre state nella storia. 

E dopo la rivoluzione dello scorso anno, in questa stagione le strisce sono ritornate prorompenti come un tempo nella nuova maglia disegnata da Nike con il Vaporknit template, un modello che lo swoosh farà indossare a tutti i suoi grandi club e le nazionali presenti ai prossimi mondiali in Qatar. Una nuova maglia definita "un ricordo" da Nicolò Barella, che ci dice ancora: "chiunque abbia indossato e vissuto questa maglia ha ricordi incredibili. Speriamo di lasciarne di belli anche noi con questa maglia unica." Un pensiero condiviso in parte da Alice Regazzoli che invece ha definito bellissima la nuova maglia dell'Inter e ha infine aggiunto: "per me indossarla è sempre stata una grande emozione, lotterò il più possibile per difendere questi colori".

Da Barella alla Regazzoli, il ritorno delle strisce rappresenta qualcosa di importante, un evento cruciale per chi fa parte di una frangia un po' più tradizionalista e preferisce le maglie più classiche. Ma per entrambi però la maglia rappresenta qualcosa di mistico e più in particolare anche l'Inter, sia Barella che la Regazzoli hanno tenuto a sottolineare ad ogni risposta la grandissima emozione nel giocare a San Siro con questa maglia e indossare quei colori con la costante voglia di fare sempre di più. E alla fine si sono anche lasciati andare, parlando dell'unico obiettivo dichiarato che rimane il simbolo principale del loro desiderio, ovvero far tornare la Milano nerazzurra alla vittoria del campionato.