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La fotografia nel calcio secondo Max Galys

Abbiamo intervistato il fotografo ufficiale dell'Eintracht Francoforte

La fotografia nel calcio secondo Max Galys Abbiamo intervistato il fotografo ufficiale dell'Eintracht Francoforte
Fotografo
Max Galys

Il modo di vivere il calcio è cambiato, o meglio sta cambiando tutt’ora, mentre scrivo queste stesse righe. Rispetto a pochi anni fa social, tv, giornali, fotografia e radio hanno invaso i rettangoli di gioco, stravolgendo totalmente la narrazione attorno allo sport più seguito al mondo. L’avvento dei social ha cambiato tutto per i club, oggi infatti risulta fondamentale avere una fotografia e un’estetica che ben si sposi con l’immagine e i valori che la squadra vuole dare di sé non solamente ai loro tifosi.

Ma non tutte le squadre comunicano o meglio scattano allo stesso modo, come nel calcio ci sono diversi di modi di scendere in campo, possono variare moduli ed interpreti, allo stesso modo ogni club ha la propria strategia e la propria impostazione che adotta di anno in anno, a seconda di quelle che sono le sue necessità. Non tutti sono in grado di mantenere standard veramente alti, riuscendo a rompere quella parete che divide i club e l’utente finale, facendo breccia nel loro cuore. 

Uno di questi è senza dubbio l’Eintracht Francoforte, che oltre ad aver raggiunto grandi traguardi sportivi con la conquista dell’Europa League, si è contraddistinta per la sua fotografia diversa da quelli degli altri club, molta più attenta ai dettagli e che cerca sempre di catturare il dettaglio nascosto. Parte del merito dello splendido lavoro fatto sui social è da attribuire alla lente di Max Galys, che da quando ha 11 anni tifa e sostiene il club di Francoforte e nella nostra chiacchierata ci ha spiegato cosa significa lavorare per la sua squadra del cuore e molto altro.

La prima domanda che ci sorge spontanea è: cosa si prova a lavorare per il club per il quale tifi?

Ad essere onesti, devi dire addio alla tua vecchia vita da tifoso. Non esistono più rilassanti partite da vedere allo stadio con i tuoi amici bevendo una birra. Sul lato emozionale, devi sempre mettere da parte le tue reazioni ma alla fine ne vale la pena quando osservi le reazioni dei fan alle tue foto. Quando mi dicono che attraverso i miei scatti riescono a vivere nuovamente le stesse emozioni capisco di aver fatto il mio lavoro. Per questo amo quello che faccio anche se ogni tanto non posso più essere il tifoso che ero una volta.

Com’è iniziata la tua passione per l’Eintracht Francoforte e come hai iniziato a lavorare per loro?

Sono diventato un tifoso dell’Eintracht Francoforte quando avevo 11 anni. È stato mio padre inizialmente a farmi appassionare essendo qualcosa che potevamo vivere insieme. Addirittura per un progetto scolastico ho realizzato una copia dello stadio di Francoforte, che successivamente è stato esposto nel museo ufficiale dell’Eintracht finché non è stato danneggiato e per risarcimento mi hanno regalato un abbonamento stagionale. Da quel momento in avanti non ho mai mancato una partita, non importa se fosse di prima o seconda divisione.

Nel 2017 il club mi ha contattato per offrirmi un lavoro come host per i contenuti YouTube che stavano creando. Al tempo lavoravo infatti per il maggior canale YouTube in Germania, freekicker, quindi sulla carta era l’opportunità perfetta. Però non volevo più stare davanti all’obiettivo come presentatore ma riuscire a creare qualcosa di mio per il quale essere riconosciuto. Quindi rifiutai l’offerta di lavoro e chiesi invece un accredito stampa per scattare qualche foto durante le partite, il tutto senza alcuna esperienza in fotografia di stadio. Ad oggi sono molto orgoglioso di poter coprire da freelance ogni partita del mio club, quindi non pensare mai di non essere pronto per un’opportunità.

Com’è iniziata la tua passione per la fotografia e perché scatti quasi esclusivamente in analogico?

La maggior parte delle foto in analogico le faccio per me stesso. È qualcosa a metà tra una sfida e un’ossessione. Allo stesso tempo è completamente diversa rispetto alla fotografia digitale che uso nel mio lavoro quotidiano. Con le fotocamere analogiche catturi i momenti in una singola immagine. Non è fondamentale che tutto sia perfettamente a fuoco, non è importante che si nota qualche sfocatura. Conta quello specifico momento e il soggetto che hai davanti. Un rullino contiene solo 36 immagini e quindi devi pensare sempre due volte prima di premere il pulsante. In un mondo ideale vorrei esser pagato solamente per le mie foto analogiche, ma finché non accade quel tipo di scatti li faccio soprattutto per me stesso, immortalando i miei progetti su pellicola.

Cosa puoi raccontarci della vittoria dell’Europa League e delle tante trasferte fatte con i tifosi dell’Eintracht?

È ancora surreale e incredibile quello che questo club significhi per gli abitanti di Francoforte. Quanto siano orgogliosi di essere i tifosi e di questa squadra che ha conquistato un trofeo così importante. Non siamo ancora viziati dal successo ed abbiamo celebrato ogni singola partita di Europa League di questa stagione, non importava se stessimo giocando contro il Royal Antwerpen o il Barcellona. L’Eintracht Francoforte è qualcosa che va oltre il calcio, è più di un semplice club ma una comunità costruita non attraverso i trofei ma dalle persone che ogni giorno lo sostengono con passione e orgoglio.

A che punto è la fotografia dal vivo in questi tempi? Molti club hanno ancora un approccio molto tradizionale mentre te proponi un concept nuovo e molto più curato.

Ovviamente non tutti i club possono permettersi una grossa produzione media come il MIlan ma secondo me non è un discorso di dimensioni. Soprattutto c’è bisogno di un management dotato di mentalità aperta e pronto a prendersi dei rischi, dando fiducia a giovani, motivati talenti anche senza troppa esperienza sul campo. Io ad esempio, anche se non avevo mai lavorato durante una partita prima d’ora, ho ricevuto molta fiducia da parte dell’Eintracht e insieme abbiamo creato un immaginario con una riconoscibilità e uno stile di alto valore per il club. Abbiamo usato il nostro accesso esclusivo per creare un contenuto esclusivo. Quindi ogni club che ancora usa immagini da piattaforme come Getty o simili dovrebbe chiedersi il perché i loro social media non danno l’idea di essere unici e speciali.

C’è un club italiano che ti ha impressionato per il loro uso dei canali social e per la loro comunicazione?

C’è ovviamente un club che devo menzionare qui: il Venezia FC. Non è un segreto che la sua comunicazione è unica rispetto a tutte le altre squadre in Italia e forse in Europa. Riescono a combinare l’aspetto sportivo e quello lifestyle ad un livello davvero nuovo e se qualcuno non segue i loro canali, peggio per loro.