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Sono tornate le invasioni di campo

Dopo due anni di stadi chiusi i tifosi sono tornati a riappropriarsi dei loro spazi ma non sono mancati episodi spiacevoli

Sono tornate le invasioni di campo  Dopo due anni di stadi chiusi i tifosi sono tornati a riappropriarsi dei loro spazi ma non sono mancati episodi spiacevoli

In ordine temporale l'ultimo caso è accaduto subito dopo il rigore decisivo nella sfida per rimanere in Ligue 1 tra Auxerre e Saint-Étienne, con i tifosi di quest’ultima che hanno scavalcato le recensioni e superato gli steward entrando in campo con fumogeni e aste di ferro. La rabbia per la retrocessione dopo 18 anni è rapidamente sfociata in atti di violenza, con i giocatori che sono stati costretti a ripararsi negli spogliatoi sotto un fitto lancio di razzi e oggetti vari. Una scena vergognosa che purtroppo in questi ultimi mesi è stata sempre più frequente, con numerosi casi di invasioni di campo nei principali campionati europei dall’Inghilterra alla Francia fino anche all’Italia

Già in estate c’erano stati i primi indizi, specialmente in Francia, durante le partite dell’Olympique Marsiglia con Nizza e Angers, non solo a causa dell’intemperanza dei tifosi dell’OM ma da una generale tensione che si respira negli stadi del campionato transalpino. E che a Maggio, con gli stadi finalmente a piena capienza e l’arrivo delle partite più importanti della stagione, è esploso come abbiamo visto nella serata di Saint-Étienne, dove le frange più violente del tifo organizzato hanno trasformato il finale di gara in una caccia all’uomo. 

Ma anche in Inghilterra si sono succeduti vari casi di invasione di campo, spesso meno drammatiche di quelle francesi, ma che in alcuni casi sono degenerati oltre la celebrazione della vittoria. Durante l’invasione di campo dei tifosi del Nottingham Forest dopo la storica promozione della loro squadra hanno cercato di colpire il capitano dello Sheffield United Billy Sharp, mentre nei festeggiamenti all'Etihad Stadium per il titolo del Manchester City il portiere dell’Aston Villa Robin Olsen è stato colpito alla nuca da un non identificato invasore. 

Il giorno dopo, in seguito alla rocambolesca vittoria dell’Everton che è valsa la salvezza della squadra di Liverpool, l’allenatore del Crystal Palace Patrick Vieira è stato coinvolto in una lite con i supporters della squadra avversaria entrati sul campo di gioco. Nella semifinale di Play-off di League Two tra Port Vale e Swindon Town, i giocatori di quest’ultima sono stati aggrediti in campo con calci e pugni. Una situazione che sta allarmando non poco la federazione inglese, storicamente molto cauta sulle questioni che riguardano il tifo, organizzato o no, e che evoca tristi ricordi. 

Anche in Italia, anche senza arrivare ai casi esteri, si sono viste invasioni di campo non esemplari come ad esempio durante la sfida di Serie C tra Foggia e Catanzaro, quando un tifoso ha tentato di colpire Iemmello prima dell’esecuzione di un calcio di rigore. Oppure la partita tra Napoli e Spezia sospesa per 12 minuti a causa dell'escalation tra le due curve fino al tentativo di scavalcare le barriere protettive e infine l’ultima invasione dei tifosi del Milan sul finale della partita scudetto a Reggio Emilia con la medaglia strappata dal collo di Stefano Pioli

Non tutte le invasioni di campo però sono da stigmatizzare. In molti casi hanno significato un ritorno alla normalità e dell’affetto che lega i tifosi alla loro squadra, fisicamente espresso attraverso il correre verso i propri calciatori senza aspettare prima il fischio dell’arbitro. Come è successo al Millwall, i cui supporters abitualmente scendono in campo dopo l’ultima partita stagionale con gli steward che non fanno nulla per impedirlo o quelli giallorossi che hanno invaso un Olimpico vuoto durante la finale di Conference League che si stava giocando a Tirana.

Le scene con i tifosi che riempiono dei colori della loro sciarpe e bandiere il campo da calcio riappropriano lo sport con la sua dimensione più fisica, materica, esperienziale di cui lo stadio, con tutte le sue ritualità, unicità e contraddizioni è la perfetta sintesi. L'importante è che tali dimostrazioni di passione ed entusiasmo si limitano a quello e non diventino un modo per scaricare due anni di chiusure sui giocatori e le società.