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L’importanza degli abbonamenti nel ritorno dei tifosi allo stadio

L'Olimpico tutto esaurito è la migliore risposta possibile alla fine della pandemia e un modello virtuoso da seguire per il futuro

L’importanza degli abbonamenti nel ritorno dei tifosi allo stadio L'Olimpico tutto esaurito è la migliore risposta possibile alla fine della pandemia e un modello virtuoso da seguire per il futuro

Mentre ci avviciniamo alla fine di questa stagione e forse finalmente anche alle limitazioni dovute alla pandemia di Covid-19, gli stadi stanno tornando ad essere quei luoghi magici di condivisione e comunità. Un ritorno lento ma inesorabile, che in queste giornate di primavera ci sta regalando delle straordinarie coreografie nei momenti più importanti della stagione anche soprattutto grazie all’impatto che gli abbonati stanno avendo nelle curve. Gli abbonati sono stati, in questi mesi molto complicati per il calcio dal vivo, una delle maggiori risorse di sostentamento, un'entrata sicura anche quando gli stadi erano off-limits per le note limitazioni. I club hanno cercato di mantenere vicini i tifosi alla propria squadra anche quando era fisicamente impossibile, coinvolgendoli in attività virtuali e nelle decisioni interne, e ora hanno deciso di ripagarli con varie agevolazioni e prelazioni. Corsie prioritarie, prezzi scontati e un trattamento d’eccezione per chi non ha mai abbandonato il suo posto.

Un esempio molto riuscito è stato quello della AS Roma, che in questo ultimo scorcio di stagione ha riempito l’Olimpico fino alla massima capienza, sia nelle sfide di Conference League contro Bodo e Leicester che in quelle dal minor appeal come quelle contro la Salernitana in Serie A. 64.266 sugli spalti a sostenere la squadra di casa contro l’allora ultima in classifica. Una caccia al biglietto che si è ripetuta anche per la semifinale di ritorno contro il Leicester City, con code sugli store on-line che hanno superato le 130mila richieste. Una fame alimentata dalle riduzioni pensate per favorire gli abbonati stagionali e quelli in Conference League, che hanno avuto una linea preferenziale per assicurarsi il proprio ticket. Un prezzo dedicato di 10€ per Curve e Distinti mentre ne bastavano 14€ per sedersi in Tribuna Tevere o in Monte Mario, che ha inevitabilmente causato la frenesia che ha bruciato in pochi minuti qualsiasi disponibilità. 

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Anche una vecchia volpe come José Mourinho si è detto conquistato dall’affetto del pubblico giallorosso, anche se ha spiegato che “se abbiamo 70.000 spettatori il significato è niente. Se abbiamo 70.000 che vogliono giocare, la storia è diversa”. Un impatto che ha spinto la squadra giallorossa alla finale di Tirana grazie al gol di Tammy Abraham, che è andato ad esultare in mezzo alla sua gente. Ora i tifosi stanno già organizzando la gita in Albania per la prima finale europea della Roma in oltre trent’anni e il club ha già fatto sapere che i preziosissimi posti andranno esclusivamente agli abbonati. Dei 6mila posti riservati per i giallorossi nell’Arena Kombëtare, 166 sono già stati destinati agli intrepidi che il 21 ottobre seguirono la squadra nel settore ospiti del Aspmyra Stadion di Bodo mentre i restanti verranno distribuiti attraverso un sorteggio in data odierna tra tutti gli abbonati che si iscriveranno. Tutti i biglietti per i tifosi giallorossi saranno gratuiti, un omaggio a chi ha seguito la squadra nella buona e nella cattiva sorte.

Diversamente è andata al Barcellona, che durante la partita casalinga di Europa League ha visto il Camp Nou colorarsi di bianco grazie all’arrivo non preventivato di oltre 30mila tifosi dell’Eintracht Francoforte spingendo la squadra tedesca ad un insperata vittoria in trasferta. Un affronto che non è piaciuto per nulla al Presidente blaugrana Joan Laporta, che ha accusato i socios del club di aver venduto i loro biglietti ai tifosi tedeschi con il risultato di aver fatto giocare la squadra di Xavi in un ambiente ostile. Definita da Laporta come “la più grande infamia nella storia del club”, le foto della curva del Camp Nou colonizzata dai tifosi dell’Eintracht hanno fatto il giro del mondo e dimostrato come lo stadio possa essere ancora un luogo magico, dove può succedere l’impossibile. 

La vendita dei biglietti da parte dei season ticket holders è una pratica comune negli sport americani, dove si giocano un numero molto alto di partite in ciascuna stagione, mentre nel calcio europeo è ancora vista con grande disprezzo. Un modo diverso di vivere l’atmosfera dello stadio, ma la stessa necessità di avere uno zoccolo duro di pubblico non solo presente ma anche pagante. Una priorità, ovviamente accentuata dalla pandemia, ma che potrebbe diventare una consuetudine sempre più fissa, seguendo la tendenza di creare un rapporto sempre più stretto tra squadra e spalti. Se anche nella prossima stagione, finalmente senza restrizioni sui numeri, si proseguirà su questo percorso di forte fidelizzazione della propria tifoseria, creando un vero e proprio club nel club, con liste di prelazione e prezzi su misura per chi riuscirà ad accedere o per chi da anni già è abbonato.

Avere un numero consistente di abbonati fissi significa poter pianificare con più dati certi il futuro e creare ulteriori livelli di interazione tra pubblico e club come contest per il design delle maglie e attività legate ai fan token. Senza scomodare alcune grandi squadre della Premier League, che hanno delle liste d’attesa decennali, gli abbonamenti, da sempre una certezza tra il tifo organizzato in Italia, potranno diventare ancor più determinanti nell’economia di un club in un calcio che, speriamo, possa essere definito post-pandemico.