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Il futuro della Formula 1 è nella moda

Come si stanno allargando gli orizzonti di mercato dei maggiori brand della F1

Il futuro della Formula 1 è nella moda Come si stanno allargando gli orizzonti di mercato dei maggiori brand della F1

Nel solco della generalizzata tendenza, caratteristica di numerose realtà, a voler trascendere la propria dimensione strettamente sportiva per sbarcare in settori fino ad ora inesplorati, rinfrescando e dando quindi più ampio respiro sul mercato ai propri brand, si inserisce con forza anche il connubio tra moda e Formula 1. Inizia ad assumere contorni sempre più netti la presa di coscienza che sia possibile, se non addirittura opportuno, sfruttare l’appeal del marchio sportivo – ed automobilistico nel caso – per creare una sorta di microcosmo che possa offrire al consumatore l’opportunità di avvicinarsi al brand attraverso canali differenti, con particolare riguardo a quello della moda.

La sfida che questa ambizione porta con sé rimane quella di non snaturare l’identità del marchio. Insidia che, tuttavia, sembra non aver inciso in alcun modo nei progetti che in casa Ferrari stanno sviluppando in questa direzione. Quasi un anno fa, infatti, sulla passerella di Maranello, entrava in scena la prima collezione Ferrari. Coerentemente con quanto si è detto in riferimento alla ricerca di un equilibrio nell’affacciarsi a nuovi settori, senza però alterare i connotati essenziali del brand, se è vero che Rocco Iannone, già designer per Giorgio Armani e Dolce & Gabbana ed oggi Brand Diversification Creative Director della Rossa, ha chiarito senza troppi giri di parole come Ferrari oggi non sia più solo una compagnia automobilistica, è vero anche che i colori che l’hanno fatta da padroni nell’intera collezione sono proprio il rosso, caratteristico delle vetture e rappresentativo del marchio per eccellenza, ed il giallo, sfondo su cui si erge il Cavallino. Dietro ispirazione dello stesso principio è stato ristrutturato ed alleggerito l’assetto organizzativo della compagnia, con il fine dichiarato di migliorare le prestazioni in Formula 1 e di gettare delle solide basi per una futura presenza nella moda. Inoltre, sempre con l’idea di espandere ulteriormente gli orizzonti dell’universo Ferrari, ha aperto le porte il ristorante Cavallino a Maranello, sotto la gestione dello Chef Massimo Bottura.

Sulla stessa lunghezza d’onda nel 2016 ha visto la luce AlphaTauri, improntata ad innovare il settore tessile mediante lo sviluppo costante di un dialogo tra la moda e la tecnologia e fulgido esempio di quella virtù espansiva poc’anzi menzionata, in questo caso incarnata da Red Bull. Il colosso austriaco, infatti, ha partorito tale etichetta con l’idea di sviluppare una più profonda Partnership con la Formula 1, dapprima con la Scuderia AlphaTauri e di recente con un contratto che ha elevato il fashion brand al ruolo di fornitore ufficiale per abbigliamento di moda della Formula 1

Mercedes, il cui percorso di trasformazione ed evoluzione del marchio in tal senso va avanti già da parecchio tempo, è da inquadrare come brand di lusso in senso ampio, operante nella moda soprattutto tramite collaborazioni. In particolare, il lavoro condotto al fianco di Virgil Abloh, che aveva già portato alla messa a punto di un’auto elettrica, ha avuto seguito anche dopo la scomparsa del celebre designer con il lancio di una collezione denominata “Project Maybach”, frutto della collaborazione Mercedes-Maybach x Off White. Anche sul terreno dell’atletica, la sinergia con PUMA, fondendo l’esperienza nel settore delle calzature sportive con le competenze ingegneristiche della Mercedes AGM Petronas F1, ha condotto allo sviluppo del programma Faster+, finalizzato alla produzione di una gamma di prodotti d’élite per atleti. Il risultato più emblematico di questo progetto consiste nell’avvenuta realizzazione dell’Evospeed Tokyo Future Faster+ e dell’Evospeed Tokyo Nitro Faster+, definite da Bjørn Gulden, CEO di PUMA, come le migliori scarpe da atletica mai realizzate dall’azienda.

La forza propulsiva di collaborazioni di tale natura, costituirà senza ombra di dubbio la base ed il modus operandi per la realizzazione di questo nuovo disegno strategico, così da poter allargare il ventaglio dei rapporti produttore-consumatore conformemente ai nuovi schemi propri della globalizzazione e dell'integrazione industriale.