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Il calcio femminile in Italia diventa una professione

Dal 1 Luglio le calciatrici diventeranno a tutti gli effetti delle atlete professioniste uniformandosi così a tutte le altre leghe europee

Il calcio femminile in Italia diventa una professione Dal 1 Luglio le calciatrici diventeranno a tutti gli effetti delle atlete professioniste uniformandosi così a tutte le altre leghe europee

Ieri il Consiglio Federale della Figc ha annunciato una svolta epocale che uniformerà la Serie A femminile alle altre leghe europee, come quelle di Inghilterra, Francia, Svezia e Spagna, rendendo le calciatrici delle atlete professioniste. È la prima volta che accade nella storia dello sport italiano e potrebbe essere il punto di partenza per una nuova dimensione dello sport femminile in Italia.

Finora infatti le calciatrici erano inquadrate nel dilettantismo, ovvero i loro compensi venivano elargiti sotto forma di rimborsi e accordi privati e forme contrattuali nelle quali non garantivano compensi previdenziali, tutele assicurative e contrattazioni collettive. Di conseguenza ora pagheranno i contributi e potranno beneficiare di una copertura pensionistica al termine della carriera lavorativa.

Dal 1 Luglio arriverà questa svolta decisiva che il Presidente di Lega Gabriele Gravina ha definito “una giornata importante, il processo per il calcio femminile è definitivo, finalmente ci sono le norme che disciplinano l’attività e l’esercizio del professionismo del calcio femminile”. Un progetto iniziato nel 2019, dopo i Mondiali nei quali la selezione azzurra è arrivata fino ai quarti di finale, e che ha richiesto tempo dato che il professionismo prevede il raggiungimento di una sostenibilità economica diffusa tra squadre e campionati. 

“Oggi siamo la prima federazione in Italia ad avviare ed attuare questo importante percorso. C’è stata qualche piccola resistenza della Lega di A che riteneva di proporre un eventuale rinvio ma poi abbiamo raggiunto un accordo perché non si poteva tornare indietro. Quando si delibera qualcosa bisogna essere coerenti” ha aggiunto Gravina. Il prossimo passo sarà l’adesione delle 12 squadre della Serie A femminile, che dovranno diventare società di capitale, oppure scendere di categoria. 

Secondo indiscrezioni de La Gazzetta dello Sport sono stati già decisi anche i minimi salariali, che verranno uniformati a quelli della Serie C maschile, 20.263 euro lordi a stagione dai 19 anni e 26.664 euro lordi a stagione dai 24 anni, mentre La Repubblica precisa come per l’iscrizione saranno necessari una fideiussione da 80 mila euro e uno stadio da 500 posti.

Il passaggio al professionismo farà lievitare i costi dei club di circa l’80%, e non sarà semplice trovare le risorse per un movimento ancora oggi dipendente dai finanziamenti pubblici, sia statali che attraverso la Figc. Ma le immagini del match tra Barcellona e Wolfdburg davanti a quasi 92000 spettatori ci permettono di sperare in un futuro roseo per il calcio femminile anche in Italia.