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Il colletto tornerà protagonista nelle maglie adidas della prossima stagione?

Uno degli elementi della maglia passato da essere imprescindibile fino ad essere totalmente dimenticato

Il colletto tornerà protagonista nelle maglie adidas della prossima stagione? Uno degli elementi della maglia passato da essere imprescindibile fino ad essere totalmente dimenticato

Negli ultimi quindici anni il colletto è passato da essere uno degli elementi imprescindibile nel design di una divisa calcistica a una vera e propria chimera sui campi di tutto il mondo. Dal colletto alzato di Eric Cantona e le divise baggy degli anni '90 i tempi sono cambiati: poche delle divise  presentate fino ad oggi ha un colletto, e fra i club più blasonati in Italia e Inghilterra solo poche hanno sfoggiato un timidissimo bavero. Unica eccezione è l'Atalanta che lo ha inserito in tutte e tre le maglie. 

Dalla prossima stagione tutto però potrebbe ribaltarsi, il colletto infatti è presente in quasi tutti i primi leak delle maglie dei club sponsorizzati da adidas. Dall'Arsenal fino al Manchester United le three stripes hanno deciso di riaprire i loro archivi per ripescare un elemento che ha reso le divise, in particolare quelle inglesi, iconiche e inimitabili. Il colletto è l'elemento che immediatamente trasporta la maglia da calcio fuori dal calcio in una dimensione sartoriale, elegante ed adatta ad edizioni speciali per tifosi e appassionati, come l'ultima maglia realizzata con il colletto e le iconiche bande omini da LC23 e Kappa per il Bari

Nonostante fu sempre apprezzato da fans e giocatori, a partire dai primi anni 2000 arrivò la rivoluzione anti-colletto, quando furono introdotti nuovi materiali nella produzione delle maglie. L'obiettivo dei brand si spostò verso l'orizzonte della praticità, con maglie che avevano come priorità la comodità e performance degli atleti. I tessuti leggeri ed elasticizzati divennero lo standard qualitativo, rendendo le magliette attillate e di conseguenza più adatte ad avere colli senza colletto. Tra le conseguenze più bizzarre di questo nuovo paradigma ci fu quello di voler evidenziare le trattenute attraverso il tessuto allungabile delle magliette. La prima squadra ad adottare questo genere di magliette fu la Roma nel 2004-05, con le divise prodotte da Diadora.

Con il tempo tutto ciò non è cambiato e oggi infatti per rendere la maglia più leggera e dinamica i brand in realtà tendono ancora ad eliminarlo. Un altro esempio riguarda la maglia dell'Italia, quella prodotta da PUMA subito dopo la vittoria degli europei con la tecnologia ULTRAWEAVE, un tessuto estremamente leggero con un telaio di base di soli 72 grammi ovviamente senza colletto. Segnale ulteriore di come ormai le maglie da calcio si dividano sempre più tra capi tecnici da performance e maglie indossabili anche fuori dal campo, e il colletto sia una bandiera piuttosto affidabile per capire in quale direzione soffia il vento.

Non è quindi da escludere che la scelta di adidas di riportare nei propri template per la prossima stagione proprio questo eccesso di stoffa, rompendo la regola non scritta della performance, non possa essere interpretabile anche con l'intenzione di posizionarsi maggiormente sul mercato dei collezionisti e modaioli dei piuttosto che su quello degli sportivi. Stiamo infatti vivendo una riscoperta della maglia da calcio come item di moda e quale momento migliore per rilanciare un taglio che idealmente allaccia i due mondi. Gli amanti della moda anni '90 e dei colletti possono stare dunque tranquilli, non dovranno attendere molto prima di vedere una maglia del Manchester United da inamidare anche se ovviamente non ci sarà più Cantona ad indossarla fieramente.