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Storia dei presidenti americani in Italia

L' Atalanta è solamente l'ultima delle squadre italiane a battere bandiera a stelle e strisce

Storia dei presidenti americani in Italia L' Atalanta è solamente l'ultima delle squadre italiane a battere bandiera a stelle e strisce

Dopo varie indiscrezioni è arrivata la conferma che l’Atalanta è stata ceduta dalla famiglia Percassi a Steve Pagliuca, il co-proprietario dei Boston Celtics e vice-chairman del fondo d’investimento Bain Capital. L’Atalanta è solo l’ultima squadra italiana a passare sotto una presidenza statunitense, seguendo un trend che è ben visibile anche negli altri principali campionati europei. Dopo aver saturato ogni spazio in Premier League gli investitori nordamericani si sono rivolti verso il nostro campionato, pieno di tradizione e passione e disponibile a prezzi più bassi di quelli inglesi. 

Il primo fu James Pallotta, che nel 2012 acquistò da Franco Sensi la A.S. Roma trasformandola nella prima squadra a stelle e strisce della Serie A. Una presidenza non andata esattamente secondo i piani del presidente italo-americano, che infatti ha venduto nell’estate 2020 la squadra giallorossa al suo connazionale Dan Friedkin senza un trofeo in bacheca e molti rimpianti.

Dopo un iniziale periodo sotto Di Benedetto, la Roma di Pallotta investì pesantemente sul profilo internazionale della squadra giallorossa, con tournée esteri e profili social molto attivi sul modello di quelli delle squadre statunitensi. Ma il club, nonostante una rosa molto competitiva, non riuscì mai a conquistare un risultato pieno arrivando al massimo ad una semifinale di Champions League e soprattutto a non costruire lo stadio di Tor di Valle che sarebbe dovuto essere il centro della nuova Roma del presidente americano. Un fallimento che ha sancito anche la fine dell’esperienza Pallotta ma non degli americani a Roma, visto che ora i Friedkin stanno ripercorrendo le stesse tappe. 


L’arrivo di Pallotta in Italia ha avuto però il merito di aprire la Serie A a nuovi mercati, mostrando ad investitori italiani stranieri come fosse possibile entrare in uno dei campionati più importanti al mondo senza per forza spendere le cifre astronomiche della Premier League. Nell’ultimo decennio infatti sempre più presidenze hanno cambiato bandiera, come Milan, Venezia, Bologna, Spezia, Fiorentina, Genoa e ultima l’Atalanta, passando dal tricolore alle stars & stripes.

I rossoneri sono passati nel 2018 al Fondo Elliot in seguito all'inadempimento delle obbligazioni verso il fondo d'investimento statunitense da parte di Li Yonghong, che aveva inizialmente chiesto in prestito al fondo 303 milioni di dollari per acquistare il Milan da Fininvest. Negli ultimi tre anni la società fondata da Paul Singer ha investito oltre 700 milioni nella squadra milanese, tornando finalmente in Champions League ma allo stesso tempo operando sanguinose rinunce, prima delle quali lasciar partire Gigio Donnarumma a parametro zero. 

Il Bologna è stata la seconda squadra italiana ad avere una proprietà nordamericana, questa volta legata ad investitori rappresentati dall'imprenditore canadese Joey Saputo, nel 2014. L’artefice di questa operazione, l’italo-americano Joe Tacopina, ex-presidente anche del Venezia, è ora a capo della Spal. Mentre la Fiorentina è passata dall’eleganza vellutata dei Della Valle alla verace esplosività di Rocco Commisso, che si è contraddistinto per dichiarazioni senza filtri sullo stadio Artemio Franchi, definito “stadio schifoso”, e sulla Juventus, rea di avere troppo potere in Italia.

 
Da quando invece gli americani sono sbarcati nel 2015 a Venezia, la società lagunare si è rilanciata in grande stile, conquistando dopo due decenni la massima serie e creando un profilo riconoscibile anche fuori dal campo. Da un anno il presidente è Duncan Niederauer, a capo della società VFC Newco 2020 LLC. Lo Spezia similmente si tratta di un’altra piccola realtà cittadina che grazie alla saggia guida di Gabriele Volpi è passata in dieci anni dalla LegaPro alla Serie A. Lo scorso anno è stata venduta al finanziere americano Robert Platek, che ha in mente grandi piani per la società. Un’altra squadra ligure, il Genoa, invece è finalmente uscito dalla lunga presidenza Preziosi ed è passato alla holding statunitense 777 Partners con a capo il virologo Alberto Zangrillo. 

Ma i capitali statunitensi non guardano solo in Serie A ma anche nelle categorie cadette, visto che negli ultimi anni Como, Padova, Parma, Pisa, Pistoiese, Spal e Triestina battono ora bandiera americana. Una situazione che sta creando nei tifosi un sentimento dolce amaro, perché se da una parte una presidenza americana significa grandi ambizioni e nuovi investimenti, dall’altra in questo modo certifica l’allontanamento della proprietà dalla comunità cittadina e dalle frange del tifo organizzato. L’arrivo dei presidenti americani, a capo di cordate e fondi d’investimento dei quali nessuno conosce bene la concretezza, ha di fatto chiuso la stagione dei presidenti padroni che, nel bene e nel male, ha caratterizzato la fase più luminosa del calcio italiano.