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Il nuovo stadio in Qatar costruito con dei container

Un inno alla sostenibilità ambientale che però non frena le tante voci critiche sul Mondiale 2022

Il nuovo stadio in Qatar costruito con dei container Un inno alla sostenibilità ambientale che però non frena le tante voci critiche sul Mondiale 2022

Ora che manca ormai meno di un anno all’inizio dei Mondiali 2022, il Qatar sta ultimando le strutture e gli stadi predisposti allo svolgimento dell’evento più importante del panorama calcistico. Tra questi uno che ha immediatamente rubato l’occhio per la sua inusuale e innovativa architettura è lo Stadium 974, precedentemente conosciuto come Ras Abu Aboud, nei dintorni di Doha. E’ il primo stadio completamente smontabile nella storia dei mondiali grazie alla sua struttura modulare in acciaio e l’uso di container per trasporti e può contenere 40000 spettatori. Disegnato dallo studio spagnolo Fenwick Iribarren Architects con l’aiuto degli ingegneri strutturali di Schlaich Bergermann Partner e Hilson Moran, è stato pensato per ottenere il massimo della sostenibilità sia nella progettazione che nella costruzione. La sua struttura ha permesso di ridurre i costi, abbattere la produzione di rifiuti e consumare il 40% in meno di acqua durante la costruzione rispetto gli stadi tradizionali. Inoltre la sua vicinanza alla costa sfrutta la ventilazione locale e permette di non usare sistemi di refrigerazione artificiale con un considerevole risparmio.


Posizionato vicino al porto di Doha, opposto allo spettacolare skyline della West Bay, lo stadio 974 rende omaggio alla tradizione mercantile della capitale qatariota. Il numero 974 si riferisce sia al prefisso telefonico del Qatar che al numero dei containers utilizzati nel progetto. Containers che dopo l’utilizzo dello stadio saranno poi smontati e destinati ad altri edifici in giro per il mondo. Intanto il 30 Novembre ospiterà la prima partita della Arab Cup tra gli Emirati Arabi Uniti e la Siria e successivamente sarà uno delle arene dei prossimi mondiali.

Sono già sette gli stadi già completati per l’appuntamento di Qatar 2022 e, nonostante lo sforzo notevole da parte degli organizzatori nell’usare la manifestazione per coprire le tante violazioni dei diritti umani che si consumano quotidianamente nell’Emirato arabo, si stanno sempre più accumulando voci critiche che spingono verso il boicottaggio. Ad inizio anno un reportage di The Guardian ha svelato la drammatica condizione dei lavoratori impiegati nella costruzione delle strutture per il mondiale, per la quasi totalità immigrati irregolari India, Nepal, Bangladesh, Pakistan e Sri Lanka e il sanguinoso conto dei morti, oltre 7000, nascosti dal governo locale. Un tentativo di fare sport washing che passa anche attraverso operazioni di sostenibilità ambientale e architettonica come il nuovissimo stadio 974.