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I 10 brand che hanno contribuito a definire l'estetica olimpica

Da EA7 a Louboutin, fino al rework delle tradizioni di KITH

I 10 brand che hanno contribuito a definire l'estetica olimpica Da EA7 a Louboutin, fino al rework delle tradizioni di KITH

Le Olimpiadi sono fatte di vittorie, di medaglie, di lacrime, di grandi storie, ma anche di momenti di fashion branding che l'industria della moda sfrutta per servirsi della visibilità globale che solo i Giochi Olimpici sanno generare - nelle ultime quattro edizioni estive, la media totale di audience televisiva sfiora i quattro miliardi di spettatori. La cerimonia di apertura è per certi versi il più grande show di moda dell'anno, con piacere di 14.000 atleti che sfilano per lo stadio che ospita l'opening night. In quelle lunghe serate si è definita negli anni la diversa estetica delle Olimpiadi, con i formal partner che sono chiamati a definire lo stile di una nazione intera. C'è chi osa, chi sceglie la tradizione e chi si affida a grandi designer per fare bella figura sul palcoscenico sportivo più importante del mondo. La cerimonia dello Stadio Olimpico di Tokyo (venerdì alle 13.00 italiane) sarà la prima a porte chiuse - con 68.000 posti che resteranno quasi del tutto vuoti - ma resta uno dei momenti più attesi di questa controversa Olimpiade. Sono tanti i brand che hanno contribuito a rendere unica l'estetica olimpica, ma alcuni si sono distinti più di altri. 

 

 

EA7 x Italia

Da più di quindici anni, lo stile italiano alle Olimpiadi porta la firma di EA7 - la divisione sportiva del brand di Giorgio Armani. Il tema di designer che si focalizzano sui Giochi hanno sempre puntato sull'eleganza e sul simbolismo, sul blu scuro e sui toni che richiamano il tricolore. Da Federica Pellegrini a Valentina Vezzali, fino ad arrivare ad Antonio Rossi: tutti con la solita eleganza Made in Italy, con qualche nota eccentrica - basti pensare alle scarpe bianche e rosse che indossavano gli olimpionici azzurri.

 

Louboutin x Cuba

Tra i brand che hanno partecipato alla cerimonia inaugurale, un po' a sorpresa, c'è Christian Louboutin che nel 2016 ha  collaborato con Henri Tai di Sporty Henri per disegnare le divise del Team Cuba. Una collaborazione che ha ridefinito l'estetica cubana, sempre molto legata alle contaminazioni pop ma che nel 2016 ha scelto di sfilare con giacche in crema e rosso con la bandiera su una delle quattro tasche. Un cambiamento stilistico che ha spiazzato tutti per eleganza e fascino, raramente due elementi che sono stati associati all'estetica cubana.

 

Ralph Lauren x USA

Tra i grandi classici, Team USA e Ralph Lauren sono due protagonisti indiscussi del palcoscenico olimpico. Il brand di New York dal 2008 accompagna gli olimpionici statunitensi, vestendoli con charme e presentandoli al mondo con uno stile che non sempre si adatta a personalità come quelle di LeBron James - ritratto in una memorabile foto in cui aggiusta il nodo della cravatta a Kobe Bryant - di Michael Phelps o Simone Biles. Resta indimenticabile il doppio basco blu e bianco indossato nelle parate di Londra 2012 e Atene 2008., unito ad uno stile che mixa sempre i colori della bandiera USA. Molto meno sobria la sfilata del 2014 alle Olimpiadi invernali di Soči, con un cardigan a stelle con tanto di cerchi olimpici che è entrato nella storia dello stile olimpico. 

 

Greg Speirs ft. Issey Miyake x Team Lituania 


La Lituania è l'underdog di questa particolare classifica. Anche se i medaglieri non sono pieni come quelli di USA e Cina, la Lituania soprattutto a livello cestistico si è spesso piazzata bene. Esteticamente, invece, il punto più alto arriva a Barcellona, quando nel 1992 due diversi momenti la mettono nell'Olimpo stilistico dei Giochi. Il primo arriva con la cerimonia inaugurale, con dei design più innovativi curato da Issey Miyake - uno dei più importanti stilisti di sempre. Contemporaneamente, la storia che accompagna la squadra di basket e le divise pre-gara ha dell'incredibile. I Grateful Dead sono entrati in contatto con Sarunas Marciulionis e Donnie Nelson (due membri della squadra all'epoca impegnati in NBA) in un parcheggio di San Francisco, con l'auto della band in panne. Durante questo casuale incontro, Marciulionis spiega al gruppo che ha investito gran parte del suo stipendio per aiutare il suo paese a finanziare la partecipazione olimpica del 1992. Ispirati dall'atto patriottico dell'ex Warriors, i Grateful Dead hanno strappato all'istante un assegno di 5.000 dollari e hanno permesso alla nazionale di vendere il merchandising ufficiale della band. Il fatto che oggi la indossi anche Jonah Hill la dice lunga su quanto sia diventata un must per gli appassionati olimpici.

 

Lacoste x Francia

La Francia è stata un altro magnifico esempio di alternanza tra minimalismo e stravaganza estetica. Nelle ultime quattro edizioni - considerando anche le versioni invernali dei Giochi Olimpici - Team France è riuscita a sfilare sia con una linea essenziale, pulita ed elegante e sia con un'eclettica declinazione tricolore del coccodrillo Lacoste. Alle giacche e al tessuto realizzato per gli olimpionici francesi di Rio de Janeiro si contrappongono piumini con zip laterale e beanie che richiamano i colori della bandiera transalpina.  

 

Levi's x Team USA

Deviazione invernale, per andare a Lake Placid, New York, dove nel 1980 il Paese ospitante sfilava e indossava divise disegnate e prodotte da Levis Struass. Anacronistica la scelta di avere il cappello da cowboy bianchi, simbolo americano ma soprattutto del Texas - mai noto per le sue temperature fredde. Oltre al copricapo, Levi's ha curato le giacche in shearling a strati, il dolcevita a righe e soprattutto i guanti foderati che garantiscono la protezione da un freddo che arriva anche a quindici gradi sotto lo zero. Tutta la follia e la stravaganza a stelle e strisce anche a 40 anni di distanza.  

 

Telfar x Liberia

Sarà una delle new entry del 2021, ma è già pronta a fare la storia delle Olimpiadi. La sponsorship di Telfar per Team Liberia prevede un coinvolgimento totale del brand di Telfar Clemens: dal formal suit per apertura e chiusura dei Giochi di Tokyo fino alle divise per gli atleti. Secondo il New York Times l'insolita collaborazione è nata quando Emmanuel Matadi, atleta olimpico che ha rappresentato la Liberia nelle Olimpiadi del 2016, ha sentito la sua compagna parlare delle borse Telfar. Conoscendo le origini liberiche di Clemens, Matadi ha proposto l'idea all'ex atleta olimpico Kouty Mawenh già fan del lavoro del designer. "Mi hanno detto sii pazzo, ed è quello che ho fatto" ha commentato Clemens, che non aveva mai lavorato sul performance wear nonostante facesse da tempo parte dei suoi progetti.

 

Stella McCarty x Gran Bretagna

Dalla sfilata inaugurale alle competizioni, con un'ospite d'onore che non è sempre legata allo sport. Stella McCartney non farà più parte della spedizione olimpica britannica, rimpiazzato da Ben Sherman, ma nelle ultime due edizioni Team GB non ha mai sfigurato sulla passerella dei Giochi. Il momento più alto della collabo tra gli atleti e la stilista inglese che ha collaborato per 17 con Kering è rappresentato dalle divise "di casa" indossate a Londra nel 2012. Le diverse forme di athleisure erano tutte marchiate con l'Union Jack in blu, lo stesso motivo utilizzato nel 2016 collaborando con adidas ma sfruttando di più il simbolo dei leoni uniti alla torcia olimpica. 

 

Team Japan


Anche se non parliamo di un brand specifico, la spedizione giapponese a Sydney 2000 è stata una delle più incredibili - non tanto per le medaglie (saranno solo 18 alla fine dei Giochi) quanto per lo stile. Con venti anni di anticipo, il trend dell'arcobaleno che oggi ha assunto una connotazione di lotta per i diritti delle comunità LGBTQI+ è sui mantelli degli atleti del Giappone, capeggiati dal portabandiera e leggenda del sumo Kōsei Inoue. Al di là del brand che ha prodotto questi incredibili e coloratissimi item, sembrano aver anticipato di qualche decennio la battaglia che gran parte degli atleti presenti a Tokyo 2020 hanno intrapreso.

 

Bonus Track - KITH x USA

Terza apparizione in lista per Team USA che si prepara ad essere la nazione più cool delle Olimpiadi. La bonus track è dedicata a KITH che ha reworkato item degli anni '80 e '90 rinnovandoli con il solito inconfondibile tocco di Ronnie Fieg. La semplicità di un'era che non sembra così distante a livello estetico riportata sulla cresta dell'onda, esaltando il designa. stelle e strisce che caratterizza un team che nelle ultime quattro edizioni ha portato a casa la bellezza di 439 medaglie.