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Come battere la pressione del campo e godersi il calcio

5 cose che abbiamo imparato nella quarta masterclass di The School of New Football

Come battere la pressione del campo e godersi il calcio 5 cose che abbiamo imparato nella quarta masterclass di The School of New Football

Dopo aver archiviato anche la terza sessione dell'accademia The School of New Football, si è aperto il quarto dei cinque capitoli che scriveremo in collaborazione con Nike fino a venerdì 9 luglio. Nella nuova masterclass, Francesco Abazia ha intervistato Pierluigi GolliniTim Small (Ultimo Uomo) e Stefano Bagnasco (Cronache di Spogliatoio). I tre ospiti hanno raccontato le loro esperienze più stressanti e di come si può gestire la pressione senza farsi sopraffare dal panico. 

Insieme a Nike vogliamo costruire un futuro per il calcio dove il gioco sia uno spazio sicuro e libero da giudizi. Vogliamo che tutti siano a proprio agio e che la pressione che ognuno di noi può avvertire sul rettangolo di gioco non si trasformi in qualcosa di paralizzante. Di questo e di tanto altro abbiamo parlato nella quarta sessione di TSONF e, per chi non fosse riuscito a registrarsi e partecipare, ecco un breve recap delle risposte dei nostri ospiti.

Il momento in cui ha compreso che il calcio era la tua passione

Sicuramente da quando sono nato, fin da piccolo avevo un pallone tra le mani. Ho iniziato a quattro anni a giocare con bambini di due o tre anni più grandi di me. È tutta la vita che gioco e questo sport me è stato e sarà sempre il mio primo amore. Anche quando banalmente alle elementari ti chiedevano cosa vuoi far da grande, la mia risposta è sempre stata il calciatore.  
Pierluigi Gollini

Come gestire la pressione del momento e prepararsi a dare il meglio

Una cosa importante secondo me, è quella di cercare di stare nel momento, nel presente, di non pensare a futuro o passato, di non farti prendere dall’ansia di quello che è accaduto prima o di ripensare all’errore che hai commesso. Cercare di vivere il momento penso sia una cosa importante a prescindere dal lavoro che ognuno di noi fa, perché sennò ti distrai e non riuscirai mai a dare il meglio. 
Tim Small

L’esperienza che più ti ha messo sotto pressione

Non so così su due piedi è difficile. Non so perché comunque in base a l’età e ad ogni tappa della mia vita e della mia carriera ho vissuto esperienze diverse. Ci sono vari step secondo me, un momento sicuramente difficile è senza dubbio il passaggio dalle giovanili alla prima squadra. Fai un salto e inizi a capire se diventerai qualcosa oppure no. Quello è un momento molto delicato, quando sei ancora giovane convivere con questo pensiero non è semplice, perché non sai se arriverai a giocare dove volevi o meno. Per gestire questo cumulo di pressione, anche se è scontato, devi allenarti al massimo delle tue capacità, ma soprattutto fare tutto ciò che si può anche per essere in pace poi con sé stessi.
Pierluigi Gollini

I diversi livelli di pressione a cui siamo sottoposti

Secondo me dipende tantissimo nel momento in cui scendi in campo per chi o cosa lo stai facendo. Senti la pressione per un obiettivo che ti sei posto e quindi nel momento in cui lo stai per raggiungere vuoi chiudere il cerchio. Però se pensi poi a tutte le persone che hanno fatto sacrifici per te, ti hanno seguito durante partite o allenamenti, sei sulla strada giusta o quasi. Ma se ti fai sopraffare da altri pensieri puoi sentire sulle spalle una pressione più grande di quella che è, perché non dimentichiamoci che si parla comunque sempre di un gioco che pur essendo la nostra ragione di vita, rimane sempre un gioco. È chiaro che quando arrivi a livelli altissimi e sei quello che esaudisce i sogni di un popolo intero allora lì senti ancora più la pressione. Per cui è normale si vengano a creare diversi livelli anche in relazione alla categoria in cui giochi o agli obiettivi che ti sei prefissato.
Stefano Bagnasco

 

La maggior pressione a cui è sottoposto il ruolo del portiere

Dal punto di vista mentale è senza dubbio il ruolo più difficile del calcio. Hai troppo da perdere e troppo poco da guadagnare, è oggettivamente così. Prendi la classica partita in cui il portiere fa miracoli, l’attaccante invece dopo averne sbagliate diverse riesce a fare gol, l’idolo sarà ovviamente lui. Mentre se il portiere fa un mezzo errore dopo aver parato di tutto, ti rimane quella macchia addosso. Infatti credo che per esser un vero portiere devi esserlo dentro di te, è difficile da spiegare, è chiaro che con l’esperienza impari a capire le cose e a gestire ogni momento. Sai quello che fai, sai qual è il tuo ruolo, sai quali sono le cose con cui devi convivere, poi ci si abitua con il tempo.
Pierluigi Gollini

 

Partecipa all'ultima masterclass gratuita di The School of New Football: venerdì 9 un incontro con giocatori, giocatrici, ex campioni e community del calcio per ascoltare le esperienze di chi vive il calcio in maniera diretta. Iscriviti alla sessione cliccando qui