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La timeline della storia estetica della nazionale azzurra

Colori, crest e brand che hanno costruito lo stile del calcio italiano

La timeline della storia estetica della nazionale azzurra Colori, crest e brand che hanno costruito lo stile del calcio italiano

La storia della Nazionale Italiana di Calcio porta con sé un patrimonio estetico unico e secondo a pochissimi altri Paesi. L’impronta azzurra nella storia del calcio non è fatta solo di vittorie mondiali, di grandi successi e di talenti inimitabili, ma è costituita anche e soprattutto da maglie che hanno cambiato la storia e da loghi che nell’immaginario collettivo sono diventati simboli di epoche culturali. In una ideale linea del tempo che ripercorre la storia dello stile degli Azzurri e della federazione ci sono crest (12) e brand (8) che hanno fatto parte degli ultimi 123 anni in maniera significativa: dal simbolo dei Savoia alle 4 stelle mondiali, da adidas a PUMA, passando per l’estetica anni ’90 e il connubio tutto italiano con Diadora.

 

1898 - 1974: il tricolore azzurro e le three stripes


La prima parte della timeline va dall'anno della fondazione fino al primo sponsor tecnico di sempre ad apparire su una maglia azzurra. A differenza delle altre nazionali europee - fatta eccezione Olanda e Germania - l'Italia veste l'azzurro proprio per via del primo logo, un omaggio alla famiglia dei Savoia. L'evoluzione del crest segue la storia sportiva italiana, che raggiunge il suo apice negli anni '30 quando arrivano le prime due stelle grazie ai due mondiali vinti in casa (1934) e in Francia (1938) e all'oro olimpico vinto alle Spiele der XI, le indimenticabili quanto controverse Olimpiadi di Berlino nel 1936. Sarà l'unico trionfo olimpico della storia calcistica italiana, ma in questa prima fase arriverà anche la gioia europea del 1968, nella partita che si giocò due volte. Meno esaltante è la parte legata ai brand, sia per via della regolamentazione che non prevedeva la presenza di loghi commerciali sulle divise da calcio sia perché gli Azzurri fino al 1974 non avranno un vero sponsor tecnico. Sarà adidas - con la versione del trifoglio - il primo reale kit supplier della nazionale italiana, il primo di otto. 

 

1978 -1992: Notti Magiche and much more

Dal 1978 al 1992 l'Italia calcistica vive l'era esteticamente più incredibile di tutte, con il calcio - e lo sport in generale - che diventa un termometro stilistico e uno specchio delle ere e delle culture che popolano il mondo. Se da un lato in appena 14 anni la nazionale italiana cambia ben quattro brand, dall'altra l'evoluzione dei loghi rallenta rispetto alla prima fase. Saranno solo tre i nuovi crest, con il passaggio dallo scudetto classico tricolore al logo con tre stelle grazie alla vittoria ai mondiali di Spagna82. In quegli anni ci saranno anche due sponsor che si alterneranno: Le Coq Sportif prenderà il posto di Baila, un piccolo brand nostrano che durerà poco più di dodici mesi. Stessa sorte anche per Ennerre (1984-85) prima di arrivare al regno di Diadora che reggerà per quasi dieci anni. Sarà il brand veneto che ci accompagnerà in due eventi storici come i mondiali italiani del 1990 e quelli USA del 1994, con la finale persa contro il Brasile ai rigori. Prima della spedizione americana, però, la FIGC cambia ancora volto con un logo che unisce il tricolore e il colore azzurro con un design tipico degli anni '90.

 

1994 - oggi: la caduta e la rinascita

Gli ultimi 25 anni sono stati i più altalenanti, sia in campo che fuori: dallo scandalo del 2002 in Corea ai momenti di massima esaltazione nel mondiale tedesco 2006, dal punto più basso della storia calcistica con la mancata qualificazione alla Coppa del Mondo fino alla rinascita attuale con i 31 risultati utili consecutivi di Roberto Mancini, passando per maglie firmate Nike, Kappa e PUMA. Un'era con tre nuovi loghi e con tre marchi, tutti in grado di trasmettere messaggi diversi e un'identità - anche cromatica - che testimonia l'evoluzione del brand FIGC. Nike - che trova negli Azzurri la prima squadra italiana ad indossare lo Swoosh - cambia le carte in tavola e porta l'heritage artistico italiano sulle maglie della nazionale, mentre Kappa rivoluziona letteralmente il fit con la Kombat di un azzurro diverso dalle altre nuances utilizzate. PUMA, che è ad oggi il partner più longevo degli Azzurri con 18 anni di sponsorizzazione, ha avuto alti (tanti) e bassi (pochi) riuscendo sempre a creare qualcosa di simbolico per unire squadra, tifosi e Paese. 

I crest, invece, restano quasi invariati dal 2000 - con un netto ringiovanimento del logo - al 2017 con la sola aggiunta della quarta stella dopo il 2006, prima dell'ennesima rivoluzione del 2017, dove il marchio diventa ancor più moderno e vicino ai design che puntano anche e soprattutto alla parte commerciale del merchandising. 

2021: il Rinascimento porta bene


In uno dei momenti più felici della storia azzurra, lunedì 4 Ottobre a Milano è stato svelato il logo istituzionale della FIGC ideato da Independent Ideas, agenzia di Lapo Elkann. L'immagine della Federazione si rinnova, affiancando allo scudetto un logo moderno e autorevole che raffigura, anche graficamente, il processo di innovazione voluto dal presidente Gravina. Un nuovo logo che segna un nuovo inizio e che porterà con sé tutte le grandi vittorie e i primati di questa estate ma non solo. L'ispirazione arriva dai primi palloni da calcio da cui riprende la forma circolare e le grafiche verticali della nuova veste con un chiaro e profondo rimando alle origini, i colori ovviamente richiamano quelli della maglia della Nazionale e del tricolore.