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Yakar Project, il progetto umanitario che con il calcio collega Dakar e la moda di Parigi

Jonathan Szwarc ci ha raccontato cosa significa il calcio in Senegal

Yakar Project, il progetto umanitario che con il calcio collega Dakar e la moda di Parigi Jonathan Szwarc ci ha raccontato cosa significa il calcio in Senegal
Courtesy of Yakar Project // Ph: Nelson Rosier
Courtesy of Yakar Project // Ph: Karl Hab
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Courtesy of Yakar Project // Ph: Bishop Nast
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Courtesy of Yakar Project // Ph: Bishop Nast
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La traduzione di "speranza" in wolof, la principale lingua del Senegal, è Yakar. È una delle prime cose che ha imparato Jonathan Szwarc, innamoratosi degli occhi con cui i 500 bambini della scuola ADE di Thiaroye guardavano le maglie e i palloni da calcio. La sua visita del 2015 lo ha spinto a creare Yakar Project, un progetto che aveva come primo obiettivo quello di regalare maglie da calcio a bambini e che nel corso di questi anni - anche grazie alla partecipazione di Nike - si è prefisso un nuovo obiettivo: donare un campo da calcio ad una zona senegalese in grande difficoltà. Il calcio al centro del futuro dei bambini è la mission di Jonathan e del team Yakar, persone che sono riuscite a coinvolgere lo Swoosh anche grazie ad una componente lifestyle.

Nike ha supportato Jonathan e il suo progetto, contribuendo a regalare 500 maglie ai bambini di Thiaroye, le stesse che verranno messe in vendita in edizione limitata (150 disponibili su Pro Direct Soccer) per raccogliere fondi e migliorare le strutture sportive della scuola. La data scelta per il lancio è il prossimo 15 febbraio, quando verrà pubblicato anche un documentario in cui verrà raccontata la vita, le difficoltà e l'amore per il calcio dei bambini del Senegal. Abbiamo chiacchierato con Jonathan, che ci ha raccontato la sua avventura e il suo documentario, l'importanza di un approccio nuovo e fresco per coinvolgere il maggior numero di persone oltre ad un brand e i suoi sogni futuri.

 

Intitolare un progetto "Yakar" (speranza) dice tutto sua sulla mission. Com'è nato questo desiderio di dare una speranza ai bambini della scuola ADE di Thiaroye? 

Credo profondamente che sia essenziale aiutare il prossimo scegliendo il settori più adatti a noi. Da parte mia, le due cause che mi stanno più a cuore sono la gioventù e il calcio. Ero convinto di poter creare un progetto unico per questi bambini attraverso lo sport, migliorare la loro vita quotidiana rispondendo alla mancanza di materiale che avevo notato nel 2015. Anche attraverso il documentario, ho voluto dare risalto a questa scuola e al suo direttore, un vero eroe nell'ombra. Il mio desiderio era anche quello di portare un nuovo aspetto all'interno dei progetti umanitari: possiamo servire una causa che ci sta a cuore presentandola al mondo in modo creativo per avere un impatto maggiore e coinvolgere quante più persone possibile.

Non ho paura di dire che voglio creare un vero marchio Yakar, distinto, riconoscibile, il cui scopo è aiutare i bambini attraverso lo sport. Perché le organizzazioni no-profit non possono essere stimolanti come Apple o Nike? Questo è il mio obiettivo e penso di aver posato il primo mattone con queste maglie. La cosa più importante per me è pensare al modo in cui vogliamo aiutare. Di motivi ce ne sono mille per farlo. Ero convinto di poter portare un aiuto concreto e presentarlo in modo diverso grazie alla mia visione, alla mia esperienza personale e ai miei contatti.

Courtesy of Yakar Project // Ph: Nelson Rosier
Courtesy of Yakar Project // Ph: Nelson Rosier
Courtesy of Yakar Project // Ph: Nelson Rosier
Courtesy of Yakar Project // Ph: Nelson Rosier
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Courtesy of Yakar Project // Ph: Nelson Rosier
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Pensare ad aiuti umanitari/sociali per i bambini svantaggiati e collegarli subito al calcio è una cosa straordinaria. Quel è il rapporto tra i bambini senegalesi e lo sport e come il calcio può essere un aspetto della vita che può migliorare la loro situazione?

Il rapporto che bambini, ragazze e ragazzi, hanno con il calcio è indescrivibile. Questo è ciò che il documentario cerca di raccontare. Il calcio ha un enorme potere a breve termine sulla vita quotidiana dei bambini, non è solo un modo per far uscire le loro famiglie dalla povertà. L'obiettivo del gioco è dimenticare le loro difficoltà quotidiane e scolastiche.

In una situazione come quella del covid, dove i bambini non potevano andare a scuola per quasi 8 mesi, il loro unico impegno era il calcio. Ha tenuto occupati i bambini durante tutta la pandemia e ha avuto un grande impatto anche sulle persone vicine a questi bambini. È meraviglioso sentire un genitore rassicurato mentre pensa che i figli si divertano giocando a calcio. Sanno che non sono per strada a fare cose "cattive".

Il calcio è uno strumento formidabile anche per gli insegnanti, perché permette loro di creare una complicità che spesso è impossibile creare in aule troppo gremite. Questa complicità consente agli insegnanti di trasmettere meglio la conoscenza negli anni.

Uno dei risultati del progetto sarà è proprio il documentario - che sarà pubblicato su Youtube e sull'IGTV dell'account di Yakar Project - sulla vita di questi 500 bambini e il loro rapporto con lo sport. C'è un aneddoto o una storia che ti ha colpito di più tra quelle che sono state girate? Senza spoiler, ovviamente.

Senza ombra di dubbio, la storia che più mi ha colpito è l'incontro con Selly Sagna, una giovane cestista di 14 anni con cui ho parlato. Selly ha spiegato che vuole cambiare la mentalità delle donne in Senegal. Ha detto - con una disarmante sicurezza - che se le donne non fossero andate a scuola, il paese non sarebbe sicuramente progredito come ha fatto oggi. Ora vuole che le donne superino il cliché principale legato allo sport: quello di essere riservato agli uomini. Hanno bisogno di ascoltare i loro cuori. Se vogliono giocare a basket, calcio, karate, allora devono farlo.

La spinta che Nike dà al progetto - in termini di produzione e di visibilità - è sicuramente un plus importante. Con quale approccio un brand del genere si avvicina ad un progetto che tratta tematiche così delicate? Ovviamente Nike lavora tanto sui progetti per le classi meno vantaggiate e più sfortunate. Come si è avvicinato a Yakar e che cosa sta dando al progetto?

Ho avuto la possibilità di fare uno stage di un anno presso Nike Football France. Molti dei miei amici che facevano parte di quello stage con me ora sono manager. È grazie a loro che sono entrato in contatto con lo Swoosh, spiegando dettagli e sfumature di Yakar. Era necessario presentare un progetto coerente e strutturato con un obiettivo reale: quello di servire i bambini senegalesi attraverso la creazione e fornitura di maglie. Penso che aver inserito un lato lifestyle all'interno di un progetto umanitario abbia fatto la differenza per Nike.

Devo dire che la squadra di Nike Football France è stata super nel modo in cui mi ha accompagnato in questo progetto. Mi hanno aiutato nella produzione, ma mi hanno lasciato completamente libero di portare avanti il progetto, scegliere i talent e creare il documentario. Nike è stato un supporto materiale e concreto in grado di aumentare la visibilità senza trascurare altri aspetti. Questa libertà ha fatto la differenza: mi hanno dato la possibilità di spedire maglie a giocatori sotto contratto con brand concorrenti e hanno dimostrato che a loro interessa davvero sostenere la mia causa. Voglio ringraziare dal profondo del cuore tutto il team Nike France perché senza di loro il progetto avrebbe richiesto molto più tempo per vedere essere realizzato.

Courtesy of Yakar Project // Ph: Bishop Nast
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Courtesy of Yakar Project // Ph: Bishop Nast
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Courtesy of Yakar Project // Ph: Bishop Nast
Courtesy of Yakar Project // Ph: Bishop Nast

Nelle maglie che Nike ha prodotto e che usciranno in contemporanea con il documentario c'è un messaggio importante: EVERYTHING IS POSSIBLE. Noi ci auguriamo che sia possibile la costruzione di un campo da calcio e di strutture sportive per la scuola, ma cosa servirebbe per rendere "possibile" un futuro migliore per i bambini senegalesi secondo te?

A mio parere, è l'accesso all'istruzione e allo sport che consentirà a questi bambini di vivere meglio in futuro. La scuola ADE sta per Avenir et Développement de l’enfnat (Futuro e sviluppo del bambino). È stato creato da una persona incredibile di nome Djibril Sané che non poteva andare a scuola quando era giovane. Dato che aveva un futuro incerto quando era un ragazzo, ora vuole dare a questi bambini un futuro certo. Troppi bambini senegalesi ancora oggi non possono ricevere un'istruzione. Questo è un enorme problema da risolvere in Senegal.

Lo sport ha un ruolo cruciale nel percorso educativo di questi bambini. L'ho visto con i miei occhi quando ci sono andato nel 2015 e ciò, unito alla mia profonda passione per il calcio, ha rafforzato la decisione di utilizzare lo sport per aiutare i bambini di ADE. Sapevo che dal momento che avrei fatto le cose per passione, il progetto avrebbe resistito e avrebbe avuto senso per i 500 bambini della scuola.

Courtesy of Yakar Project // Ph: Karl Hab
Courtesy of Yakar Project // Ph: Karl Hab
Courtesy of Yakar Project // Ph: Karl Hab
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Il rapporto tra il Senegal e la Francia è molto stretto e la maglia è arrivata presto a Parigi, dov'è praticamente diventa un oggetto di moda. Noi lavoriamo tutti i giorni cercando di raccontare il legame che c'è tra lo stile delle maglie da calcio e il mondo della moda. In che modo una maglia che ha un valore sociale così importante può trasformarsi in una moda? 

Una delle mie priorità era disegnare una maglia che fosse un vero vettore di speranza per i bambini, ma anche un vero capo di moda. Secondo me, tutto si riduce a 2 cose. Innanzitutto, il design di questa maglietta: è stato pensato per il campo ma anche per la città con colori semplici che possono essere abbinati a molti outfit -sia per uomini che per donne.  La seconda chiave sta nel modo in cui mostri la tua maglia al mondo: abbiamo realizzato 2 shooting con fotografi molto diversi per raggiungere gli amanti della moda di mondi diversi.

La fotografia @BishopNast ha fornito un'immagine molto streetwear della maglia con foto scattate con pellicola d'argento nella periferia di Parigi. Si dice spesso che i sobborghi influenzano Parigi e Parigi influenza il mondo. Per questo motivo siamo partiti dalla periferia. Il fotografo @KarlHab, è abituato a scattare durante la Fashion Week di Parigi - fotografa sfilate di moda da più di 10 anni - quindi abbiamo reso lo studio più orientato alla moda dove le modelle indossavano le maglie in abiti di tutti i giorni: jeans, Air Force, gioielli ecc. Questo servizio consente alle persone di immaginarsi rapidamente mentre indossa la maglia.