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Come sta cambiando il rapporto tra sneaker e calcio?

L'approfondimento nella seconda puntata di The SneakerPod

Come sta cambiando il rapporto tra sneaker e calcio? L'approfondimento nella seconda puntata di The SneakerPod

Quella cultura “street” da cui deriva anche il mondo delle sneakers non ha forse mai fatto parte del DNA del calcio e dei calciatori, storicamente più vicini ad altri canoni ed altre estetiche. Non è quindi un caso che l'incrocio tra mondo del calcio e sneaker-game sia avvenuto spesso in maniera molto faticosa, attraverso release e collaborazioni che difficilmente sono riuscite a catturare l’attenzione degli appassionati di sneaker, né tantomeno dei fan del calcio. Allo stesso tempo, è emblematico che un altro popolare sport di squadra, il basket, abbia attivamente contribuito a creare il fenomeno sneakers, per una serie di fattori culturali e fattuali (le prime sneaker nascono come scarpe da parquet).  

Uno dei settori principali che ha mostrato quanto fosse complicato unire i due mondi è stato quello delle signature sneaker e più in generale delle collaborazioni tra calciatori, squadre di calcio e brand nella realizzazione di modelli o colorway specifici. 

La case history per dimostrare che il matrimonio tra i calciatori le sneakers non funziona come forse dovrebbe è tutt’altro che ridotta. I casi più evidenti rispondono ai nomi di Neymar Jr. e Cristiano Ronaldo. Sia il talento di Madeira che quello di Praia Grande hanno fatto i conti con la triste realtà delle signature sneakers. Anche se ora è la punta di diamante della PUMA Family, Neymar, Nike e Jordan hanno creato le Neymar x Jordan 5 Lows nel 2016, le Shox R4 Neymar JR nel 2019 e le Neymar Jr. x Nike Air Max 2090 lo scorso giugno. Lo swoosh non ha sfruttato solo lo stile dell’attaccante del PSG, ma anche la straripante forza commerciale di CR7. Negli ultimi 3 anni da Beaverton sono arrivate nell’ordine: le Nike Air Max 97 CR7 Gold, le Nike Air Force 1 CR7 “Metallic Gold”, le Nike Air Max 97 CR7 “Portugal”, le Nike EXP-X14 CR7 e le Air Max 1 “Cristiano Swoosh”. Nonostante le sneaker scelte da Nike per le signature sia di Neymar che di Ronaldo fossero già mainstream e ben piazzate sul mercato, l’esperimento finora può dichiararsi fallito.

I motivi sono tantissimi e le risposte arrivano da qualsiasi direzione: da un sistema media che non aiuta ad andare oltre delle "barriere" che solo negli ultimi anni stanno iniziando a scricchiolare fino ancora allo scarso interesse che la maggioranza dei calciatori rivolge ad un mondo in grande espansione. In Italia, terra che calcisticamente rimane integralista quasi per definizione, si fa più fatica rispetto agli contesti inglesi e francesi ad esempio, dove la cultura delle sneakers è maturata prima.
Qualcosa sta però cambiando: le collaborazioni tra Palace e Juventus, e in misura ancora maggiore quella tra PSG e Jordan - che ha prodotto sneaker interessati come le Jordan 4 Retro PSG - hanno innescato un nuovo paradigma, che vede coinvolti anche calciatori come Tiémoué Bakayoko o Hector Bellerin, e in Italia Andrea Petagna o Matteo Pessina. Proprio con il calciatore dell’Atalanta si è parlato di come sta cambiando il rapporto tra calciatori e sneaker, all’interno della seconda puntata di The SneakerPod, il podcast di nss magazine prodotto in collaborazione con StockX

"L’estetica di un calciatore fuori dal campo è vista ancora troppo come un contorno. Grazie ai social e ai media specializzati questo processo di trasformazione è iniziato anche qui in Italia. La moda e lo stile sono spesso mezzi potenti per esprimere la propria personalità ed andare oltre a ciò che si vede la domenica in campo."

Matteo Pessina