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Loco Dice X JUVENTUS ICON COLLECTION

Noi siamo stati dietro le quinte dello shooting e abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il leggendario dj e producer

 Loco Dice X JUVENTUS ICON COLLECTION Noi siamo stati dietro le quinte dello shooting e abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il leggendario dj e producer
Fotografo
Andrea Zendali

Juventus continua il suo viaggio cross culturale tra il mondo della moda e quello del calcio. Oggi infatti è stata presentata la nuova JUVENTUS ICON COLLECTION: si tratta della terza edizione della capsule firmata con il logo del club bianconero con uno stile decisamente orientato verso lo streetwear. 
La collezione - composta da tee, hoodie e giacche - rivisita lo stile anni '90 in chiave college style: centrali sono il color blocking (bianco, nero e arancione), le stampe ripetute e i fit comfy.

Ad aggiungere un altro dimensione a questa collezione - oltre a quella del calcio e la moda - c'è la musica, infatti l'ambassador della collezione è il dj di fama internazionale Loco Dice, amante della moda (tra le ultime collaborazioni spicca quella con Daily Paper) e ovviamente tifoso della Juventus. nss sports è andato dietro le quinte dello shooting della collezione per parlare con il deejay della sua passione per il calcio, di Juventus e del futuro del clubbing postpandemia. 

 

Quando hai iniziato a seguire il calcio e Juventus?

Probabilmente da quando sono nato ... dato che sono cresciuto in una famiglia fanatica per il calcio. Mi ricordo che mio zio era un gran tifoso della Juve e, ai tempi, quando guardavo le partite, c’era Platini che giocava. Vivevo in Germania ma passavo l’estate in Tunisia e quindi tifavo il club locale che era il Club Sportif Sfaxien, che ha gli stessi colori della Juve e infatti lo chiamano la Juventus del Nord Africa.

Sono anche un fan del Fortuna Düsseldorf, la squadra della città dove sono nato. Ho sofferto e goduto per le mie squadre, dato che la Juve mi faceva vivere la gioia di vincere i trofei, mentre il Fortuna mi faceva prendere dei grandi attacchi di cuore.

Juventus sta dominando sia in campo che fuori. Negli ultimi anni abbiamo assistito a un rebranding, alla Icon Collection e anche alla collaborazione con street brand come Palace. Che cosa pensi della dimensione che la Juventus sta dando al suo brand?

Sono molto soddisfatto di questo. L'ho trovato davvero innovativo soprattutto perché il calcio è un business che da questo punto di vista è molto quadrato e con una mentalità vecchia. Devi avere delle idee per rendere il club più fresco: la collaborazione con Palace è eccezionale e mette la Juventus in una luce completamente diversa dal classico mondo delle maglie da calcio. E penso che anche i fan lo apprezzino.

Con la tua musica e il tuo materiale hai fatto la stessa cosa, mixando stili differenti e lavorando anche con brand come Daily Paper. Pensi che la cross-culture sia il futuro della creatività?

Sì, abbiamo bisogno di più di questo, ma dobbiamo messe anche molto accorti e selettivi. Perché mescolare i marchi non è necessariamente cool, la storia deve adattarsi. Penso che il motivo per cui sono seduto qui è che la mia storia si adatta perché, alla fine, il calcio è tradizione e non puoi rompere la tradizione solo perché vuoi essere moderno. Guardo il passato come realtà e autenticità, poi la gente ci crede e la seguirà.

La realtà è qualcosa che si attacca al calcio, ma anche alla cultura del club. È possibile mescolare la cultura del club con altri universi senza sfruttarla?

Devi rispettarlo, il calcio è calcio. Quando si prende il logo e la mentalità (di un club, ndr) e le si trasformano in qualcos'altro che siano moda o musica o qualsiasi altra cosa, si segue il percorso di essere autentici e real e quindi stai creando qualcosa. Potrebbe sembrare strano all'inizio, ma quando la gente cerca di seguire la storia saranno in grado di trovare il file rouge fino alle solida fondamenta del club, in questo caso la Juventus.

I club sono una delle aziende più danneggiate dalla pandemia e dalla quarantena. Come pensi che il clubbing possa superare questo momento?

Ora è molto importante che la gente si renda conto che non ci sono club. Un sacco di gente vive ancora in una bolla pensando "oh la prossima estate sarà tutto ok", non pensano che potrebbe essere diverso. È importante sostenere la cultura che ti piace e che ti ispira, in questo momento diffondendo la consapevolezza attraverso i social media. Dobbiamo diffondere positività, speranza. Un'altra cosa che devo aggiungere è che abbiamo sempre lottato per i nostri diritti: la cultura del club è sempre stata posta in una luce ombrosa e non tutti erano contenti di ciò che la cultura del club porta perché è libertà, e dobbiamo mantenere questa energia e questo atteggiamento evitando di essere nostalgici dei tempi passati.

Per essere come sarà il futuro è impossibile, abbiamo bisogno di andare seguendo il flusso.

Come hai vissuto il lockdown a livello personale?

Ero in vacanza, ma è stato comunque uno shock. Prima devi digerire la cosa, ma devo essere onesto con te: ho avuto i miei bei e brutti momenti. Ho passato un sacco di momenti difficili perché quando sei una persona libera e qualcuno ti toglie la libertà succede qualcosa nel tuo corpo, e io personalmente vivo dell'energia della gente, ho bisogno di sentirlo per creare qualcosa. Mi sentivo vuoto e strano, ma poi mi sono messo di nuovo in gioco, così ho registrato un sacco di brani, fondato una nuova etichetta, un sacco di remix, un live show su Instagram, una nuova linea di merchandising. Per farla breve, sto lavorando più che mai.

Spero che il lockdown sia stato per tutti un momento per pensare sulla nostra vita, così come lo è stato per me.  

 

La nuova collezione JUVENTUS ICON COLLECTION è disponibile sullo store online.