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Ci aspetta una stagione senza badge celebrativi

È giusto rendere omaggio alle squadre che non hanno concluso il campionato?

Ci aspetta una stagione senza badge celebrativi È giusto rendere omaggio alle squadre che non hanno concluso il campionato?

Settimana scorsa il consiglio direttivo della Ligue 1 ha deciso - causa coronavirus - di assegnare la vittoria del campionato senza aspettare la conclusione del girone di ritorno ed il Paris Saint-Germain - che al momento dello stop si trovava primo in classifica con un vantaggio di 12 punti sul Marsiglia e una partita da recuperare - è diventato automaticamente campione di Francia per il terzo anno consecutivo. Titolo che hanno esibito nelle ultime due stagioni attraverso un badge sulla manica destra della maglia e che ha subìto un restyling nell'ultimo anno, passato dalla forma di uno scudo a quella di un esagono. La "toppa" è personalizzata in quanto riporta il nome della squadra vincitrice intorno al simbolo della Ligue 1, oltre all'anno in cui è stato vinto il trofeo e rappresenta un simbolo universale di potere e supremazia conquistati sul campo; ma nonostante il finale di stagione controverso, è giusto riproporlo sulle maniche dei parigini anche l’anno prossimo?

 

Di certo mancherà sulle maglie della prossima stagione dell'Eredivisie: la federcalcio olandese ha infatti deciso di sospendere il campionato, ma di non assegnare a nessuno il titolo di vincitore. In Olanda tutte le squadre portano sulla manica destra una toppa a forma di pentagono azzurro rovesciato con il logo dell'Eredivisie, eccezione fatta per i campioni in carica, il cui badge è d'oro: facile immaginare che il prossimo anno saranno tutti dello stesso colore. 

 

 

Chi già si sentiva cucito sulla maglia la "toppa del campione" è senz'altro il Liverpool. La cavalcata trionfale degli uomini di Klopp ha già incoronato de facto i Reds campioni d'Inghilterra, eppure in Premier League si sta ancora discutendo sulla data di ripresa degli allenamenti per portare a termine la stagione. Che il campionato arrivi fino in fondo o meno, restano pochi dubbi sul fatto che la patch di campione d'Inghilterra, un cerchio dorato con al centro l'iconico leone incoronato (anche questo uno "sleeve badge" da apporre sulla manica) decorerà la maglia di Salah e compagni per la prossima stagione. Anche questa patch è stata modificata recentemente: dallo sfondo è sparito l'effetto "graffio" ed è scomparsa la scritta "Premier League". 

 

 

Gli ornamenti della storica maglia rossa del Liverpool erano già stati argomento di dibattito a dicembre, quando con un 1-0 ai supplementari contro il Flamengo gli uomini di Klopp si erano aggiudicati il titolo di campioni del mondo Fifa. In quell'occasione, un portavoce della Federazione Mondiale dichiarò che "la squadra vincitrice può indossare il badge FIFA World Champions dal giorno in cui diventa campione fino alla finale dell’edizione successiva dello stesso torneo”, ma la Premier League si oppose, non consentendo di esporre la patch nelle gare di lega. La Fifa spiegò anche che "il badge può essere utilizzato solo sulla maglia dell’attuale squadra ufficiale. Ciò significa che il badge FIFA World Champions non può essere utilizzato su precedenti versioni storiche delle maglie della squadra, delle maglie da allenamento, delle tute da ginnastica, dei top da allenamento o di qualsiasi altro prodotto". 

 

 

Lo scudo dorato con al centro la coppa del mondo dovrebbe evocare dolci ricordi agli italiani: introdotto nel 2007, fu indossato per la prima volta dalla nostra nazionale dopo la vittoria dei Mondiali del 2006. Per quanto riguarda lo scudo bianco che rappresenta la squadra campione d’Europa, invece, fino al prossimo anno rimarrà sulla maglia del Portogallo visto lo slittamento di Euro 2020

 

 

Dalla stagione 2000/01 la Uefa ha istituito anche il "badge of honour" per tutte quelle squadre che sono state capaci di aggiudicarsi tre tornei consecutivi o almeno cinque in tutto. Questo stemma, inizialmente di colore blu e divenuto argento dal 2012, consiste in un bollo raffigurante la coppa dalle grandi orecchie stilizzata con all'interno il numero di Champions League (e Coppe Campioni) vinte, ed è posto sulla manica sinistra della divisa ufficiale. Delle sei squadre che lo indossano (Ajax, Real Madrid, Milan, Liverpool, Barcellona e Bayern Monaco) gli olandesi sono gli unici a non aver ancora vinto 5 edizioni del torneo, ma sono riusciti a portare a casa tre edizioni di fila tra il 1971 e il 1973. 

 

In Italia lo "scudetto" tricolore campeggia ormai da 8 anni sulla maglia della Juventus. Le sorti della Serie A non sono ancora state decise, anche se le ultime uscite del ministro dello Sport Spadafora aprono alla possibilità di uno stop definitivo del campionato. A quel punto sarebbe difficile ipotizzare l'assegnazione del titolo ai bianconeri, in vantaggio soltanto di un punto sulla Lazio seconda in classifica. Ancora incerta quindi la sorte dello scudo tricolore, inventato nel febbraio 1920 da Gabriele D'Annunzio che lo fece cucire sulle maglie dei militari italiani, al posto dello scudo sabaudo. Quattro anni più tardi, nel 1924, gli organizzatori del campionato italiano di calcio stabilirono che il tricolore avrebbe ornato le divise della squadra che ogni anno avesse vinto il titolo di Campione d’Italia, al fine di rappresentare l’unità nazionale a livello calcistico. Il primo club a giocare con lo scudetto tricolore sul petto è stato il Genoa, nel 1925, ed era molto diverso dalla forma con cui appare oggi: era sormontato dalla corona dei Savoia e, al centro dello scudo, nella zona bianca, era presente una croce bianca su sfondo rosso.

 

 

Soltanto un'altra maglia italiana è passata alla storia quanto quella del Genoa per le sue decorazioni: si tratta di quella dell'Inter post-triplete, anno in cui si discusse di come disporre le varie patch che testimoniavano la vittoria di Campionato, Coppa Italia, Champions League e Mondiale per club. Alla fine i nerazzurri optarono per la coccarda e il tricolore sopra lo "swoosh" di Nike, con lo scudo dorato al centro e la patch della Champions sulla manica.