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La Chiesa Maradoniana e il culto di D10S

La storia di una religione che dal 1998 venera Diego Armando Maradona

La Chiesa Maradoniana e il culto di D10S La storia di una religione che dal 1998 venera Diego Armando Maradona

Il 22 giugno 1986 non è una data come le altre, soprattutto per gli argentini. Il 22 giugno 1986, in quella domenica afosa, allo Stadio Azteca di Città del Messico Diego Armando Maradona segnava quello che passerà alla storia come il "gol del secolo". Anche se in molti lo ricordano come il gol che regalò la seconda Coppa del Mondo alla Selección, la doppietta di Maradona contro l'Inghilterra valse "solo" la finale, vinta poi per 3-2 contro la Germania dell'Ovest grazie ad una rete al minuto 84 di Jorge Luis "Burru" Burruchaga.

Quella domenica, però, Maradona non segnò uno dei gol più iconici - e più discusso - della storia del calcio, ma inconsciamente posò la prima pietra di quella che oggi in Argentina tutti riconoscono come "Iglesia Maradoniana", ovvero la Chiesa di Maradona. Pausa scenica, seguita da un forte sospiro. Il 30 ottobre 1998, esattamente 4.513 giorni dopo la "mano de D10S", Hernán Amez, Héctor Capomar, Alejandro Verón e Federico Canepa fondavano un culto che si basa su un principio logico e deduttivo, quasi come una forma di sillogismo: il Fútbol in Argentina è una religione; la religione prevede l'esistenza di un Dio; il Dio del Fútbol è nato a Lanús il 30 ottobre del 1960 e si chiama Diego Armando Maradona

Anche se qualcuno la definisce "una religione monoteistica parodistica", la Chiesa di Maradona è molto di più. È importante, prima di addentrarsi nei dettagli, chiarire una netta differenza tra il concetto di religione e il concetto di culto. Per culto si intende in generale adorazione di Dio, relazione con ciò che è sacro e per questo motivo viene spesso confusa con la religione. Nella versione più estesa del significato, le usanze e gli atti per mezzo dei quali il sentimento religioso si esprime vengono identificate con il culto. La religione, invece, rappresenta tutte le regole di vita e tutti gli atti di fede nei confronti di un'entità divina. Il confine è sottilissimo, ma tenete aperta l'icona.

Adorare Diego Armando Maradona è una missione. La parola "parodia" accostata a questo missione non è adatta e non perché non c'è di mezzo Dio e la sua Trinità, Allah, YHWH o Yahweh che sia, Buddha o Īśvara. Non è adatta perché alla base della Iglesia Maradoniana esistono persone che venerano, credono e contemplano un Dio terreno. "Maradona, a differenza delle altre divinità o delle altre entità spirituali, è esistito in un'epoca contemporanea e abbiamo prove concrete della sua esistenza," spiega un Maradoniano in una delle tante interviste fatte a Rosario, sede della Chiesa. "C'è chi ci crede dei fanatici e degli esagerati, ma il fanatismo è una malattia e noi non siamo malati. Crediamo semplicemente in una divinità e lo adoriamo con tutte le nostre forze, esattamente come gli altri". Qualcuno riesce a controbattere?

Come ogni culto, ci sono rituali, messe, miracoli, riti di iniziazione, preghiere, sacramenti e comandamenti. La Chiesa Maradoniana è fornita di tutto. Celebrano il Natale (facile indovinare quando) e la Santa Pasqua (che ricade proprio il 22 giugno del 1986). Di bizzarro c'è tutto, o non c'è assolutamente niente. Hanno anche un calendario proprio, esattamente come quello islamico o ebraico. L'anno 0 corrisponde al 1960, da lì in poi sono anni D.D. (Dopo Diego). Difficile stimare il numero di fedeli: stando all'ultima de IlSole24ore.com, sono circa 820.000 i seguaci del maradonianesimo, diffusi in 60 paesi e oltre 600 città. Tra i seguaci, molti personaggi illustri del mondo dello sport: Riquelme, Tevez e Messi ovviamente, Don Francis - al secolo Francisco Cornejo, l'uomo che ha "scoperto" Maradona -, ma anche tanti calciatori non argentini come Michael Owen e Ronaldinho (sì, un brasiliano che crede in un Dio argentino). 

Ronaldinho è ovviamente l'eccezione - o paradosso - che conferma la regola. L'aneddoto lo racconta direttamente Alejandro Verón, uno dei padri fondatori: "Una mattina squillò il telefono e ricevetti una chiamata perché Ronaldinho voleva una maglietta della Chiesa Maradoniana. Riagganciai subito, pensando fosse uno scherzo. Poco dopo Jorge "El Topo" Lopez (giornalista tragicamente scomparso in un incidente stradale durante i Mondiali del 2014, NdR), che all'epoca era il corrispondente del quotidiano 'Sport' in Spagna, mi ha chiamato dicendomi che durante una sua intervista a Ronaldinho, il brasiliano gli ha chiesto di più su 'quei pazzi della Chiesa Maradoniana' e gli ha confessato di volere la maglia. Ovviamente gli spedimmo tutto e lui ricambiò inviandoci una foto che custodiamo gelosamente". Tutto e il contrario di tutto. 

Come in un vero corso di catechesi, le prime cose che si insegnano sono i 10 comandamenti e le preghiere fondamentali. Quelli della Chiesa Maradoniana suoneranno sinistramente simili a qualcosa che avete già sentito, ma con qualche piccola differenza.

Non disonorare il pallone 
Ama il calcio sopra ogni cosa
Dichiara il tuo amore incondizionato per il calcio
Difendi la maglia dell'Argentina, rispettando la gente
Diffondi la parola di Diego Maradona in tutto l'universo
Loda i templi dove predicò e i loro manti sacri
Non proclamare il nome di Diego in nome di un unico club
Segui i principi della Chiesa Maradoniana
Usa Diego come secondo nome e chiama così uno dei tuoi figli
Non vivere estraniato dalla realtà e non essere inutile

 

Il comandamento numero 9 è piuttosto singolare. Ma c'è chi si è spinto oltre. È la storia di Walter Rotundo, un padre di famiglia maradoniano che ha deciso di chiamare le sue due gemelle Mara e Dona. Durante un'intervista rilasciata a Rodrigo Márquez Tizano di Vice, Walter ha spiegato i motivi della sua scelta ed ha svelato che era un piano che aveva già deciso con sua moglie. Moglie che, ovviamente, ha sposato con rito maradoniano, quindi presentandosi all'altare di una Chiesa Maradoniana e giurando fedeltà nel nome di... Diego.

Per quanto riguarda le preghiere, invece, le più diffuse sono il "Diego nostro", il "Credo" e il "Ave o D10s". Tutti i riti liturgici non terminano con un "Amen" ma con un "Diego" e la beatificazione comprende anche mamma Doña Dalma, detta Doña Tota, e Don Diego, detto Chitoro, papà dell'ex diez del Napoli.

DIEGO NOSTRO
Diego nostro che sei nei campi, sia santificato il tuo sinistro. Venga a noi il tuo calcio, siano esaltati i tuoi gol, come in cielo così in terra. Dacci oggi la nostra dose quotidiana di magia, perdona gli inglesi, come noi perdoniamo la camorra napoletana. Non ci indurre in fuorigioco e liberaci da Havelange e Pelé. Diego.

CREDO
Credo in Diego, calciatore onnipotente, creatore di magia e passione. Credo nel Pelusa, nostro D10s, nostro Signore, che fu concepito per opera e grazia di Tota e Don Diego. Nacque a Villa Fiorito, subì il potere di Havelange. Fu crocifisso, ucciso e maltrattato, allontanato dai campi, gli furono tagliate le gambe. Però si voltò e resuscitò il suo incantesimo. Sarà sempre dentro i nostri cuori, per sempre e per l'eternità. Credo nella spirito del calcio, nella santa Iglesia Maradoniana, nel gol agli Inglesi, nel sinistro magico, nel mitico tunnel indiavolato e nel Diego eterno. Diego.

AVE O D10s
D10s ti salvi palla, piena di magia, il Diego è con te. Tu sei benedetta tra le altre, e benedetto è il Diego che non ti deve mancare. Santa rotonda, madre del gol, prega per noi giocatori, adesso e nell'ora del nostro incontro... Diego.