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Che cosa sta succedendo in Bundesliga?

Le proteste degli ultras tedeschi contro il presidente dell'Hoffenheim e le ingiustizie della DFB

Che cosa sta succedendo in Bundesliga? Le proteste degli ultras tedeschi contro il presidente dell'Hoffenheim e le ingiustizie della DFB

Se siete stati lontani dalla Bundesliga in questo weekend, vi siete persi qualcosa che non si era mai visto, un tutti-contro-tutti senza precedenti: tifosi contro presidenti, club contro i tifosi, giocatori che appoggiano i club e non i tifosi. Su tutti i campi del campionato tedesco, le curve hanno esposto striscioni in cu il presidente dell'Hoffenheim Dietmar Hopp veniva gentilmente chiamato Hurensohn , in Italiano "Figlio di Puttana". 
La protesta è esplosa dopo mesi di malumori tra gli ultras tedeschi che rifiutano il metodo del miliardario-che-si-compra-una-squadra-di-provincia e soprattutto portando alla luce la complicità della Deutscher Fußball-Bund

La peggior istantanea di un weekend decisamente complesso per tutto il calcio tedesco è l'ultimo quarto d'ora tra Hoffenheim e Bayern Monaco, fatto di passaggi senza senso, scambi tra giocatori di squadre avversarie - mandando fuori di testa gli statistici di quella gara.

 

Cosa sta succedendo nel calcio tedesco?

Union Berlin-Wolfsburg e Bayern Monaco-Hoffenheim sono solo gli ultimi casi di una situazione che sta diventando pesante in Germania. Le due partite di questo weekend hanno messo in scena una protesta tutt'altro che velata contro Dietmar Hopp, il volto del Turn- und Sportgemeinschaft 1899 Hoffenheim e.V. Il motivo delle proteste e degli insulti nei confronti dell'imprenditore tedesco è ufficialmente la deroga concessa dalla Deutscher Fußball-Bund, secondo la quale l'Hoffenheim non rientra nel concetto di azionariato popolare. In Bundesliga vige la regola del 50+1, ovvero sia quella che stabilisce come il 51% di un club non possa appartenere in nessun modo ad una persona o ad un'azienda. Essendo Hopp l'unico caso in Germania che va legittimamente contro il 50+1, viene etichettato come l'uomo che rovina i veri valori del calcio tedesco, che trasforma il calcio in business e che rende finto un gioco considerato sacro per i tifosi. I valori che il calcio trasmette, per i tifosi, sono intoccabili e ogni sua deflagrazione costituisce una vera e propria minaccia.

Durante le partite di cui sopra, sono stati esposti degli striscioni e sono stati intonati cori contro il presidente dell'Hoffenheim, apostrofato all'unisono con un "figlio di puttana". Le partite sono state sospese per qualche minuto e, nel caso del match proprio tra Bayern Monaco e Hoffenheim, ha addirittura portato i dirigenti ad un colloquio con i tifosi, cercando di placare le loro proteste. I sei minuti di sospensione a Berlino e i nove minuti senza giocare alla PreZero Arena di Sinsheim sono sintomo di un malessere che i tifosi non vogliono assolutamente reprimere.

Chi è il bersaglio dei tifosi?

Il "bersaglio dei tifosi" non è solo un'espressione per indicare a chi sono rivolti cori e banner, ma rappresenta gli albori di questa vicenda. I tifosi del Borussia Dortumund, una delle prime tifoserie a schierarsi in maniera significativa contro Hopp e una delle migliori in termini di coreografie, hanno srotolato uno striscione alla PreZero Arena con un mirino puntato sul volto del presidente dell'Hoffenheim. Ma chi è realmente Dietmar Hopp?

Hopp è un settantanovenne da 14.7 miliardi di dollari, ma soffermarsi solo sul suo patrimonio non basta. Inizia a lavorare presto in IBM e sentirà presto la necessità di mettersi in proprio. Con quattro dei suoi colleghi fonderà SAP (Systems, Applications, Products), un'azienda specializzata nella produzione di software gestionale e che tuttora è una delle migliori multinazionali per soluzioni informatiche per le imprese. Diventerà un magnate dell'informatica nel giro di un decennio e nel 1996 decide di creare una fondazione, la Dietmar Hopp Stiftung, che si occupa di programmi sportivi, medici, educativi e sociali con investimenti che negli ultimi 20 anni hanno superato i 700 milioni di dollari di investimenti. 

Entra nel mondo del calcio alla fine degli anni '80, dopo aver giocato a livello dilettantistico proprio nella squadra che rileva nel 1989. La scalata parte dall'ottava serie tedesca e, grazie alla grande disponibilità economica, culmina nel 2018 quando a Sinsheim suonano le note dell'inno della Champions League. Portare una cittadina di circa 35 mila abitanti a giocare contro corazzate come il Manchester City non è una barzelletta, anche se chiudi il girone con zero vittorie. Dal 2008 il suo club è stabilmente in Bundesliga, anche grazie al nuovo stadio da cento milioni e da una progettualità a lungo periodo che sta dando frutti importanti. 

Cosa c'entra la DFB?

La Federazione calcistica della Germania è chiamata a fronteggiare un problema piuttosto serio. La Deutscher Fußball-Bund si è già schierata a difesa di uno degli stakeholder più importanti del panorama calcistico tedesco, ma allo stesso tempo è stata trascinata al centro dell'ondata di proteste dei tifosi. Al di là della deroga al 50+1 rilasciata ad Hopp, sono numerose le controversie che coinvolgono la lega: una promessa non mantenuta sul porre fine alle punizioni collettive, l'eredità del club di proprietà dei fan in Germania, ma soprattutto l'indifferenza per quanto riguarda i diffusi episodi di razzismo.

Nel 2017, la DFB si è impegnata affinché venissero punite singole persone e non le intere tifoseria in caso di problemi. Promessa sulla carta mantenuta, ma mai rispettata, considerando il divieto biennale di trasferta ad Hoffenheim imposto a tutti i tifosi del Borussia Dortmund dopo le proteste a cui abbiamo fatto riferimento in precedenza. Stesso trattamento riservato all'azionariato popolare, con la deroga concessa ad Hopp. Ancor più grave, invece, quanto sottolineato dai tifosi Bochum.

 

Lo striscione recita "Un figlio di puttana viene insultato: tutta la Germania è scioccata - Razzismo tutti i giorni: non succede nulla”. Il riferimento è chiaro e diretto. Vedere le alte cariche del Bayern scendere sul campo da gioco per far placare i propri tifosi - eclatante il caso di Rummenigge che solitamente si muove dalla sua poltrona solo per festeggiare il Meisterschale - mentre regna il silenzio dopo i casi di razzismo quasi all'ordine del giorno in Germania, fa storcere il naso a tutti i tifosi. 

Le risposte delle società

Società coinvolte direttamente, come quella del Bayern Monaco, ha immediatamente comunicato la propria distanza dal messaggio dei propri sostenitori. Distanze messe in pratica subito, quando sul prato della PreZero Arena si vede Karl-Heinz Rummenigge a braccetto con Hoop, seguiti da Kahn e Salihamidzic. Anche i giocatori seguono le direttive del club, giocando l'ultimo quarto d'ora della partita passandosi la palla tra di loro.

A supporto della decisione del club bavarese arrivano le parole di Hans-Dieter Flick, tecnico del Bayern, che sottolinea quanto il lavoro extra-calcistico di Hoop sia volto a migliorare le condizioni di vita di tante persone. La definizione di "idioti" ricorre spesso in molte dichiarazioni dei diretti interessati.

Sono cresciuto in questa zona [Baden-Württemberg, la regione di Hoffenheim] e conosco Dietmar Hopp da 20 anni. Mi dispiace per quanto è accaduto perché Hopp ha dato tanto qui, ma anche perché sicuramente ognuno di quegli idioti che hanno mostrato gli striscioni hanno qualcuno in famiglia che è stato aiutato da ciò che fa Dietmar attraverso il sostegno alla ricerca sul cancro e alla ricerca medica. I tifosi devono riflettere su ciò che hanno fatto. Le cose che sono successe sugli spalti non trovano posto qui. Non voglio lasciare lo sport al di fuori di quello che è successo oggi. 

La partita, un secco 6-0 a favore dei bavaresi, si è conclusa con gli "applausi contro l'ignoranza" dei giocatori di entrambe le squadre per DietmarHopp, sceso sul terreno di gioco nonostante la pioggia incessante.

La guerra è appena iniziata, stando a quanto riportano diversi blog tedeschi. La protesta non diminuirà nel corso dei prossimi weekend, soprattutto dopo le prese di posizione dei club. La Deutscher Fußball-Bund è anch'essa al centro della bufera, come detto, rea di essere moralmente flessibile. Moralismo flessibile che si nota particolarmente in termini di lotta al razzismo. 

Neanche un mese fa, la Bundesliga doveva far fronte sul caso Torunarigha, giocatore dell'Herta Berlino. In occasione del match contro lo Schalke 04 a Gelsenkirchen, il giocatore tedesco di origini nigeriane ha ricevuto chiari ululati razzisti da parte di una parte della tifoseria di casa. Anche in questa occasione, la DFB non ha alzato la voce come nel caso delle proteste contro Hopp.