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Gli atleti azzurri del futuro: intervista a Filippo Tortu

Abbiamo fatto due chiacchiere con il velocista italiano in occasione del primo incontro Nike x School a Milano

Gli atleti azzurri del futuro: intervista a Filippo Tortu Abbiamo fatto due chiacchiere con il velocista italiano in occasione del primo incontro Nike x School a Milano

Istituto Lagrange, periferia nord di Milano, Federico Bernardeschi e Filippo Tortu seduti in cattedra davanti a 400 ragazzi a parlare di sport. I due atleti italiani sono tra i testimonial scelti da Nike (ci sono anche Cristina Chirichella, Riccardo Moraschini, Valentina Vernia e Vanessa Villa) per il progetto 'Nike x School', realizzato in collaborazione con il CSI (Centro Sportivo Italiano) e il patrocinio del Comune di Milano per promuovere lo sport (e precisamente pallavolo, arti marziali, pallacanestro, hip hop, calcio e running, un mix tra sport di squadra e sport individuali) e l'attività sportiva come strumento di crescita per i giovani di venti istituti milanesi. Una scelta precisa quella del brand americano, che ha iniziato a coinvolgere i ragazzi delle scuole, e talvolta quelli di alcune zone popolari, anche in altre grandi realtà europee come Parigi e Londra. Il ruolo degli ambassador è fondamentale per dispensare consigli e segreti per arrivare al successo ('essere umili' secondo Bernardeschi, 'non sprecare il talento' secondo Tortu) e raccontare le loro esperienze: il primo fa parte della Juventus e della Nazionale Italiana di calcio, mentre il secondo, a soli 21 anni, è il migliore velocista italiano e si candida senza troppe riserve ad un ruolo importante alle prossime Olimpiadi:

'Le Olimpiadi sono il punto più alto per uno sportivo, sono letteralmente elettrizzato in vista di questo impegno, che non sarà l'unico della stagione visto che in seguito ci saranno anche gli Europei a Parigi'.

I due sportivi italiani sono legati dalla passione per il calcio (Filippo Tortu è un grande tifoso della Juventus e perciò Bernardeschi ne ha approfittato per invitarlo nuovamente all'Allianz Stadium, in cambio riceverà un consiglio su come andare più veloce) ma le loro attività per certi versi sono molto differenti ('Mi sento molto solo quando sono in pista, l'obbietivo nel mio caso è battere se stessi, poi ci sono sette di fianco che provano ad arrivarti davanti') ma necessitano ugualmente di sacrifici fuori dal comune ('la decisione più grande presa al liceo è stata quella di lasciare la mia fidanzata'). Ma oltre al record di 9,99 sui 100 metri, Filippo Tortu è un ragazzo molto interessante per tanti aspetti della sua vita che vanno oltre allo sport, come emerso dalla nostra breve chiacchierata.

 

Mi ha stupito molto la maturità con cui tratti certi argomenti complessi, nonostante la tua giovane età: immaginandoti nella generazione italiana del futuro (insieme ai tuoi coetanei Jannik Sinner e Alessandro Bastoni, ad esempio), quali sono gli altri giovani sportivi italiani che secondo te vale la pena considerare?

Beh, avevo già conosciuto Federico (Bernardeschi) in altre occasioni e abbiamo fatto già alcuni discorsi sullo sport e mi aveva stupito molto come persona, poi c'è una ragazza che conosco molto bene e che penso sia una campionessa è la Quadrella, ha una mentalità incredibile perché per fare nuoto devi essere molto determinata, è simpatica e umile e mi piace molto come persona, poi nel mondo dell'atletica ho tanti esempi come Tamberi, anche lui un ragazzo determinato come pochi sportivi che ho conosciuto, e per ultimo dico Datome.

 

Oltre a loro, qual è stata la tua fonte di ispirazione maggiore?

Livio Berruti, perché da piccolo vedevo spesso un documentario sulle Olimpiadi di Roma 1960, lui vinceva i 200 metri e io, che volevo fare velocità, non potevo che prendere lui come punto di riferimento.

Come pensi e quanto pensi che un giovane come te possa diventare un game changer e incidere nel mondo dello sport in Italia?

Sinceramente non mi sono mai visto in quest'ottica, ma uno degli esempi che mi sento di dare è quello di continuare gli studi (Economia alla LUISS di Roma) e portare avanti il percorso dell'Università. Credo che sia un messaggio per tutti gli sportivi.

 

Come vede lo sport un ventunenne come te e qual è il tuo approccio verso il mondo sportivo di nuova generazione sempre più connesso alla moda e allo spettacolo?

Si, sicuramente, mi piace quando lo sport esce dai suoi schemi e porta i suoi valori in altri campi e assimila quelli di altre realtà. Questa settimana per esempio sarò a Sanremo per il Festival, dove sono stato già l'anno scorso, per fare le interviste ai cantanti. E' un'esperienza che mi ha stupito e insegnato tanto.