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L'Atletico Madrid ha cambiato pelle

In estate è arrivata l'ennesima rivoluzione: via tanti big, si riparte da João Felix e da Simeone, ovviamente

L'Atletico Madrid ha cambiato pelle In estate è arrivata l'ennesima rivoluzione: via tanti big, si riparte da João Felix e da Simeone, ovviamente

In vista della gara casalinga contro la Juventus, il debutto della nuova stagione di Champions League, ci sono due grandi poster che compaiono sui muri del Wanda Metropolitano: uno ritrae Diego Simeone con una scritta che recita 'Otra Forma De Intender La Vida' e l'altro invece raffigura il capitano Koke, l'unico superstite della squadra che l'allenatore argentino iniziò ad allenare nel dicembre del 2011. Da allora sembra passata un'eternità, ed infatti è proprio così: è arrivato uno storico scudetto al termine della stagione 2013/2014 ma anche due finali di Champions giocate bene e perse, due vittorie dell'Europa League una Supercoppa Europea, ma soprattutto sono stati anni in cui l'Atletico Madrid è riuscito a creare e a diffondere una propria chiara immagine di squadra che l'ha resa inconfondibile in tutto il mondo, esattamente quella che probabilmente può riassumersi nel motto che compare sul poster affisso all'esterno del nuovo stadio. La scorsa estate la squadra madrilena ha vissuto un'altra grande rivoluzione, l'ennesima che ha riguardato il reparto offensivo che negli ultimi anni ha visto transitare tantissimi grandi realizzatori, pertanto quella che sfiderà la Juventus a distanza di appena sei mesi dall'ultima volta (che ricorderete, non è andata benissimo per i colchoneros) è una squadra cambiata parecchio, che ha perso molti dei suoi riferimenti sul campo e che adesso deve trovarne degli altri al più presto per mantenersi a certi livelli.

Il mercato 

La rivoluzione della rosa dell'Atletico ha riguardato ben sedici calciatori, visto che agli otto addii (alcuni di quali ampiamente programmati) sono corrisposti altrettanti innesti, una maxi rinnovamento che ha generato un giro d'affari complessivo di oltre 550 milioni di Euro. Se i soldi incassati dalla cessione di uno dei leader come Antoine Griezmann sono stati immediatamente investiti per acquistare João Felix, il più talentuoso giovane portoghese che ha già dimostrato di valere la cifra pagata al Benfica per sbloccare la clausola rescissoria di 126 milioni, il reparto che è stato completamente stravolto è stato quello difensivo. La partenza di uno dei simboli del cholismo come Diego Godin e quella del francese Campione del mondo Lucas Hernandez sono state ovviate con l'arrivo di due centrali decisamente meno all'altezza come Mario Hermoso e Felipe, prelevati rispettivamente da Espanyol e Porto; nel frattempo il club ha proceduto col restyling totale delle fasce laterali, salutando due over 30 come Filipe Luis e Juanfran, rimpiazzati da due vere e proprie scommesse, il giovane brasiliano Renan Lodi e l'inglese Kieran Trippier. A ciò si va ad aggiungere la partenza forzata di una colonna del centrocampo come Rodri, letteralmente strappato dal Manchester City di Guardiola per la cifra record di oltre 60 milioni e mai pienamente sostituito, visto che i due nuovi arrivi e colleghi di reparto Marcos Llorente ed Hector Herrera hanno caratteristiche molto differenti dall'ex Villarreal. E pensare che Simeone poteva ritrovarsi con un altro volto nuovo anche in avanti, visto che la cessione di Correa, non più concretizzata, avrebbe spalancato le porte all'arrivo di Rodrigo dal Valencia.

L'inizio di stagione

Nonostante un buon pre-campionato, dove a brillare è stato sin da subito João Felix (i cui lampi hanno rubato la scena agli altri nuovi arrivi, oscurando di fatto la situazione generale relativa all'evoluzione della squadra nel suo complesso), la squadra ha faticato non poco durante le prime giornate di Liga: la gara casalinga contro il Getafe è stata sbloccata proprio da un lampo del portoghese, capace di procurarsi il calcio di rigore che ha deciso la gara grazie ad una galoppata entusiasmante, mentre in occasione della seconda partita al Wanda Metropolitano è stato necessario un gol nei minuti di recupero di Thomas per evitare un brutto pareggio interno contro il modesto Eibar. A San Sebastian poi, l'Atletico ha rimediato una brutta sconfitta per 2-0 che ha di fatto evitato ai colchoneros di andare in fuga e di accumulare vantaggio prezioso su Barcellona e Real Madrid, provando qualche problema di troppo in fase di costruzione. Il reparto difensivo è sicuramente quello sembrato sicuramente più in difficoltà, visto che ai due nuovi arrivi è stato preferito l'ex Fiorentina Stefan Savic, in coppia con Josè Gimenez. Anche in mezzo al campo sono sembrate mancare tantissimo il senso della posizione e la fisicità di Rodri, che al momento solamente il ghanese Thomas è riuscito, in parte, a garantire. Mai come stavolta, dunque, sarà ancora 'El Cholo' Simeone a dover svolgere il ruolo fondamentale per indirizzare le sorti della squadra: in primis servirà trovare un nuovo assetto alla squadra, che si esprime attraverso un solido e compatto 4-4-2; passare il testimone a nuovi leader, come il portiere sloveno Jan Oblak o il canterano Saúl Ñíguez, giunto alle soglia dei 25 anni con la maturità di un senior; inserire al meglio alcuni giocatori acquistati in passato e mai del tutto coinvolti nel progetto come Thomas Lemar e, non meno importante, tornare ad essere veramente competitivi.

Il futuro

Chiedersi se questo Atletico Madrid potrà fare addirittura meglio di quello che abbiamo visto esprimersi alla grande qualche stagione fa è l'interrogativo che sta circolando da giorni nella mente di tanti addetti ai lavori e appassionati di calcio spagnolo ed europeo, come Sid Lowe in questo video girato negli studi di ESPN in agosto. Certo è che il potenziale è enorme e le velleità di poter tornare sul tetto della Liga sono assolutamente legittime, viste le prestazioni altalenanti di Barça e Real che lasciano sperare di potersela giocare ampiamente. E poi c'è il sogno europeo, quello che non è riuscito a realizzarsi neanche quando la battaglia contro i cugini del Madrid sembrava ormai vinta (Lisbona 2014) o quando il proprio stadio è stato scelto come sede per la finale, anche se la rosa attuale è troppo poco esperta rispetto a quelle degli anni scorsi per poter considerare l'Atletico tra le serie candidate al trionfo finale. Ciò che è indiscutibile, comunque, è la progressiva crescita di un club che anno dopo anno si è affermato come una delle realtà più competitive d'Europa, nonostante i tanti avvicendamenti in rosa, e che ha saputo stabilire un'identità tecnica molto riconoscibile grazie al lavoro di Simeone. Ottenuta la stabilità economica che mancava da anni, anche grazie all'uscita di scena da parte del gruppo cinese Wanda che ha permesso di azzerare i debiti societari, adesso la proprietà punta ad allargarsi anche sul campo della logistica: il prossimo passo è quello che prevede la costruzione, entro il 2024, ci una Ciutadela che ospiterà, tra le tante cose, campi di allenamento, l'accademia sportiva, la squadra femminile e anche un piccolo campo da gioco, e che sarà situata in prossimità dello stadio, nella zona di Alcalà de Henares, a nord-est della capitale.