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L'evoluzione moderna di Kappa

Come il brand torinese sta tornando protagonista nel panorama calcistico mondiale

L'evoluzione moderna di Kappa Come il brand torinese sta tornando protagonista nel panorama calcistico mondiale

E' del tutto normale pensare al calcio nostalgia e alle casacche vintage quando si sente nominare Kappa: il brand piemontese, infatti, per anni ha disegnato le divise dei club più prestigiosi degli anni '80 e '90, dalla Juventus di Platini al Milan di Van Basten fino al Barcellona di Guardiola e Ronaldo, per finire all'Italia che raggiunse l'amara finale agli Europei 2000 con quel kit dalla tecnologia insolita, il modello Kombat che rivoluzionò per sempre il modo di vestire la maglie da gioco. Allora, Kappa è rimasta per lungo tempo in una posizione di primissimo livello nell'élite dei fornitori tecnici più blasonati, mantenendo solide partnership con squadre di tutto il mondo senza mai abbandonare i propri tratti distintivi come i pattern colorati e la famosa banda lungo i fianchi e sulle spalle che la resero celebre in tutto il mondo. Poi è un po' scomparsa dai radar, complice anche il prepotente inserimento sulla scena internazionale di colossi come Nike e adidas che hanno conquistato, stagione dopo stagione, l'apprezzamento e la fiducia dei top club. Ma Kappa in realtà non ha mai abbandonato la scena, dalla quale è tutt'ora una delle grandi protagoniste.

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Se non altro lo dice il report di IQUII Sport che abbiamo recentemente analizzato in un approfondimento andato online qualche giorno fa sul nostro magazine: nonostante l'ingresso di nuovi 'soggetti' come PUMA e Macron, Kappa conserva un posto nella Top 10 dei brand sportivi più diffusi sulla scena continentale, forte di un consistente 5,49% che sembra un numero risicato e che invece dice tantissimo. Un dato che, considerando i 40 fornitori tecnici presenti nei sei massimi campionati europei, rappresenta una scuderia di 13 squadre più o meno blasonate. Tra queste spicca sicuramente il Napoli, la squadra con cui il marchio torinese lavora dal 2015 e per cui ha appena disegnato la maglia 2019/2020, probabilmente l'ultima del recente sodalizio destinato a finire presto nonostante la grandissima intesa venutasi a creare nelle scorse stagioni.

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Ma torniamo un attimo indietro ed andiamo proprio all'estate 2015, uno dei grandi turning point degli ultimi anni quando Kappa ha di fatto rafforzato decisamente la sua posizione firmando, oltre che con la squadra partenopea, anche con Sassuolo e Leeds United. Due autentiche scommesse rivelatesi però vincenti: la prima, piccola provinciale ambiziosa neopromossa in Serie A, ha conquistato anno dopo anno una propria identità tra le squadre di massima serie; la seconda, invece, grazie a Kappa l'identità l'ha ritrovata, tornando sulla cresta dell'onda dopo gli anni difficili trascorsi tra il fallimento e la ricostruzione, con l'anno del Centenario all'orizzonte. Alle tre squadre va aggiunto chiaramente il Torino, il club che è sponsorizzato da Kappa sin dal lontano 2008 e da cui il brand piemontese separerà quest'estate dopo undici stagioni. 

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Nell'estate del 2018, poi, Kappa ha aggiunto un altro importante tassello al proprio mosaico, in realtà un grande ritorno come quello del Betis Siviglia, il club andaluso che già aveva vestito Kappa dal 1996 al 2008 e che proprio in sintonia con il marchio italiano ha deciso di aprire una nuova era sportiva. Insieme sono ripartiti dopo la retrocessione in Segunda Division, attraverso l'inaugurazione del nuovo Benito Villamarin e la creazione di casacche mitiche. La nuova 'primavera' andalusa ha condotto la squadra, dopo una grandissima stagione, ad un insperato piazzamento e ad una campagna europea che ha portato il Betis a sfidare Milan, Olympiacos, Dudelange e Rennes. Lavorare con la squadra biancoverde non è stato l'unico grande risultato stagionale di Kappa, che ha ottenuto grande visibilità portando avanti il progetto delle tre retro soccer collections dedicate alle sue squadre di punta (Napoli, Leeds United e Betis Siviglia) e grazie alle quali è riuscita a celebrare al meglio l'identità dei tre club.

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L'estate 2019 è ancora una volta un momento di grandi rivoluzioni per Kappa, che se è vero che perderà uno dei suoi club di punta come il Torino, riabbraccerà però dopo anni due squadre già avute in passato, il Genoa e l'AS Monaco, di cui sono rimaste indelebili le annate con la coppia Henry-Trezeguet in avanti e Arsene Wenger in panchina. Ma non è finita qui, visto che Kappa ha deciso di ampliare tantissimo i suoi orizzonti firmando anche con due squadre del Sudamerica come Botafogo e Union Santa Fe, che vanno dunque ad aumentare la colonia di club sudamericani composta già dalle due argentine Racing e Velez Sarsfield, e con una selezione ambiziosa impegnata in Coppa d'Africa, la Tunisia. Se la fortuna si è schierata dalla parte di Kappa nel caso dell'Aston Villa, lo storico club inglese che ha firmato con il brand italiano poco prima di centrare la promozione in Premier League, lo stesso non può dirsi per il Bursaspor, che invece a sorpresa è retrocessa nella seconda serie del campionato turco.

Per completare il roster della stagione 2019/2020, Kappa ha puntato su una nobile decaduta del panorama greco, quel Panathinaikos che da qualche anno è un po' scomparso dai vertici in patria ma che è pronto per tornare. Tutto ciò senza dimenticare il peso specifico da mantenere in patria: risalgono a pochi giorni fa, infatti, gli accordi con Benevento e Brescia: se il primo club dovrà affrontare nuovamente la cadetteria (dove sfiderà un'altra squadra sponsorizzata Kappa, l'Empoli), il secondo è appena tornato in Serie A e si è legato al brand piemontese per le prossime sei stagioni, un gradito e nostalgico ritorno dopo il triennio 2003-2006.