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Fernando Torres era inarrestabile

Nella stagione 2007/2008 l'attaccante spagnolo era tra i più forti in circolazione, se non il più forte in assoluto

Fernando Torres era inarrestabile Nella stagione 2007/2008 l'attaccante spagnolo era tra i più forti in circolazione, se non il più forte in assoluto

La prima immagine che viene in mente a chiunque pensi per un solo secondo a Fernando Torres è quella di lui, sorridente, con addosso la maglia dell’Atletico Madrid. È istintivo: l’attaccante spagnolo ha cominciato lì la sua carriera e sempre lì l’ha virtualmente terminata, se si esclude l’ultimo anno in Giappone dove alla fine, El Niño, ha deciso di fare harakiri e di uccidere la sua carriera da calciatore.

“Non mi divertivo più”, e se un bambino non si diverte più è inutile continuare. Perché lui è sempre stato così, niño, la faccia da ragazzino che non permette di distinguere il suo primo periodo a Madrid dal suo ritorno, se non fosse per le magliette che cambiano, insieme alla mode e quindi al taglio di capelli.

 

Torres è stato tra i migliori attaccanti al mondo. Forse per una sola, straordinaria stagione, ma lo è stato veramente. E se è vero che quando pensi a lui lo immagini con la maglia dell’Atletico Madrid, è altrettanto vero che il meglio di sé lo ha dato con il Liverpool.

 

Come arrivava Torres al Liverpool

Fino al suo arrivo ad Anfield, Torres non aveva mai segnato tanto. Nel 2007, anno del suo passaggio al Liverpool, aveva solo 23 anni ed era già da tempo diventato capitano dell’Atletico Madrid, ma le sue doti da goleador ancora non si erano espresse al massimo.

Capocannoniere della sua squadra per cinque stagioni consecutive (dal 2003 al 2007), sì, ma senza mai arrivare a quota 20 gol in campionato (nelle ultime due stagioni si era fermato rispettivamente a 13 e 14 reti).

La dirigenza dei Reds, comunque, con il benestare di Rafa Benitez decise di investire 26 milioni e mezzo in totale per portarlo in Premier League. Una cifra che oggi non fa scalpore, ma che allora risultava decisamente alta.

In una delle sue prime interviste da giocatore del Liverpool, Torres disse di volersi ambientare il più in fretta possibile: “Credo che il campionato inglese si adatti bene alle mie caratteristiche”. Anche Benitez era d’accordo: “Ha esperienza: giocava titolare a 17 anni, può reggere la pressione. Sa già che sarà un giocatore importante per noi”. A conti fatti, nessuno dei due si sbagliava.

L’influenza di Benitez e del calcio inglese

Proprio il tecnico spagnolo sarà decisivo nella crescita del giocatore spagnolo, che con la maglia del Liverpool toccherà sicuramente le vette più alte della sua carriera di club, pur senza vincere paradossalmente nulla.

Come ammette lo stesso Torres, l’influenza dell’allenatore è stata determinante: “Mi disse di andare in palestra, perché se fossi diventato più forte fisicamente avrei avuto più chance di arrivare per primo sul pallone”. Benitez non era accondiscendente, pretendeva sempre di più dal suo giocatore, e ad un complimento preferiva una punzecchiata, uno stimolo: “Quando segnavo due o tre gol, mi diceva che avevo giocato male perché non avevo aiutato la squadra dietro. Alcuni giocatori possono non sopportare un simile atteggiamento, a me invece questo tipo di personalità serve molto”.

Non solo Benitez, però: quello tra Torres e il calcio inglese era un rapporto che andava anche oltre l’allenatore, che superava le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non far invecchiare mai il bambino che era dentro Torres. Un attaccante speciale, altroché.

E speciale era anche il calcio inglese, che gli stava bene come il migliore dei vestiti da cerimonia: Torres era sempre pronto per le grandi occasioni, indossava scarpini e maglia rossa e faceva impazzire tutte le difese inglesi.

Questo perché il calcio in Premier League era diverso rispetto alla Liga, più veloce, più dinamico, meno costruzioni e più attacchi diretti. “Sembrava fatto per me”, dice Torres. Impossibile dargli torto, rivedendo alcuni dei gol più belli segnato nella sua prima annata in rosso.

 

5 gol da quella stagione memorabile

Un paio di numeri: 24 gol segnati nella stagione d’esordio in Premier League (battuto il record di Van Nistelrooy, che si era fermato a 23), 33 gol in totale in una sola stagione con la maglia dei Reds (battuto il record di Owen, che si era fermato a 28). Un’annata stupenda, grazie alla quale è riuscito anche a salire sul podio del Pallone d’Oro, classificandosi terzo dietro a Cristiano Ronaldo e Messi. Nel febbraio del 2009, inoltre, è stato inserito dal Times nella classifica dei 50 giocatori più importanti nella storia del Liverpool.

Niente più dei gol può descrivere al meglio quella stagione, alla quale hanno fatto seguito altre annate buone, ma non tanto quanto quella 2007-2008, che tra l’altro Torres ha concluso alzando al cielo il suo primo trofeo con la Nazionale maggiore. Dal rosso del Liverpool al rosso della Spagna, passando per reti memorabili che hanno fatto godere i tifosi e impazzire i telecronisti.

 

#1 Da divoratore di campi vs Chelsea

Lancio illuminante con l’esterno di Gerrard, Torres scatta in profondità e divora porzioni di campo come fossero hamburger in una gara di Man vs Food. E invece era Torres vs Chelsea, un altro tipo di spettacolo.

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#2 Bomba vs Middlesbrough

Guardatelo qui: la sua squadra è sotto di un gol, lui sembra sul punto di cadere ma non molla, si rialza e si avventa di nuovo sul pallone, per poi scaraventarlo sotto l’incrocio con potenza e precisione.

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#3 Finta vs Newcastle

Featuring devastante con Gerrard: lo spagnolo fa sponda per l’inglese, che a sua volta lo serve con il contagiri; a quel punto, a Torres “basta” una finta di corpo per liberarsi del portiere. Istinto, tecnica, intuito: c’è di tutto.

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#4 Tocco delicato vs Bolton 

Il 50% del gol in questo caso è frutto del movimento perfetto con il quale Torres taglia la difesa avversaria, conquistando metri di campo in verticale per poi beffare il portiere con un tocco sotto dolcissimo e spietato. Il tutto, ancora una volta, su assist di Gerrard.

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#5 Contro l’intera difesa del Derby

In una situazione del genere, il 90% degli attaccanti avrebbe cercato l’aiuto dei compagni per entrare in area di rigore. Torres invece decide semplicemente di sfidare tutti, superandoli, beffandoli, segnando. Con una forza nelle gambe incredibile. Con una progressione inarrestabile.

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Ecco com’era Torres con la maglia del Liverpool: inarrestabile. Lo sottolineavano anche i telecronisti, che non a caso lo definivano unstoppable. Suona bene, in inglese. Tanto quanto suonava bene Torres in Premier League. In Inghilterra usano lo stesso termine, tra l’altro, per “giocare” e “suonare”. Tutto così semplice, come una canzone. Tutto così semplice, come il primo anno di Torres al Liverpool. 

 

"Tutto sembra mosso a caso
non decido niente
Tutto è così bello che non so se durerà
Resto qui a guardarlo
mentre brucia lentamente
Quanta luce fa"