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Fabbrica di terzini

A Bergamo sanno come far funzionare a meraviglia le fasce laterali

Fabbrica di terzini  A Bergamo sanno come far funzionare a meraviglia le fasce laterali

Immaginate di trovare il posto di lavoro dei vostri sogni. Attenzione: il posto di lavoro, non il lavoro in sé. Quello lo avete già capito da anni, avete individuato la vostra strada eccetera. Essere assunto dall’azienda perfetta, però, è tutta un’altra storia. E forse è altrettanto importante, perché è lì dentro che passerete la gran parte della vostra giornata. O meglio (nel nostro caso), delle vostre giornate, intese proprio come calendario. Inteso, a sua volta, proprio come calendario della Serie A.

L’Atalanta è la squadra migliore per ogni terzino, anche se “terzino” è un po’ una semplificazione: Gasperini valorizza gli esterni del suo 3-5-2, li fa crescere, li accudisce, li nutre finché non sono in grado di spiccare il volo da soli. Poi sta a loro decidere se continuare a volare sulla fascia nerazzurra oppure migrare verso altre sponde. 

A dirla tutta, la cura Gasperini in questi anni ha rivitalizzato giocatori in ogni ruolo: difensori centrali (da Masiello a Toloi, passando per i vari Caldara, Mancini, Palomino), centrocampisti (ad esempio, la stagione 2016/2017 resta la migliore in assoluto per Kurtic in Serie A), attaccanti (ieri Petagna, oggi Zapata, con la costante Papu Gomez e la mina vagante Iličič). Tutti beneficiano del gioco denso e verticale dell’ex allenatore del Genoa, anche se la massima espressione artistica gasperiniana restano sicuramente le fasce laterali.

 

Ieri: Conti e Spinazzola 

La stagione 2016-2017 è la prima di Gasperini sulla panchina bergamasca. La stagione 2016-2017 è il primo tentativo, il prototipo di un sistema di gioco e di interpreti che, negli anni a venire, farà le fortune dell’Atalanta e dei suoi terzini. E primi a beneficiarne sono Andrea Conti e Leonardo Spinazzola.

L’allenatore nerazzurro non ha nessun timore di bruciare i giovani, crede nel loro fuoco interiore, nel bilanciamento delle fiamme. Per questo manda in campo in una sola volta una squadra piena di ragazzi il cui anno di nascita oscilla tra il 1993 e il 1996. In genere questo è un rischio per squadre di fascia medio-bassa (come lo era l’Atalanta fino a qualche anno fa), che di solito si affidano a vecchi lupi di mare, a volponi, a qualsiasi metafora del mondo animale che ispiri sicurezza in campo. 

Questa scelta di lanciare una banda di ragazzini, comunque, alla fine ripaga: l’Atalanta terminerà la stagione con il ritorno in Europa League (che mancava da 26 anni), certificato da un gol di Conti contro il Milan. E quello era solo l’ultimo degli 8 centri stagionali dell’esterno, protagonista di un’annata incredibile. 

Dall’altra parte del campo, invece, agiva Leonardo Spinazzola, che terminò quella stagione con 5 assist all’attivo. Due giovani stelle sugli esterni, valorizzate al massimo da un sistema di gioco che illumina le fasce per poi tornare in maniera dirompente verso il centro del campo nel momento clou, proprio quando la porta è più vicina.

Le prestazioni di Conti e Spinazzola non passano inosservate: sul primo piomba il Milan, che decide di fargli indossare la maglia rossonera nel corso della rivoluzione dell’estate 2017 (che ha portato in rossonero anche Kessié, altro pupillo di Gasperini). Spinazzola, invece, resta per un altro anno in prestito a Bergamo e fa ritorno alla Juventus solamente nell’estate successiva. Dopo mesi passati a combattere con l’infortunio al ginocchio, oggi è una pedina importante nello scacchiere di Allegri, come dimostrato nelle sue ultime apparizioni in campo. Discorso simile per Conti, che dopo il suo definitivo recupero sta scalando di nuovo le gerarchie sulla fascia rossonera. 

 

 

Oggi: Hateboer, Castagne e Gosens

L’azienda, quindi, ha dovuto affrontare due lettere di dimissioni importanti. Ma non si è lasciata scoraggiare, e ha subito riparato gli ingranaggi della fabbrica inserendo dei tasselli importanti per continuare a produrre buone prestazioni in campo. Ad oggi, in sostanza, Conti e Spinazzola sono stati sostituiti non da due, ma da tre giocatori, che in questo momento storico atalantino si stanno alternando in campo con i soliti, ottimo risultati. 

Hans Hateboer, classe 1994, sta disputando una stagione straordinaria: 5 gol e 4 assist all’attivo, grandi cavalcate sulla fascia, inserimento perfetto negli schemi di Gasperini. L’olandese dalla sua ha anche una struttura fisica imponente (è alto 187 cm), che gli permette di far valere anche i muscoli nei vari scontri sulla fascia o in area di rigore. 

Anche Robin Gosens e Timothy Castagne possono contare su una resistenza non indifferente dal punto di vista fisico, unita ad una dedizione tattica metodica e applicata fino in fondo. Sorprendente il modo in cui Castagne si è imposto nelle gerarchie gasperiniane: doveva alternarsi con Hateboer sulla destra, invece è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante sull’altro fronte del campo, dando il cambio invece a Gosens. E le cose funzionano a meraviglia anche a sinistra, guardando i numeri: 3 gol e 4 assist per il belga, 3 e 2 per il tedesco. 

Il reparto degli esterni dell’Atalanta, quindi, continua ad essere una fabbrica di giocate decisive, inserita a sua volta in una grande fabbrica di terzini. Chissà quanto a lungo questi giocatori verteranno ancora la maglia nerazzurra. Una cosa è certa, comunque: anche in caso di saluti importanti, a Bergamo continueranno a far crescere esterni di livello. Questione di cicli di produzione, altroché. Parafrasando un famoso detto: i giocatori passano, la fabbrica resta