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Perché i calciatori polacchi stanno conquistando la Serie A?

Da Piątek a Szczęsny, il campionato italiano è sempre più pieno di talenti provenienti dalla Polonia

Perché i calciatori polacchi stanno conquistando la Serie A? Da Piątek a Szczęsny, il campionato italiano è sempre più pieno di talenti provenienti dalla Polonia

La prima tendenza, quando si va all’estero per qualunque tipo di esperienza, è quella di trovare qualcuno che venga dal nostro stesso paese. Spirito di sopravvivenza, mancanza di alcuni usi e costumi, semplice convenienza, chiamatela come volete. Questo fenomeno è un qualcosa di istintivo, è un fatto simile deve essere capitato anche a Genova, sponda Sampdoria.

Quasi sicuramente, una volta arrivato in Liguria, Kownacki avrà subito cercato la compagnia dei suoi connazionali Linetty e Bereszyński, e lo stesso discorso vale anche per Milik: il primo numero di telefono chiesto, forse, è stato quello di Zielinski. Rapporti personali a parte, probabilmente un passaparola c'è stato, perché il numero dei polacchi in Serie A, negli ultimi anni, è aumentato in maniera considerevole.

 

Piątek sotto i riflettori, ma la colonia è ancora più piena

I polacchi, ultimamente, sono tornati ad occupare le prime pagine dei quotidiani nazionali soprattutto grazie all’esplosione di Piątek: l’attaccante aveva già incantato nella prima metà di campionato con il Genoa, poi il suo passaggio in una squadra più blasonata come il Milan non ha fatto altro che aumentarne la fama. Al momento, il numero 19 rossonero è sicuramente il polacco più in voga in Serie A (contro l'Empoli ha segnato la sua diciottesima rete stagionale). È la novità, la prima fase dell’innamoramento, probabilmente la più bella. Ma la colonia proveniente dall’Est Europa non si ferma certo al Pistolero.

Altri nomi giganteschi: Szczęsny da questa stagione difende stabilmente i pali bianconeri dopo aver raccolto l’eredità di Buffon, Milik e Zielinski sono due titolari del Napoli di Ancelotti, con il quale occupano stabilmente la seconda posizione in classifica. Tre giocatori determinanti in modo diverso, tre gioielli polacchi sui quali le big di Serie A hanno deciso di investire parecchio. Da un reparto all’altro: piacciono anche i difensori polacchi, alle squadre italiane. Un tempo c’era capitan Glik al centro della retroguardia del Torino, oggi invece ci consoliamo con Thiago Cionek (SPAL) e Salomon (Frosinone). Bene anche il fronte terzini, con Jaroszyński (classe 1994 del Chievo) e il già citato Bereszyński a difendere la categoria.

E ancora: il portiere titolare del Bologna è Skorupski, mentre a Verona c’è Stępiński che sta cercando di interrompere il lungo regno di Sergio Pellissier. L’altra riserva offensiva di una ipotetica formazione italo-polacca potrebbe essere Teodorczyk, che tra l’altro di recente ha trovato il suo primo gol in Serie A con la maglia dell’Udinese. Chiudono la lista Reca (terzino) dell’Atalanta, Drągowski (portiere) dell’Empoli in prestito dalla Fiorentina e Walukiewicz (difensore), un talento del 2000 prelevato e gennaio dal Cagliari. Abbiamo invece salutato Kownacki nel mercato di gennaio 2019: è andato a cercare fortuna al Düsseldorf (gioco di parole inizialmente non voluto, giuro). 

 

Perché tanti polacchi in Serie A?

Ragionare per luoghi comuni è sbagliato, ma in questi casi spesso si sente parlare di alcune caratteristiche generali che accomunano giocatori di altre nazionalità. E così i brasiliani sono tutto estro e fantasia ma hanno poca voglia di applicarsi, mentre gli argentini danno tutto per la maglia. Poi ci sono anche gli uruguaiani e la loro celebre garra charrúa. Ok, ma i polacchi?

Per rispondere a questa domanda ho deciso di rivolgermi a un mio amico polacco chiedendogli quali fosse il minimo comune multiplo della sua nazionalità. In breve, secondo lui i polacchi in genere sono come dei soldati, pronti a ricevere ordini e a sacrificarsi per la causa comune. Un’applicazione totale, metodica, forse influenzata anche dall’educazione cattolica che molti di loro ricevono sin da bambini. 

Le ragioni dei tanti calciatori polacchi in Serie A possono essere in parte trovate in queste caratteristiche comuni, che li rendono sicuramente interessanti agli occhi di qualsiasi allenatore. I motivi di questi molteplici arrivi, però, vanno ricercati anche altrove. Rispetto alle società degli altri grandi campionati europei, al momento le italiane hanno meno forza economica. I talenti più giovani, salvo rare eccezioni, vengono "opzionati" quasi subito da grandissimi club per cifre spropositate (vedi Real Madrid con Vinicius Jr), e questo accade soprattutto per alcune zone del mondo (Sudamerica, Belgio e Portogallo, ad esempio). 

 

E il discorso vale anche (forse soprattutto) per le squadre di medio-bassa classifica, che sono così costrette a virare su altri terreni fertili, come ha spiegato anche Il Post in un recente articolo. Uno di questi è rappresentato sicuramente dalla Polonia, che negli ultimi anni ha reso più moderni modelli e strutture anche grazie agli Europei del 2012. L’ultimo giocatore ad arrivare dalla Ekstraklasa in Serie A è stato Piątek, un acquisto che poi si è rivelato decisamente azzeccato da parte del Genoa.

In attesa di scoprire il nome del prossimo polacco di cui innamorarsi perdutamente, nel frattempo quelli già presenti in Serie A si stanno divertendo parecchio: arrivati alla venticinquesima giornata di campionato, sono 46 i gol complessivi messi a segno da calciatori provenienti dalla Polonia. Le squadre italiane, da parte loro, si godono i rispettivi talenti e continuano a guardarsi intorno. Con il binocolo sempre rivolto verso Est, ovviamente.