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5 Zaniolo che non lo erano

Prodotti del vivaio giallorosso destinati a grandi cose che si sono persi nel marasma del calcio italiano

5 Zaniolo che non lo erano Prodotti del vivaio giallorosso destinati a grandi cose che si sono persi nel marasma del calcio italiano

Possiamo ormai affermarlo senza paura di smentite: è definitivamente scoppiata la Zaniolo-mania.
Il diciannovenne entrato in sordina nell’affare Nainggolan, arrivato a Roma con poco più che l’etichetta di talento ancora acerbo, ha ribaltato i pronostici approfittando di un Javier Pastore imbarazzante e l’infortunio di Lorenzo Pellegrini in un momento cruciale della stagione. Ora a Roma già si grida al “nuovo Totti” e al “dategli la dieci prima di subito”, in un’attitudine tutta romana (con i suoi lati positivi ma purtroppo molti anche negativi) di esaltazione dei giocatori che però è bene ricordare che nella maggior parte dei casi è stata più frutto di pressione fuori luogo verso ragazzi giovani e ancora dalla pelle poco dura che altro.

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Andiamo quindi a vedere qualche esempio di talenti romanisti degli ultimi anni che si meritano l’appellativo di Zaniolo-mancati.

 

1) Valerio Verre 

L’esempio perfetto dell’universo parallelo in cui Zaniolo esordisce al Berbabeu ma in modo disastroso. Verre è un figlio di Roma, che passa dai campetti della periferia sud della capitale alla primavera dell'AS Roma, con cui vince il campionato nel 2011. L’allora allenatore giallorosso Luis Enrique si innamora di lui, ne parla benissimo e lo porta in prima squadra a soli diciassette anni - sembra essere un crack sul punto di esplodere e già fa sognare i tifosi (per altro nelle foto da giovane la somiglianza con Zaniolo è spaventosa).

Sempre lui mette in qualche modo fine alla sua carriera da giovane rampante all’interno della Roma, facendolo subito esordire nella disastrosa Roma-Slovan Bratislava valente l’accesso all’Europa League che la squadra capitanata dall’allenatore spagnolo manca pareggiando a Roma uno ad uno. Non solo la scelta azzardata del tecnico poi vincente con il Barcellona, ma anche l’ormai famoso violento sfogo di un esasperato tifoso romanista al termine della partita, diventato ormai tristemente familiare per ogni supporter della squadra e che è ormai un marchio che il classe ’94 si porta dietro da anni: “Ho pagato 26 euro pè vedè Verre. VERRE! Ma chi cazzo è Verre aho!?!?”.

minuto 1.06 per la magia
 

Il povero Valerio da quel momento passa attraverso innumerevoli prestiti e passaggi di proprietà, tra Siena, Udinese, Palermo, Sampdoria e ora da ultimo Perugia, in Serie B - dove sembra che stia facendo molto bene alla corte di Alessandro Nesta, l’ex laziale per eccellenza. Il calcio è strano, Beppe.

 

2) Stefano Pettinari 

Un altro romano nato e cresciuto nelle squadre giovanili della capitale (Lodigiani e Cisco Roma) convince quasi subito la dirigenza giallorossa che lo aggrega alla prima squadra a diciassette anni. Passa solo tre anni nella primavera giallorossa, convincendo subito delle sue qualità, ma l’esordio e gli spezzoni di partita giocati rivelano che il giocatore non era pronto come si pensava a Trigoria. Arrivano quindi anche per lui tornate di prestiti con la Roma che non smette mai di crederci nonostante stagioni mai particolarmente brillanti. Alla fine viene gettata la spugna e Pettinari viene ceduto a titolo definitivo al Pescara nel 2016, dopo dieci anni da tesserato della Roma.

 

3) Amato Ciciretti 

La Roma aveva talmente creduto nelle capacità del piccolo Ciciretti da strapparlo alle giovanili della Lazio in tenera età. In realtà il fulmineo innamoramento iniziale lascia spazio ai dubbi sul carattere del ragazzo, più che su un sinistro naturale da urlo. Tra Carrarese, L’Aquila e Messina Amato non riesce a convincere ulteriormente la dirigenza giallorossa che lo cede a titolo definitivo al Benevento, con cui conquista una storica promozione in Serie A. La stagione è disastrosa per la squadra campana (con l’eccezione del pareggio contro il Milan grazie al gol di Brignoli) ma Ciciretti ruba l’occhio per una serie di giocate di classe e la personalità esuberante.  Qualcuno parla addirittura di un velato interesse della Roma per il suo ex giocatore. In realtà allo stato attuale la situazione di Amato Ciciretti è senza senso: di proprietà del Napoli, viene ceduto prima in prestito al Parma (in Serie B) senza praticamente mai giocare, e poi anche quest’anno di nuovo in Serie B ma all’Ascoli - anche qui non sta giocando. Noi però non vogliamo smettere di credere al suo sinistro magico.

 

4) Andrea Bertolacci

 

Parlare oggi di Andrea Bertolacci è come sparare sulla croce rossa. Eppure c’è stato un tempo in cui il centrocampista classe ’91 era corteggiato da mezza Italia e considerato il centrocampista più promettente della sua generazione, quel centrocampista totale e box to box che sa fare un po’ tutto bene. Fino al 2014 sembra mantenere le promesse, o quanto meno essere sempre lì per scoppiare definitivamente, con la Roma che infatti lo trattiene e lo riscatta da tutti i prestiti, tra Lecce e soprattutto Genova. Arriva quindi il clamoroso trasferimento al Milan per ben venti milioni, cifra che ora sembra niente ma che prima de “l’effetto Neymar” era decisamente di peso - soprattutto per un giovane non ancora del tutto formato. Sembrava essere stato un abbaglio impressionante e poco lungimirante della Roma, con i tifosi indignati per aver lasciato andare un prodotto del vivaio così promettente. Sappiamo com’è andata a finire, con un effetto Zaniolo al contrario Bertolacci non si è mai affermato nel Milan e anzi ha spesso regalato delle prestazioni imbarazzanti che hanno attirato tutto l’astio dei tifosi rossoneri.

 

5) Federico Viviani 

Un altro protetto di Luis Enrique, anche di lui lo spagnolo parlò in termini entusiastici e lo aggregò insieme a Verre in prima squadra, facendo giocare anche lui in quella disastrosa partita con lo Slavia Praga. Nella primavera giallorossa si parlava di lui come del nuovo De Rossi, per somiglianza nel ruolo e nella tigna mostrata in campo. La Roma lo manda in prestito sperando nella trasformazione in De Rossi il prima possibile, che per purtroppo non si concretizzerà mai. Passa allora a titolo definitivo al Verona che lo gira in prestito, in questo stagione è al Frosinone.

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È buffo constatare che il “piccolo” Zaniolo, uno dei più luminosi talenti italiani degli ultimi anni, non sia un prodotto del ricchissimo vivaio giallorosso. Dall’esordio a sorpresa contro il Real Madrid alla doppietta con il Porto (italiano più giovane della storia a riuscirci in Champions) sembra passata un’eternità, e invece di mezzo ci sono solo una manciata di partite una meglio dell’altra, in cui come in un sogno ad occhi aperti la crescita del talento giallorosso non ha subito battute d’arresto.

 

Tutti i giocatori di questa lista sono Zaniolo-mancati, tutti hanno vissuto un momento in cui sembravano essere il futuro della Roma e dello stesso calcio italiano. Sono anche tutti nati nei primi anni novanta e vincenti nelle categorie giovanili. La generazione da metà anni novantà in poi e dei primi duemila sembra star decisamente facendo di meglio (e basta guardare proprio all’attuale rosa della Roma per accorgersene). Sediamoci e speriamo bene, tenendo presente i cinque giocatori sopra citati che non tutti gli Zaniolo possono uscire col buco.