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Come la statistica ha cambiato il calciomercato

La sabermetrica è la scienza che hanno usato Leicester e altri club per competere sul calciomercato

Come la statistica ha cambiato il calciomercato La sabermetrica è la scienza che hanno usato Leicester e altri club per competere sul calciomercato

Durante le sessioni di calciomercato siamo portati a pensare che gli acquisti siano una sorta di lotteria per le squadre, scommesse utili a colmare dei buchi nella rosa. Non si considera invece che i club non si basano sull'istinto o su un trasporto emotivo verso i giocatori, ma bensì su parametri statistici. Una vera e propria scienza matematica che analizza il calcio e i suoi numeri, tralasciando gli eventi singoli a favore di una media rilevata su numerosi casi studio. Questa scienza si chiama sabermetrica, nata nel baseball e definita nel manifesto di David Grabiner come "la ricerca per una conoscenza oggettiva". Il modello americano è stato adottato da anni anche nel calcio, per costruire squadre, vittorie e gettare le fondamenta per progetti che aiutassero le piccoli club a compensare a un divario oggettivo come quello economico.

Questo approccio analitico dello sport è nato appunto nel baseball e reso famoso dal film Moneyball (2011), in cui Brad Pitt interpreta Billy Beane, General Manager che portò prima gli Oakland Athletics ai play off con un roster poco competitivo sulla carta ma costruito interamente sui dati, poi i Boston Red Sox al trionfo delle World Series, 86 anni dopo l'ultima volta. L'analisi nel baseball è molto più chiara perché i gesti sportivi hanno una durata di tempo più limitata e circoscritta, ma l'astuzia dei sabermetrici sta proprio nel riuscire a capire come un gesto isolato possa influenzare un campionato di 162 partite se considerato come una caratteristica tecnica del singolo giocatore, da non modificare ma da sfruttare come ingranaggio di un sistema coordinato. 

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Nel calcio di oggi l'utilizzo dei dati permette alle squadre meno competitive di fare il mercato in maniera intelligente, acquistando giocatori con criterio e riducendo così il gap economico con le grandi. Pescando talvolta nelle serie inferiori, un "rischio" che i top club difficilmente si possono permettere di prendere. Prendendo come esempio le ultime stagioni di Premier League, due ottimi esempi di questo sistema sempre più collaudato sono James Pickford e Lewis Cook, acquistati rispettivamente da Everton e Bournemouth con delle operazioni di mercato azzeccate e diventati presto degli acquisti ideali. Tra club che lavorano in questa direzione c'è anche il Burnley, il piccolo club inglese che ha utilizzato al meglio le statistiche per rinforzarsi nel modo giusto, mirando solo all'adattabilità oggettiva al sistema di gioco e agli avversari della lega, non curandosi di dettagli trascurabili come l'età anagrafica. Un esempio in questo senso è l'acquisto di James Tarkowski, preso dalla Championship e inizialmente considerato inadatto alla fase difensiva di un certo livello ma perfetto invece, secondo le statistiche, per l'atteggiamento compatto della difesa della squadra di Sean Dyche. Ora è uno dei migliori centrali difensivi del campionato ed ha raggiunto anche la nazionale maggiore. Lo stesso discorso si può fare sul Leicester di Ranieri e su acquisti ponderati come quelli di Kante, Mahrez e Ndidi, valutati sull'efficacia del loro gioco in campo. Affidarsi ai dati è una strategia coraggiosa, poiché accetta l'insuccesso a breve termine puntando su un successo e una solidità più a lunga durata, proprio per questo è stato più facile da realizzare per le squadre che non avevano l'obbligo di vincere nell'immediato. Spendere poco utilizzando le statistiche si sta dimostrando più efficace rispetto a investire molto negli scout.

Ormai il modello è utilizzato anche dai maggiori club europei, i quali possono disporre di strutture più ampie e una rete di scout più estesa. In Italia tutto è iniziato nel 2004, quando il Genoa di Serse Cosmi capì la potenzialità del progetto di Wyscout, azienda di analisi dei dati con sede a Chiavari e tutt'ora, insieme a Opta e Instat, alla base di progetti dei più grandi club mondiali.
Esclusi quelli pubblicitari, il concetto puramente tecnico che guida le campagne acquisti sembra essere quindi la funzionalità. Tra gli esempi c'è quello che ha portato Deco al Barcellona nel 2004, comprato per la sua abilità nel recuperare i palloni e "bocciato" invece da Wenger, alla ricerca di un giocatore che coprisse più campo durante la partita. La scelta cadde sul centrocampista dell'Olympique Marsiglia Mathieu Flamini, che aveva una media di 14 chilometri corsi a gara. Sempre nel 2004, anche il Bolton investì sul centrocampista Gary Speed, 35enne ma, secondo i dati, ancora competitivo nella tenuta fisica, superiore a quella dei più giovani Frank Lampard e Steven Gerrard.

Per aiutare la classificazione gli scout si basano sempre di più su quelli che vengono chiamati tools, nel caso del calcio: 

-palle recuperate e palle perse
-km percorsi e numero di sprint 
-falli fatti e subiti
-cross riusciti
-contrasti vinti e persi  
-cross sbagliati 
-cartellini gialli e rossi 
-tiri fuori e tiri nello specchio 
-assist decisivi 
-gol decisivi. 

La sabermetrica è quindi un approccio allo sport ormai consolidato, il quale esclude l'evento occasionale a favore di una media di casi, con l'obbiettivo di una ricerca di oggettività nella valutazione. Si escludono il trasporto emotivo e il tifo nelle scelte di mercato, l'algoritmo non guarda in faccia alla passione o alla storia dei giocatori ma restituisce l'immagine più limpida delle potenzialità di una squadra. 
Anche Tifo Football ha spiegato con un video illustrato, la storia dell'analisi numerica in Premier League.