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Il tempio delle maglie da calcio: Classic Football Shirts

Abbiamo fatto visita al temporary store che ha appena aperto a Manchester: il paradiso dei collezionisti

Il tempio delle maglie da calcio: Classic Football Shirts Abbiamo fatto visita al temporary store che ha appena aperto a Manchester: il paradiso dei collezionisti

A Manchester fa meno freddo del previsto, a metà mattinata ho già recuperato il biglietto per il big-match delle 19:30, United contro Juventus, e faccio volentieri due passi nel cuore della città, tra il Northern Quarter e Spinningfields fino a Barton Arcade, Deansgate. E' da poco passato mezzogiorno e sono già davanti alla vetrina del nuovo pop-up di Classic Football Shirts: il sito di maglie da calcio e non solo più fornito al mondo ha infatti aperto da pochi giorni un temporary store nella 'sua' città. Proprio a Manchester, infatti, dove è nato tutto e dove c'è il quartier generale, magazzino compreso, a due passi dall'Etihad Stadium. In vetrina, e ovviamente non è un caso, ci sono due storiche felpe di Manchester United e Juventus. Dentro, invece, il flusso di appassionati, curiosi e tifosi (soprattutto italiani, che hanno appena ritirato il proprio biglietto presso il National Football Museum che è a due passi) è enorme ma c'è Paolo Brambilla, l'Operations Manager di Classic Football Shirts che, nonostante la mole di lavoro da fare, mi sta aspettando.

Avevo già beccato Paolo a Londra, la scorsa estate, in uno dei quattro pop-up aperti da CFS in città, tutti a distanza di tempo uno dall'altro, dislocati nella zona Est. E proprio da quell'incontro ricominciamo la nostra chiacchierata, anche se Paolo ha l'obbligo di tenere gli occhi doppiamente aperti: la folla è notevole e poco prima del mio arrivo mi confessa che hanno beccato un ladro che aveva appena provato a rubare una maglia molto costosa, e non possono proprio permettersi che accada di nuovo. Io e Paolo ci troviamo nella sala dove sono appese le maglie più celebri, una sorta di museo dove si trovano dei veri e propri pezzi da collezione, magliette che arrivano a costare anche centinaia di sterline.

Per l'occasione la parete principale è stata interamente dedicata a Cristiano Ronaldo e fino a pochi minuti prima del mio arrivo è stata il set di un video: ci sono tutte le casacche che ha indossato durante i suoi anni in Inghilterra in modo da catturare l'attenzione di tutte le persona che entrano, ed in modo che  possano trascorrere minuti a fantasticare su ciò che ha combinato il portoghese in Inghilterra. 'Siamo aperti soltanto da quattro giorni e il numero dei visitatori ha superato nettamente le stime inziali, che erano comunque alte, e se continua così ci costringerà a prolungare il contratto per stare qui, che scade a dicembre' - commenta Paolo, contento ma anche preoccupato della possibile evoluzione, che lo costringerà a mantenere ritmi lavorativi molto pesanti. 'Ma il vero boom è stato a Londra, soprattutto con lo store di Rivington Street, a due passi dalla stazione di Old Street. E' stato aperto in concomitanza con i Mondiali di Russia, un'evento che qui ha raggiunto livelli di entusiasmo incredibili: pensa che siamo riusciti a vendere oltre 6.000 maglie dell'Inghilterra in meno di un mese, e non mi stupiva vedere gente presentarsi alla cassa con un numero indefinito di maglie, comprate non si sa neanche perché'.

Quella di Classic Football Shirts è una storia che nasce nel lontano 2006, quando un paio di amici iniziarono a collezionare maglie nello studentato di Fallowfield, proprio a due passi da Manchester. Come racconta la timeline che è raffigurata sui muri del piano terra del negozio, Doug e Matt da allora hanno iniziato ad ampliare la collezione fino a creare una vera e propria realtà, e perché no, anche una moda. L'acquisto delle prime maglie prestigiose, il primo ufficio vero e proprio, i rapporti con squadre di calcio e brand importanti, le collaborazioni (vedi quello con lo Sheffield FC) ed i progetti importanti (qualche tempo fa vi avevamo raccontato di Fabric of Football) fino ad arrivare all'ultimo passo: aprire degli store fisici che vivano in maniera parallela rispetto al sito, dove nel 2007 è anche arrivato l'ordine numero 500.000. Paolo mi racconta di essere il più grande di tutti in azienda, anche più dei due boss poco più che trentenni, e prevede che l'estensione dell'azienda possa portare, entro la fine dell'anno, a superare quota 60 tra dirigenti e impiegati. Paolo mi spiega quali sono le due grandi macrocategorie su cui poggia Classic Football Shirts: 'Ci sono le maglie storiche, quelle più introvabili, che hanno un valore simbolico immenso (ed economico ancor di più), e penso subito a quella della Germania ai Mondiali del 1990, e poi ci sono quelle che fanno parte della categoria 'clearance', costano tutte meno di 20 sterline, sono le più disparate e vanno assolutamente a ruba. Entrambe hanno una storia e se e vengono vendute in maniera differente'. In store c'è l'imbarazzo della scelta: tra le mani prendo la maglia dei ghanesi dell'Hearts of OAK, e poi ancora quella del Columbus Crew, dell'Olympiacos, dell'Oviedo, del Messina, del Grasshoppers, dello Schalke 04 e così via. Tutte stipate una accanto all'altra in maniera completamente random.

Le maglie, ovviamente, sono tutte originali (anche se qualche cliente rimane sorpreso quando il commesso lo rassicura, forse perché non si trova in uno store ufficiale e pensa sia impossible!) e sono divise in maniera ordinata: oltre a quelle classiche, che si trovano nella stanza apposita, ed alle 'clearance' di cui abbiamo parlato prima, c'è una sezione dedicata a quelle inglesi, una a quelle delle squadre Nazionali ed una alle due squadre di Manchester, lo United ed il City. Nonostante ci sia un flusso continuo di gente che si dirige verso la cassa con le mani piene, le scorte di maglie sembrano non finire mai, e Paolo ci racconta da dove vengono tutte quelle che vediamo in vendita: 'Molte maglie le compriamo da collezionisti di tutto il mondo, che spesso sono inconsapevoli del valore che hanno le maglie in loro possesso; molte altre invece le compriamo direttamente dai club, dai brand o dai negozi, e spesso gli facciamo un grosso favore perché altrimenti non saprebbero come venderle, un problema che capita sempre molto più spesso quando cambia il fornitore tecnico da un momento all'altro'.

Ogni tanto interrompo la mia chiacchierata con Paolo e mi metto anche io a rovistare tra gli scaffali, facendo zapping tra un categoria ed un'altra. Ma quello che mi diverte di più è osservare le reazioni delle persone vicino a me, che a volte si fermano anche dieci minuti a contemplare una maglietta: ecco che allora coinvolgo Paolo e parliamo della moda delle collezioni vintage, dell'importanza dell'estetica nel mondo del calcio (sarà che ho in mente questo vecchio articolo del Guardian) e dell'effetto nostalgia che viene prodotto dalle maglie che sono in vendita: 'E' tutta una questione emozionale - mi spiega - dovuta al fatto che osservare, e spesso anche toccare una maglia riesce a rievocare vecchie emozioni e vecchi ricordi. Ti viene in mente il campetto dove giocavi quando eri piccolo oppure il luogo dove hai visto la partita in cui ha segnato il tuo giocatore preferito, la cui maglietta in quel momento è tra le tue mani. Noi diciamo sempre che bisogna fare caso alla faccia dei clienti non quando vanno alla cassa, ma quando guardano una maglietta da vicino. Perché mai dovrebbero comprare una maglietta anonima in uno store della Nike quando possono preferire una maglia vissuta, che possa aiutarli a sognare, o a ricordare qualcosa?' Facendo un giro per lo store capisco eccome la filosofia di Classic Football Shirts, e parte del loro incredibile successo, perché è il posto dove puoi trovare la maglia che hai sempre cercato, ma anche quella che non ti aspetteresti mai di beccare. Oltre alle maglie c'è molto altro: una serie di bucket hats della Lazio, posters della Juventus, copie sparse di magazine come Mundial e Glory, gli splendidi disegni di Jimmy sui muri, i lunghi giubbotti Umbro che usavano i calciatori dello United quando faceva freddo. Un vero spettacolo!

 

Si è fatto tardi, prima di salutare Paolo parliamo un po' di quello che si aspetta in futuro: le vendite, come avrete capito, vanno molto bene in tutta Europa (il mercato inglese influisce solamente per il 30%), ma anche in Asia e negli States, e forse è arrivato il momento di spingere un po' sull'acceleratore e sfruttare l'onda. Tempo fa si era vociferato su Twitter dell'apertura di altri pop-up sparsi per il mondo, per accontentare i tanti appassionati di tutto il mondo che sono stanchi di fare ordini su internet: Paolo non può svelarmi nulla, ma mi conferma che è un'idea che hanno trattato concretamente e che presto potremmo saperne di più. Lancio l'ultimo sguardo verso il paradiso di maglie che mi circonda ed esco fuori, certo che non sarà l'ultima volta.