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Lo stadio San Paolo è un problema

Come e perché il Napoli è costretto a giocare in un stadio semivuoto

Lo stadio San Paolo è un problema Come e perché il Napoli è costretto a giocare in un stadio semivuoto

AGGIORNAMENTO: stasera il Napoli gioca la sua prima partita di Champions League al San Paolo quest'anno. La giornalista inglese Melissa Reddy ha postato un video sul suo profilo twitter che fa capire ancora di più, se mai ce ne fosse bisogno, in quali condizioni versi lo stadio di Napoli. 

È abbastanza paradossale che la squadra arrivata seconda in campionato l’anno scorso con 91 punti, che in campo divertiva più di tutte e che quest’anno ha la fortuna di avere in panchina uno dei migliori allenatori del mondo, si trovi a vivere una situazione paradossale. Sugli spalti non c’è nessuno. Sí, è un’iperbole ma vedere lo stadio San Paolo semivuoto nell’ultima partita in casa contro la Fiorentina fa un’enorme tristezza, specie a me che di questo Napoli sono un tifoso. I rapporti tra i tifosi del Napoli e il presidente De Laurentiis non sono mai stati idilliaci nonostante negli ultimi 8 anni la squadra abbia guadagnato quasi 100 posti nel ranking Uefa, arrivando fino alla diciassettesima piazza. Contro la squadra viola c’erano 20.131 spettatori paganti, nessun abbonato, anche perché a Napoli la campagna abbonamenti non è mai partita. Sul calo delle presenze ha influito tanto la protesta delle curve per il costo troppo alto dei tagliandi (35 euro) ma anche gli altri settori dello stadio erano scarni proprio a causa del rincaro. 
Una città meravigliosa, un tifo con una passione senza eguali, una squadra molto forte e un allenatore come Carlo Ancelotti, semplicemente non meritano per nessun motivo una baraonda di questo tipo.

 

Disastro San Paolo

Ma soprattutto il Napoli non merita di esibirsi in quello che da anni non è più uno stadio ma un problema che passa di mano in mano e che nessuno riesce a risolvere. È innegabile che il San Paolo versi in condizioni pessime, una struttura vecchia, obsoleta, inadeguata e anche molto pericolosa per l’incolumità degli avventori, e ciò non fa altro che allontanare ancora di più i tifosi da quella che dovrebbe essere un casa, accogliente e comoda, dove poter tifare e divertirsi invece di stare attenti a dove mettere i piedi. In realtà esisteva un progetto per la riqualificazione del San Paolo ed era legato all'eventuale designazione dell'Italia come sede degli Europei del 2016, sarebbe stata una radicale ristrutturazione e trasformazione dello stadio. Il progetto prevedeva l'eliminazione della pista di atletica, il totale rifacimento degli spalti con avvicinamento del campo, lo smantellamento del terzo anello e una nuova copertura. Il nuovo impianto avrebbe avuto una capienza di 75.240 posti a sedere e 82 skybox. Il costo per questa ristrutturazione si aggirava intorno agli 80 milioni di euro. Sappiamo tutti come è andata, gli Europei alla Francia e il San Paolo è rimasto com'era. Nell'estate del 2011, lo stadio di Napoli è stato adeguato alle norme UEFA per la Champions League con i seguenti aggiustamenti: rimozione della rete di protezione del settore ospiti superiore, cablaggio della sala stampa, nel novembre 2012 sono stati rimossi i display vecchi non funzionanti e risalenti ai campionati del mondo del 1990 e sostituiti con due schermi LED di 16 metri ognuno (la spesa per questi schermi è stata sostenuta interamente dal Napoli. Costo, circa 100.000 euro). Sempre a causa delle norme UEFA per la partecipazione alla Champions 2013-2014, sono stati rifatti i sanitari in Curva A, messi a posto gli intonaci carenti intorno a tutto lo stadio, cambiati i fari e messi i nomi dei varchi d'accesso dello stadio in tutti i settori. Nonostante questi lavori il San Paolo continua ad essere fatiscente e arretrato.

 

Capitolo Universiadi

Al San Paolo si svolgeranno le Universiadi - Le Olimpiadi Universitarie - e per questo motivo lo stadio sta subendo giustamente dei lavori di ammodernamento e di messa in sicurezza necessari che però, tra mille incomprensioni con le autorità, hanno portato alla mancata apertura della campagna abbonamenti per questa stagione, con conseguente rincaro biglietti di cui sopra. Gli interventi per l’ammodernamento dell’impianto sono stati tardivi e non tempestivi e il patron azzurro ha mal digerito questa situazione, diciamo che gli è andata proprio di traverso.

“Abbiamo consegnato i lavori per lo stadio San Paolo, De Laurentiis si è innervosito e ha ragione, perché si sono persi mesi che non dovevano essere perduti, ma dobbiamo andare avanti, dovremmo avere tutti un po’ di pazienza”.

Queste le parole del presidente della regione Campania De Luca commentando la rottura nei rapporti tra i protagonisti di questa storia. Ciò che ha mandato su tutte le furie ancora di più ADL è stata la mancanza di un cronoprogramma dei lavori da effettuare che tra l’altro è un elaborato tecnico obbligatorio nei lavori pubblici, ma a quanto pare ad oggi non si conoscono le tempistiche di questi lavori…molto complesso attribuire responsabilità del marasma in cui si sta navigando ma come è consuetudine in questo paese si rincorre l’emergenza invece di prevenirla. 

 

De Laurentiis vs de Magistris

L’apice poi si è raggiunto con gli attacchi diretti che si sono scambiati de Magistris e De Laurentiis. La Società Sportiva Calcio Napoli ha acquistato pagine pubblicitarie su vari giornali, tra cui il Corriere della Sera, per pubblicare il testo integrale della nota apparsa pochi giorni prima sul suo sito ufficiale. La nota è un lungo e duro attacco al sindaco di Napoli il cui titolo è “de Magistris, un sindaco inadeguato”. Purtroppo ho una visione del mondo che non mi da la minima possibilità di comprendere come sia soltanto pensabile che una società di calcio possa agire in questo modo e tanto meno non riesco a capire come il sindaco di una città possa schierarsi apertamente e in maniera così decisa contro il presidente della squadra della città che governa.
Il sindaco ha scritto un lungo post sulla sua pagina Facebook per rispondere all’invito della Curva B ad assistere alla partita contro il Milan del 25 agosto dopo che la società azzurra aveva negato i biglietti omaggio al Comune per via delle polemiche relative ai lavori al San Paolo e al mancato accordo sulla convenzione. Nella lunga risposta ai tifosi del Napoli, de Magistris racconta di essere stato un abbonato proprio in curva B dal 1984 al 1990, l’epoca di Maradona, ringraziando i tifosi e declinando l’invito per via di impegni già presi ma che sarebbe stato al loro fianco per la partita contro la Fiorentina. Questa ostentata manifestazione di appartenenza è evidenza chiara da parte del sindaco di schierarsi apertamente con una parte del tifo napoletano che non ha simpatia per De Laurentiis, per usare un eufemismo. Anche leggendo la nota del Napoli è evidente una inspiegabile e spropositata pomposità del testo che denota una voglia di incutere “timore” nel lettore e nel destinatario della missiva. Altre dichiarazioni hanno infiammato ancora di più tutto il contesto, ad esempio De Laurentiis che provoca dicendo di aver chiesto alla Uefa di giocare la Champions a Bari e de Magistris che risponde piccato, che tristezza. Una situazione questa che va avanti da anni purtroppo.

Come direbbe il principe De Curtis, un bel guazzabuglio generale che vede come soggetti più danneggiati i tifosi e la squadra.

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In conclusione

La “guarattella” non sembra di facile soluzione anzi tutt’altro. Le personalità del sindaco di Napoli e quella del patron della società azzurra sono come due rette parallele, non si incontrano mai e per giunta sono in grado di esplodere da un momento all’altro scatenando l’ennesimo terremoto destabilizzando ancora di più un ambiente che avrebbe bisogno di certezze e serenità. Unica certezza è il San Paolo, che è lì a fuorigrotta che chiede aiuto, chiede di essere salvato e di ritornare ad ospitare 60.000 persone che urlano e che cantano. Napoli è vittima di se stessa, della difficoltà di gestione della cosa pubblica che affligge la città da tempo immemore e che non promette niente di buono per il futuro. Noi napoletani siamo famosi per esaltarci nella gioia e deprimerci nella tristezza ma stavolta, almeno noi, dobbiamo fare un passo in avanti e restare sereni e fiduciosi, anche perché qualcuno dovrà pure iniziare a prendere la strada giusta.