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Storia di Darijo Srna

Parte da lontano e arriva fino a Cagliari

Storia di Darijo Srna Parte da lontano e arriva fino a Cagliari

Tre presenze in Serie A, 270 minuti giocati. Non c’è bisogno di essere dei matematici per fare il calcolo: Srna, nelle sue prime tre presenze con la maglia del Cagliari, è rimasto in campo per tutti e 90 i minuti di gioco (anche qualcosina in più, considerando i recuperi). Dopo essersi inserito nel solco dei vari colpi a effetto della gestione Giulini (da Bruno Alves a Van der Wiel, passando per Padoin, Isla e Borriello), il terzino croato sembra aver già conquistato tutti. Sicuramente ha conquistato Maran, che non vuole rinunciare a un ragazzo che, a 36 anni, continua a fare la differenza. Perché Darijo, in carriera, ha sempre fatto la differenza.



Una storia di guerra e di fame 

La storia di Darijo Srna è legata alla guerra e alle sue conseguenze: il padre Uzeir, originario della Bosnia, in una notte del 1941 è costretto a scappare via dal suo paese natale dato alle fiamme dai serbi nazionalisti. In quel rogo perderà la madre e sua sorella. Dopo mille strade percorse, che lo porteranno prima in Croazia, poi a Parigi, poi di nuovo in Croazia, sempre alla ricerca di una sicurezza economica e di un pasto caldo, Uzeir Srna si trasferirà infine stabilmente a Metković. Lì si sposerà per la seconda volta, e dal suo matrimonio con Milka verranno alla luce due figli: Igor, il maggiore, affetto da sindrome di Down, e Darijo, secondogenito nato il primo maggio del 1982.

Uzeir ha giocato come portiere per un periodo della sua vita, e questa passione per il calcio, evidentemente, è stata trasmessa anche a suo figlio Darijo. Che sin da piccolo si è messo in mostra per le sue doti tecniche. Il problema, però, erano le sue origini e la sua religione: diverse squadre storcevano il naso di fronte a un ragazzo mezzo bosniaco e musulmano, ma la grande occasione è arrivata lo stesso. Perché il talento di Darijo era troppo grande per essere soffocato dai pregiudizi. Così, nel 1998, Srna entra nelle giovanili dell’Hajduk Spalato: a 18 anni esordisce in prima squadra, a 19 è già un titolare inamovibile. Con i croati vince due coppe nazionali e gioca in tutto 84 partite, segnando anche 7 gol. Poi, nel 2003, arriva la chiamata dello Shakhtar Donetsk.

 

La storia di due bandiere

Per capire quanto sia stato importante Srna per lo Shakhtar basta solo un’informazione: dopo il suo addio, la maglia numero 33 è stata ritirata. Darjo è rimasto allo Shakhtar dal 2003 al 2018, quindici anni, la maggior parte dei quali insieme a Mircea Lucescu e alla sua banda di brasiliani. Darjo ha scritto la storia del club: è il giocatore con più presenze, 493 in tutto (con 45 gol e 121 assist all’attivo). Da capitano ha alzato l’Europa League nel 2009, e con la stessa maglia ha vinto anche 10 campionati ucraini, 8 volte la Coppa di Croazia, 8 volte la Supercoppa. Un vincente senza soluzione di continuità, sempre sulla stessa fascia, sempre con la stessa tecnica e la stessa tenacia che hanno contraddistinto la sua storia personale e la sua carriera da giocatore. “Avrei potuto scegliere il Barcellona, ma lo Shakhtar è casa mia. E preferisco vincere un campionato ucraino qui che la Champions League lì”, dichiarava un anno fa, rispondendo alle voci che lo volevano nel mirino del club blaugrana. Srna resta allo Shakhtar anche (anzi, forse soprattutto) quando restare allo Shakhtar era la scelta più difficile. Nel 2014, la guerra del Donbass lo porta a lasciare la sua casa e porta la squadra a lasciare lo stadio. Le radici però le porti dentro, non sono un luogo fisico, fanno parte della persona-Darijo. E la persona Darijo non molla nei momenti di difficoltà: “Dopo così tanti anni non posso semplicemente andar via e lasciarli in questa situazione, non sono questo tipo di persona”. Tra le tante cose che fece per la città di Donetsk, l'unice che fece il giro dei giornali fu quando donò cento computer ad una scuola per bambini sfollati.

 

Anche per la Croazia, Srna ha rappresentato una bandiera. È stato capitano della Nazionale dal 2009 al 2016, anno del suo ritiro dalla selezione ucraina. Con la stessa, ha partecipato a due edizioni dei Mondiali (2006 e 2014) e a quattro edizioni degli Europei (2004, 2008, 2012, 2016). Con la maglia della Nazionale, Darijo ha collezionato 132 presenze (il giocatore con più presenze della storia della Croazia) segnando 22 gol. Una bandiera a tutti gli effetti, che negli anni ha dimostrato un attaccamento fuori dal comune. Più volte è stato “attaccato” per le sue origini, lui però non si è mai tirato indietro. Neanche quando tirarsi indietro o nascondersi era la cosa più facile da fare: nel 2010 la Nazionale croata manca le qualificazioni ai Mondiali, e in quelle seguenti per gli Europei Srna sente addosso tutto il peso della responsabilità. Da capitano, da leader, porterà la Croazia alla qualificazione per la competizione del 2012. Sconfiggendo le critiche sul campo, combattendo come ha sempre fatto. Con un pensiero rivolto alla famiglia.

 

La famiglia al centro

Come accennato all’inizio, la storia della famiglia Srna è stata molto travagliata. Il padre è rimasto presto orfano, ha lottato per anni contro la povertà, per dare ai suoi figli quell’occasione di vita benestante che a lui non era stata concessa. Srna ha risposto anche a questo, sul campo: con i primi stipendi da calciatore ha comprato a suo padre un’automobile, per ripagarlo di tutto quello che aveva fatto per lui. Darijo porta la famiglia sempre con sé, anche sulla fascia destra: ha un tatuaggio con il nome di suo fratello Igor sul petto, ogni gol è dedicato a lui.

La famiglia Srna è passata anche su tutti i notiziari nell’estate del 2016, durante gli Europei di calcio. Prima dell’inizio della sfida con la Repubblica Ceca, il capitano della Croazia è stato inquadrato dalle telecamere durante l’inno. Srna era in lacrime, guardava il cielo e piangeva. Qualche giorno prima, infatti, suo padre era scomparso dopo una lunga lotta contro la malattia, mentre in televisione suo figlio scendeva in campo contro la Turchia. Darijo è tornato in patria per salutarlo, poi si è unito di nuovo alla sua Nazionale. Da uomo, prima che da calciatore, Srna ha affrontato le partite della sua vita con uno spirito da combattente, come il protagonista di un lungo e straziante film. Arriveranno applausi a scena aperta al termine della proiezione. Ma la parola fine, per questa pellicola, sembra ancora lontana.

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In campo con Darijo

Srna, a 36 anni, ha scelto di unirsi alla causa del Cagliari. Maran lo sa: può dare ancora molto. Ha un destro delicato e tutt’altro che arrugginito, che in carriera gli ha permesso di segnare anche parecchi gol tra calci di rigore e calci di punizione. Di Srna ci si può fidare, corre e lotta, serve assist ai compagni, gioca con la squadra e per la squadra. Un calciatore completo, sul quale non a caso c’era stato anche un interessamento dell’Inter in estate. Fisicamente è ancora integro, per la lotta salvezza il Cagliari potrà fare affidamento su tutta la sua esperienza. Su tutta la sua storia travagliata, lunga, importante. Con la famiglia sul cuore, le lacrime agli occhi e il calcio nel sangue.