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Chiedimi chi era Clint Dempsey

Il giocatore simbolo di quello che poteva diventare il Soccer USA

Chiedimi chi era Clint Dempsey Il giocatore simbolo di quello che poteva diventare il Soccer USA

Thank you it's been real

Cinque parole ha usato Clint Dempsey per annunciare al mondo che si ritirava dal mondo del calcio.
Il posto di Dempsey nella storia del soccer americano è ancora da decidere, la sua legacy è estremamente sottovalutata se si guardano i numeri: miglior marcatore della storia Nazionale statunitense, insieme a Landon Donovan, miglior marcatore statunitense in Premier League e soprattutto uno dei talenti migliori e più costanti prodotti dal calcio a stelle e strisce. 

Ma c'è molto altro. Bruce Arena - storico allenatore della Nazionale - in un'intervista disse che a proposito di Clint si diceva "We have an expression for some players – for Clint, we continually said, ‘He tries shit.’" Il senso è che Dempsey ha provato e fatto un sacco di cose nella sua carriera, da un gol in pallonetto alla Juventus fino ad un pezzo rap. La sua storia è importante perché è stata un'eccezione del calcio americano che spiega il motivo per cui il soccer non è mai decollato dagli anni 2000 ad oggi e se ci fossero più Dempsey e meno Freddy Adu probabilmente avremmo visto una divisa a stelle e strisce in Russia la scorsa estate.

Thank you it’s been real.

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L'eccezione che conferma la Regola

Nel 2013, un professore di economia dell'università di Chicago ha pubblicato una ricerca che confrontava le aree di provenienza e il reddito medio dei migliori giocatori dell'NBA, dell'NFL e della nazionale di calcio statunitense. I risultati sono stati definiti impressionanti. La stragrande maggioranza dei calciatori americani aveva un background molto diverso dai colleghi del football e del basket: erano tutti bianchi, con un reddito medio elevato e provenienti da quartieri benestanti. 

Nonostante Clint Demspey sia bianco, non rientra in nessuna di queste categorie. È nato e cresciuto in un parcheggio di roulette a Nacogdoches, una cittadina nel mezzo del nulla in Texas. La sua famiglia ha sempre avuto problemi economici e Clint iniziò a giocare a calcio nei campi di terra polverosi del Texas, popolati soprattutto da immigrati messicani e latini. Verso gli undici anni i genitori non potevano più permettersi l'iscrizione alla scuola calcio, considerato il fatto che sua sorella Jennifer iniziava ad essere classificata a livello nazionale come tennista e intravedeva la possibilità di diventare professionista. Le famiglie dei compagni di squadra di Clint continuarono a pagare l'iscrizione alla scuola calcio, ma la svolta avvenne quando Jennifer morì di aneurisma celebrale a 16 anni. Questo tragico evento ha permesso alla famiglia di investire su Clint ed è il motivo principale per cui Demspey è diventato un calciatore professionista. Dev'essere un dolore complesso e difficile da metabolizzare, che Clint ha esorcizzato dedicando ogni gol della sua carriera a Jennifer puntando con le dita verso il cielo.

Dempsey è diventanto un professionista grazie alla Furman University in South Carolina, dove prese una borsa di studio per giocare nella squadra dell'università. Il talento di Clint è uno specchio della sua formazione calcistica infantile: i colpi spettacolari e lo spazio creato dal nulla sono figli di quei campetti texani e della scuola messicana. Allo stesso tempo l'attitudine al lavoro e al sacrificio sono parte delle sue umili origini. 

L'iter principale per diventare un calciatore professionista negli USA passa necessariamente dai costosi college, per questo motivo si fa fatica a creare talento dal basso come succede in sudamerica e in Europa. Clint Demspey è stata l'eccezione che conferma la regola di un sistema - come quello americano - fallimentare nel creare giovani di talento e che spera ancora nell'arrivo di un Messia (Fredy Adu, Christian Pulisic) e non lavora sulle proprie potenzialità. 

 

Pastorale Americana

C'è un gol più importante degli altri nella carriera di Clint Demspey. Lo segna  con la maglia del Fulham nella stagione 2009-10 in Europa League contro la Juventus post-calciopoli allenata da Ferrara prima e Zaccheroni poi. Si giocano gli ottavi e il Fulham deve ribaltare il 3-1 dell'andata firmato Legrottaglie, Zebina e Trezeguet. Dopo il vantaggio iniziale segnato ancora dall'attaccante francese, il Fulham riesce a segnare tre gol grazie anche all'espulsione di Fabio Cannavaro. All'83º minuto, Dempsey riceve un pallone al limite dell'area spalle alla porta, Chiellini non lo pressa lasciandogli lo spazio per girarsi. Clint guarda la porta appena e fa partire un pallonetto leggero come la panna che si spegne nell'incrocio opposto, con il povero Chimenti fermo a guardare quel delizioso gesto tecnico. Quel gol eliminò clamorosamente la Juventus e lanciò la squadra di Londra in una corsa pazza che fu fermata solamente dall'Atletico di Madrid in finale. 

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Il gesto tecnico è degno dell'olimpo dei trequartisti, da Totti fino a Ronaldinho, ma soprattuto quel gol di Dempsey cambiò per sempre come venevano visti i giocatori americani in Europa. Il fatto che fosse un americano a segnare quel nella patria del football contro i giganti della Juventus ha convinto molti europei che gli statunitensi potevano giocare a calcio. Dempsey è stato il primo (e forse ancora l'unico?) calciatore americano ad essere considerato un buon giocatore senza catalizzare ansie e aspettative su se stesso. 

Tuttavia non è mai riuscito a diventare il volto del soccer americano. Molti speravano che arrivasse qualcuno di più bello, vendibile e americano ed hanno ignorato i 72 gol in 263 presenze in Premier League e 57 gol in 141 presenze in Nazionale. Al Fulham è stato eletto due volte miglior giocatore dell'anno, prima del suo passaggio al Tottenham.  Dal canto suo, Clint ci ha provato: per i Mondiali 2006 ha anche droppato un pezzo rap sponsorizzato da Nike dedicato a sua sorella Jennifer, niente di intimenticabile purtroppo.

La mancata qualificazione degli Stati Uniti agli ultimi Mondiali ha segnato la fine della carriera internazionale di Dempsey, che tuttavia è appartenuto a una  generazione calcistica solida che non ha mai vinto nulla, ma si è risparmiata magre figure come la squadra attuale. A fargli compagnia nel team USA c'erano Landon Donovan, Brian McBride - quello della gomitata di De Rossi - e Tim Howard. Quando tornò nella MLS dopo due anni al Tottenham, Dempsey fu accolto dai Seattle Sounders e dalla Lega come il più importante acquisto dai tempi di David Beckham. Tuttavia non riuscì mai a raggiungere quella status di superstar di cui il soccer americano aveva disperatamente bisogno.

Oggi il Soccer rimane orfano di uno dei suoi migliori interpreti degli ultimi anni, la cui storia insegna come dare un futuro alla propria Nazionale: più Dempsey, meno Adu.