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La tua nuova squadra preferita: Il Leeds United di Marcelo Bielsa

Ovvero "the ultimate hipster club"

La tua nuova squadra preferita: Il Leeds United di Marcelo Bielsa Ovvero the ultimate hipster club

Prendete una nobile decaduta del calcio inglese che da anni sguazza tra le leghe minori inglesi, poi aggiungeteci il più eccentrico-pazzo-competente-maniaco-ossessivo-compulsivo guru del calcio contemporaneo ed ecco la squadra che diventerà il feticcio hipster di questa stagione. Dopo le prime cinque giornate di Championship, la love story tra Marcelo Bielsa e il Leeds United è la storia più bella e inaspettata che il calcio europeo sta offrendo in questo momento. Vedere il calcio maniacalmente tattico di Bielsa applicato al gioco ancora rude e confusionario della serie cadetta inglese è un piacere per gli occhi e - per ora - anche per la classifica dei Pavoni: primi a 13 punti insieme al Middlesbrough. Sembra di vedere una di quelle storie d'amore da sit-com americana, in cui lo strano della classe esce e si innamora della ragazza bella, intelligente e sottovalutata. Queste storie non filano mai lisce, bisogna solo aspettare il momento in cui Bielsa impazzirà per una cartaccia per terra, lascerà la squadra e il Leeds United tornerà la cenerentola dimenticata del calcio inglese. Per ora, però, tutto va benissimo e allora vale la pena di buttarci in questo preciso miscuglio di calcio nostalgia e hipsterismo tattico.

 

La Locura del Loco

Marcelo Bielsa è un genio del calcio. Ha incosciamente fondato una scuola di allenatori e pensiero calcistico che fanno di tattica e psicologia le loro armi vincenti: Pochettino, Simeone, Sampaoli e anche Pep Guardiola. Tuttavia il tecnico di Rosario è più conosciuto dal grande pubblico per la sue manie ossessive-compulsive e per i colpi di testa (come quando si licenziò dalla Lazio dopo appena due giorni di contratto o quando lasciò il Marsiglia dopo una sola giornata di campionato).

El Loco ha portato il suo perfezionismo radicale all'Elland Road - nella profonda Inghilterra calcistica, quella degli allenamenti solo fino all'ora di pranzo e della birra post-partita - che per ora è stata inaspettatamente ben accolta dall'ambiente. Il Guardian ha raccolto alcune delle Bielsate che il tecnico ha fatto dall'arrivo in terra britannico, qui un rapido sunto:

- si è fatto installare una brandina nel suo ufficio (vabbè, le basi)

- ha calcolato (arbitrariamente) che per comprare un biglietto per vedere una partita ci vogliono tre ore di un salario medio. Ha chiamato tutti i suoi giocatori e li ha obbligati a raccogliere - per tre ore esatte - la spazzatura intorno al campo di allenamento. Lo scopo dell'esercizio era quello di far apprezzare ai giocatori lo sforzo che ogni tifoso fa per assistere alle partite.

- Per provare a Victor Orta, il direttore sportivo del Leeds, la propria conoscenza della Championship inglese ha consegnato una relazione sul campionato partendo dalla singola partita tra Burton e Bolton. Ha studiato tutte le formazioni e i moduli usati da entrambi le squadre nelle ultime due stagioni, calcolando in un foglio anche le probabilità di vittoria di una delle due squadre. La relazione conteneva un capitolo per ogni squadra del campionato.

- Ha studiato la planimetria del campo di allenamento in modo da separare i dormitori della prima squadra dalla primavera.

 

Il nuovo Leicester, forse

L'inizio roboante dell'era Bielsa sulla panchina del Leeds ha riportato entusiasmo in un ambiente depresso dal 2004, che vive di ricordi e fama nostalgica. Considerata l'ultimo gigante dormiente del calcio inglese, il Leeds ha una storia travagliata. A metà anni '60, sotto la guida di Don Revie, divenne la squadra più forte d'Inghilterra conquistando due campionati, una FA Cup, una Coppa di Lega, poi il buio per 25 anni. La squadra tornò grande durante gli anni '90, conquistando la Premier League con Howard Wilkinson e iniziando un percorso che avrebbe portato il club addirittura tra le grandi d'Europa con un altro allenatore-mito, David O'Leary. Quella che nel 2001 arrivava alle semifinali della Champions League, che poteva schierare talenti come Rio Ferdinand e Woodgate, Batty e Bowyer, Kewell e Viduka. Quella squadra rimase nel Pantheon del calcio anni '90 grazie alle magliette larghe e al gioco inglese del Leeds. Tre anni più tardi, il club sommerso dai debiti fu retrocesso in Terza serie, senza mai riuscire a risalire in Premier League e combinando casini piuttosto imbarazzanti come la storia del cambio di logo dell'anno scorso.

Nonostante sia presto per dirlo, il capitolo calcistico aperto da Marcelo Bielsa nella storia del club può essere finalmente la scala per risalire in Premier. Bielsa ha implentato i principi del calcio posizionale in un campionato ancora estremamente legato al palla avanti e pedalare, ottenendo dei risultati notevoli, stile Napoli sarriano o Barcellona del tiki-taka. La squadra gioca con un modulo 4-1-4-1 che muta verso un 4-3-3 più classico a seconda delle esigenze. L'azione viene sempre costruita dal basso attraverso dei triangoli, i giocatori toccano la palla massimo due volte prima della trequarti avversaria.

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L'idea di Andrea Radrizzani - proprietario italiano del Leeds United - è replicare quello che Ranieri ha fatto con il Leicester: applicare un'identità tattica molto precisa in un campionato tatticamente disorganizzato. 
La rosa è scarsa, non bisogna girarci intorno. Tuttavia il gioco e la psicologia di Bielsa riesce ad esaltare clamorosamente le qualità di giocatori mediocri, per questo il Leeds è un serbatoio di giocatori strani e con storie complesse di cui innamorarsi. Tra questi abbiamo selezionato:

- Samuel Saiz, trequartista. Talento cresciuto nel Real Madrid e quindi evaporato nelle serie minori spagnole prima di rinascere al Leeds a 26 anni.

- Pablo Hernandez, esterno. Ex-Valencia e Swansea, è forse l'unico nome davvero noto presente in rosa. Ha cercato di affermarsi in Liga tra Valencia e Getafe, è uno di quei giocatori che ha una penosa parentesi di due anni a Dubai. Ha già firmato 4 assist.

Mateusz Klich, playmaker. Il 28enne nato a Cracovia è un buon centrocampista centrale, entrato anche nel giro della Nazionale polacca. Bielsa lo sta trasformando in un un centrocampista box-to-box, ha già segnato due gol dall'inizio della stagione.

 

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Sembra una descrizione gloriosa e infallibile di una squadra che però ha appena iniziato la scalata faticosa della serie cadetta britannica. La verità è che spero tantissimo che questa volta Bielsa controlli la sua pazzia, riesca a metterla da parte il giusto per riportare una squadra sul palcoscenico che merita.