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Perché il football "is coming home"

Vi spieghiamo come una canzone autoironica del '96 è diventata lo slogan del sogno di un intero paese

Perché il football is coming home Vi spieghiamo come una canzone autoironica del '96 è diventata lo slogan del sogno di un intero paese

Per capire meglio cosa c'è dietro al recente tormentone "It's Coming Home" è il caso di fare un salto indietro, ripercorrendo per sommi capi quello che è successo nell'arco temporale che va dall'Europeo del 1996 fino alla semifinale dell'attuale Coppa del Mondo, che vede l'Inghilterra opposta alla Croazia. Inutile soffermarsi sulla semplice traduzione letterale ("il calcio che ritorna a casa", o meglio ancora, "torna dove è nato spiritualmente"): in poche parole, il disfattismo dei fallimenti e delle delusioni passate si riassume e si scontra con tutto l'ottimismo che la spedizione di Gareth Southgate sta accumulando partita dopo partita.

Il jingle che avrete di certo sentito canticchiare e pronunciare ovunque per le strade anglosassoni è diventato un trend assoluto anche fuori dai confini nazionali e non è assolutamente nato oggi, ma risale appunto all'edizione 1996 degli Europei di Calcio, organizzati proprio in Inghilterra. La canzone che la Federazione Inglese assegnò a due comici inglesi (David Baddiel e Frank Skinner) e ad un gruppo semisconosciuto (i Lightning Seeds), denominata appunto "Three Lions (Football's coming home)" è stata rispolverata con successo ed è diventata il manifesto della nuova generazione, possibilmente vincente. Ricordate cosa accadde in Italia con "Seven Nation Army" nel 2006?

Adesso gli inglesi non hanno più nessuna paura nel pronunciare le parole per intero per timore che il desiderio non accada, ma invece lo cantano e lo scrivono il più possibile, segno che c'è massima convinzione. Se non altro anche per merito del testo (è spiegato alla perfezione in un articolo molto interessante di FourFourTwo) e del suo ritmo che va in crescendo, proprio come il rendimento di questa Nazionale rampante. A fare da contorno anche una marea di video e meme geniali che nei giorni scorsi hanno fatto il giro del web, che non fanno altro che testimoniare quanta fiducia 'incosciente' ci sia nell'universo culturale e calcistico inglese.

 

La svolta dell'ultimo biennio

C'è da dire che all'inizio "It's Coming Home" è stato utilizzato prevalentemente dagli stessi inglesi per prendersi in giro da soli ed ironizzare sulle brutte figure del passato. Nonostante l'organizzazione del campionato più importante del mondo, la Premier League, negli ultimi 50 anni (ovvero dopo l'unico grande trionfo, quello del Mondiale casalingo del 1966), il rendimento della Nazionale inglese è rimasto perennemente mediocre, sempre ampiamente sotto le aspettative di poter prevalere contro le solite 'big' mondiali. L'incapacità di riuscire a vincere alcun torneo importante nonostante l'apporto dei vari Lineker, Gascoigne, Shearer, Owen, Beckham, Terry, Lampard, Gerrard e Rooney ha lasciato un senso di scetticismo, impotenza e sconforto che gli stessi tifosi non hanno potuto far altro che tramutare in semplice rassegnazione.

Ma il vento sembra essere leggermente cambiato negli ultimi due anni, lasciando alle spalle un'altro tremendo flop come quello di Euro 2016. Il nuovo corso di Southgate, che ha portato con se tantissimi giovani già allenati con l'Under 21 (Pickford, Butland, Stones, Loftus-Cheek, Lingard e Kane), le recenti vittorie delle selezioni giovanili (solamente nel 2017, i baby inglesi si sono laureati Campioni del Mondo Under 20 e Under 17 e Campioni d'Europa Under 19) e una generazione molto promettente sul punto di vista tecnico, stanno alimentando le speranze di una squadra che è arrivata in Russia senza i favori del pronostico (anzi, subito etichettata tra le squadre destinate al fallimento precoce) e che invece sta dimostrando una quadratura quantomeno interessante, piena di individualità determinanti.

 

Oltre le coincidenze

Pronti ad appellarsi a qualsiasi cosa pur di alimentare questo sogno, la consapevolezza nei giorni scorsi è cresciuta a dismisura per 'colpa' di una serie di strane casualità che riguardano la nazionale dei Tre Leoni. Nel glorioso anno 1966, per esempio, arrivarono in semifinale della Coppa del Mondo quattro squadre europee. E poi ancora, nello stesso anno, è molto curioso che il Manchester City vinse il campionato, il Real Madrid la Coppa dei Campioni, il Chelsea arrivò quinto in classifica ed il Burnley si qualificò per le coppe europee: proprio come nel 2018. Quelle che inizialmente sembravano delle coincidenze si sono adesso tramutate in veri e propri stimoli affinchè tutto possa realizzarsi, come se fosse già scritto nel destino.

Come se non bastasse, si è superata anche una grande maledizione del passato, quella dei calci di rigore: la vittoria contro la Colombia è la prima in assoluto durante una Coppa del Mondo (dopo i k.o. delle edizioni 1990, 1998, 2004 e 2012) e potrebbe aver definitivamente sbloccato Harry Kane e compagni, che ormai sono a sole due partite di distanza da un successo atteso ben 52 anni. E poco importa che l'Inghilterra non abbia ancora affrontato una vera e propria 'big' - se non il Belgio nel girone ad eliminazione diretta senza i titolari - perchè al momento ha dimostrato di poter tranquillamente fronteggiare anche le avversarie più ostiche. 

 

Croatia penultimo avversario?

Quella del Luzhniki Stadium sarà molto probabilmente la partita più importante degli ultimi 28 anni, da quando gli inglesi si fermarono in semifinale a Italia 90. A soli due anni dal match perso malamente contro l'Islanda, ci sono 11 giocatori ancora in rosa ma la storia è cambiata del tutto, e non è soltanto merito di aver trovato finalmente un portiere affidabile dopo Seaman, James e Hart. "It's Coming Home" è diventato un vero e proprio sentimento comune che ha coinvolto attivamente tutta la popolazione, che adesso si muove unita verso lo stesso obiettivo. Il criticismo sfrenato da parte dei media dopo quello che poteva considerarsi il momento più basso da poter raggiungere nella storia calcistica ultra secolare del Paese (quello che nella video-inchiesta del mese scorso realizzata da COPA 90 è stato definito una 'toxic relationship') aveva senza dubbi influenzato il rendimento della squadra e si è trasformato in un atteggiamento di appoggio e solidarietà: bisognava ancora una volta resettare il tutto e far esprimere i ragazzi senza eccessive pressioni.

 

Le performance di un elemento chiave come Raheem Sterling, uno dei più bersagliati dalla stampa, sono cambiate radicalmente, anche se non segna ormai da quasi 3 anni. Lo stesso può dirsi della catena difensiva e del capitano, Harry Kane, che è ad un passo dal vincere il titolo di capocannoniere e che sta gestendo al meglio una responsabilità così grande. "It's Coming Home" ha preso il posto di "Let's get to work", l'incipit presente nello stupendo video di presentazione dei 23 in rosa, ed è ormai ovunque, diventando lun fattore di spinta necessaria: gli stessi giocatori lo usano attraverso i social network, i tifosi lo pronunciano in radio, per le strade, nei pub, riescono perfino a tappezzare di scritte l'IKEA di Gateshead dopo la vittoria contro la Svezia. Nessuna paura di non farcela, solo grande ottimismo in vista del rush finale: chissà che non ci tocchi rivedere le pazze esultanze già circolate in occasione delle scorse vittorie, fatte di cori, abbracci e e pinte che volano in aria.