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Blood on Blood, un modo unico di unire calcio e tradizione

Abbiamo parlato con Floor Wesseling, per scoprire qualcosa di più su di una delle realtà più interessanti in circolazione

Blood on Blood, un modo unico di unire calcio e tradizione Abbiamo parlato con Floor Wesseling, per scoprire qualcosa di più su di una delle realtà più interessanti in circolazione

Quello di Blood on Blood è un progetto unico, che non ha referenze o rivali in tutto quello che è stato fatto fin'ora nella commistione tra arte e calcio. È difficile spiegarlo, se non dicendo che si tratta di una serie di "mash-up" tra squadre diverse - spesso rivali. Ma è ingeneroso parlarne in questi termini. Ci siamo fatti quindi raccontare dal suo fondatore, Floor Wesseling, la genesi del progetto. 


Ciao Floor, prima di tutto vorrei chiederti da dove arriva l’idea per i tuoi lavori?

Ho cominciato questo progetto nel lontano 2004. Un anno prima avevo ricevuto un libro di un mio nonno che era un manuale di araldica. Questo linguaggio visivo dimenticato con delle regole molto rigide è stata l’ispirazione e il punto di partenza per le mie maglie da calcio. Credo che – da fan del calcio e giocatore a livello amatoriale – le maglie da calcio debbano essere fabbricate seguendo i più alti valori culturali. Sono come delle bandiere indossabili. Sono moderne tuniche che rappresentano i colori e gli stemmi della casata, e i giocatori sono i cavalieri che supportano il Re, i soldati di oggi. Combinare le maglie quindi sarebbe stato come “marshalling” (l’arte di aggiungere diversi stemmi in un solo scudo). Mostra resilienza, relazioni culturali, fratellanza, rivalità. Come pure le moderne e storiche relazioni tra paesi, città, quartieri, persone.
Questo progetto ed esperimento chiamato Blood in Blood è cominciato come un progetto d’arte sull’identità ed è stato mostrato in giro per l’Europa e pubblicato come libro nel 2010. Il risultato fu tutto nella reazione delle persone, che ne ha voluto sempre di più. In particolare le persone che avevano genitori di “discendenza” diversa. Siamo stati capaci di dargli una identità sotto una sola maglia. Dopo abbiamo cominciato a realizzare “career shirt” mostrando la legacy di un particolare giocatore.
Allo stesso tempo continuiamo ad esporre in giro per l’Europa. Ora ad esempio siamo a Luige, in Belgio.

 

Come hai fatto i conti con il problema identitario che poteva generare l’uso di squadre rivali? Hai mai avuto “paura” che potesse offendere qualcuno?

No, non ho mai avuto paura di questo perché queste shirt era realizzate apposta per una reazione. Per ogni esibizione ci piace realizzare una maglia locale e spesso questa maglia viene bannata per motivi di sicurezza. Facciamo delle maglia che non sono indossabili. Specialmente le combo di grande rivalità tipo, Barca-Real, o Fla-Flu, Manchester-Liverpool o Ajax-Feyenoord. Riceviamo assurde minacce di alcuni tifosi a volte, ma le dimentichiamo non appena la mostra comincia. Tuttavia la nostra sincera risposta a chi ci chiede delle rivalità è: “Cosa sarebbe il vostro club senza l’esistenza del suo principale rivale? Cosa sarebbe il Milan senza l’Inter? O l’Ajax senza il Feyenoord? Non è il vostro rivale parte principale della vostra identità?”

 

Per che squadra fai il tifo?

Sono un tifoso dell’Ajax.

 

Qual è il processo attraverso il quale lavorate alle vostre creazioni?

A volte sono gli altri che ci chiedono alcuni accostamenti, altre volte invece l’idea originale è nostra. Altre volte addirittura ci danno loro le maglie, anche molto vintage, ma nella maggior parte dei casi siamo noi ad acquistarle. Quindi comincia il processo creativo.
Prima di tutto dipende dalla finalità della maglia, è diverso infatti se la maglia sarà indossata o esibita, e questo cambia sin dallo sketch sul foglio. All’inizio seguivamo le regole dell’araldica in maniera molto rigida. Tagli netti e poco rispetto per quelli che erano i design iniziali e le applicazioni. Ultimamente, specialmente se disegniamo per una persona, guardiamo più alle maglie esistenti e combiniamo gli elementi per renderla più indossabile possibile. Ci piace fare cose più “pazze”, ma ci gratifica anche molto vederle indossate. La maggior parte delle divise viene consegnata al cliente con uno scatto. Questo perché le maglie hanno bisogno di funzionare in foto anche.

 

Qual è il risultato di cui sei più orgoglioso?

Alcuni design che abbiamo realizzato per persone come Ronaldinho, Delvecchio o il papa, ma anche alcuni lavori culturali ci hanno soddisfatto, come alcuni design “gyronny” tipo Portogallo-Brasile, Manchester Utd-City con un taglio “Gyronnt. Mi piacciono molto anche cose più classiche, come la combo tra Olanda e Germania e quella tra Inter e Milan. Sono molto affezionato anche alla prima maglia che ho fatto con vere maglie da gioco: Inghilterra-Irlanda, rosso e verde.

 

Quali sono i brand che stanno meglio insieme?

Dipende più dal taglio della maglia e dalla costruzione e dal materiale usato. Una volta ho realizzato una maglia Italia-Juventus (Puma – Nike) con colletti che stavano insieme benissimo. Ma altre combinazioni delle stesse squadre erano un disastro. Il miglior statement sarebbe realizzare qualcosa che sia adidas-Nike o Puma-adidas.

 

Un ultima domanda: avete qualche progetto che potete anticiparci?

Ho appena cominciato un progetto “storico” utilizzando maglie da calcio che possano mostrare le mie idee sugli “orangists”, persone che supportarono Willem van Oranje durante il 16esimo secolo e dopo. Will van Oranje, essendo uno degli antenati del nostro Re, è la persona che, si presume, abbia portato l’indipendenza e da cui deriva il nickname “Orange” della nazionale.
Stiamo anche lavorando su alcune maglie da calcio da donna, e sul nuovo sito web di Blood in Blood che dovrebbe uscire a giugno. Il website che è oggi online (bloodinbloodout.nl) è datato, contenendo solo progetti fino al 2011.