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Essere Morata al tempo di Cristiano Ronaldo

Il giovane attaccante spagnolo è in cerca di spazio nella squadra del miglior realizzatore nella storia della Champions League

Essere Morata al tempo di Cristiano Ronaldo  Il giovane attaccante spagnolo è in cerca di spazio nella squadra del miglior realizzatore nella storia della Champions League

Nemmeno il madridista più madridista si sarebbe mai immaginato di ritrovarsi a distanza di tre anni nuovamente in semi-finale di Champions, dopo aver vinto due delle ultime tre finali contro i cugini dell’Atletico. Probabilmente nemmeno Alvaro Morata si sarebbe immaginato di essere venduto e ricomprato dalla sua squadra del cuore nel giro di tre anni: nel 2014 vince con le merengues la Decima, attesa in casa Real da ben dodici anni, praticamente da quando Morata non aveva nemmeno iniziato a giocare a calcio.  Ma, nonostante il successo e la classe dimostrata da Alvaro sia alla corte di Allegri in bianconero sia in questa stagione tra le file dei blancos, non è facile essere Morata quando hai davanti fenomeni come Ronaldo e Benzema.

Manco a farlo apposta, è andato (e andrà) in scena l’ennesimo atto del derby di Champions tra Real Madrid e Atletico Madrid: nella finale di Lisbona, dove Morata fu presente, vinsero le merengues per 4-1 dopo i tempi supplementari, mentre lo scorso anno a Milano, il Real si impose solamente ai calci di rigore. La sfida con l’Atletico resta una partita speciale per Alvaro, considerando che il talento nato a Madrid iniziò la sua carriera calcistica proprio tra le file dei colchoneros.

Quest’anno però dopo un’ottima partenza, Morata si è visto spesso essere la seconda alternativa tra le scelte di Zidane: mentre alla corte di Mourinho e Ancelotti il talentino spagnolo doveva ancora dimostrare buona parte delle sue doti, la stessa cosa non la si può dire tutt’ora. Classe ’92, Morata ha già vinto una Champions, 2 scudetti con la Juve e diverse coppe nazionali ed internazionali. La scorsa estate è stato eletto come bomber principale della roja spagnola, complice l’annata da dimenticare di Diego Costa.

Morata dunque può essere a tutti gli effetti considerato uno tra gli attaccanti più forti in circolazione, soprattutto se si tiene conto degli ampi margini di miglioramento che ha davanti a sé. Certo è che se in squadra hai un certo Cristiano Ronaldo, ti tocca anche di dover fare l’ala sinistra per lasciare l’asso portoghese al centro dell’attacco, quando Mister Zizou chiama.

Questo ennesimo e storico incontro in semi-finale di Champions potrebbe essere per Morata l’occasione ideale per confermare nuovamente la necessità di essere considerato un vero e proprio titolare, e non più il dodicesimo uomo che può cambiare le partite da un momento all’altro. La partita storica di Ronaldo ieri sera però, non lasca ben sperare. Dopo aver mantenuto una media gol realizzativa migliore di Ronaldo e Messi nel 2013/2014, la carriera dell’attaccante spagnolo è arrivata ad un bivio, dove deve essere Alvaro a poter decidere in autonomia il suo futuro: un futuro che, a giudicare dal presente, può diventare tra i più rosei visti nel recente passato. Conte lo aspetta, Madrid permettendo.